lunedì 23 giugno 2008

Per incentivare l’uso del trasporto pubblico e aiutare l’ambiente

Giova tenere presente che i sessantenni (come chi scrive) sono i figli del tempo di “Metti un tigre nel motore”, slogan che pubblicizzava un tipo di benzina con un numero di ottani superiore alla media. I sessantenni di oggi appartengono alla prima generazione che veniva invitata ad acquistare l’automobile con l’allettante promessa di raggiungervi i cento all’ora in 7 o 8 secondi! Un misero primato collettivo che in altri tempi ci ha fatto sentire, tutti… unici!
Dall’alto del ricatto operato su questa, come su altre nostre debolezze, la politica aziendale Fiat ha sempre tenuto in soggezione lo sviluppo del trasporto pubblico, favorendo il trasporto su gomma a danno del trasporto su rotaia e condannando quindi le ferrovie ad uno sviluppo futuro modesto (che abbiamo sotto gli occhi in tutta la sua gravità proprio in questi giorni). Negli anni ‘50 e ‘60 sarebbe stato molto più facile, rispetto ad oggi, ampliare le ferrovie, ormai praticamente sommerse da costruzioni stradali e abitative. Avesse almeno la Fiat creato ricchezza. Per il gigante industriale torinese, dal secondo dopoguerra ad oggi, si è speso qualcosa come un milione di miliardi, cifra ricordata da Maroni alla proprietà quando poco prima dell’ avvento di Marchionne la società chiedeva ancora cassa integrazione, cioè intervento statale che lenisse le problematiche dell’azienda. Pur non essendo leghisti, come non lo è chi scrive, bisogna riconoscere che solo Maroni riuscì a calmare la Fiat e a farla rinascere nel vero senso della parola. Ma la nostra soggezione nei confronti delle case automobilistiche è rimasta ad un livello alto. Nessuno vuole negare a chicchessia la libertà di acquisto di un SUV che occupa più spazio, consuma e quindi inquina di più; ma pretendere che a tali caratteristiche non sia aggiunto nessun costo sociale è semplicemente ingiusto, o ipocrita. Comprarsi un cayenne, un cherokee o un’hammer deve costare socialmente di più dell’acquisto una macchina più ecologica. In altre parole simili vetture dovrebbero permettersele solo i veramente ricchi, cosa che non avviene. Inoltre queste macchine gigantesche nel consumo, nell’inquinamento e nell’occupazione di spazio, fra cinque o sei anni saranno comperate da sventurati ragazzi di media estrazione che crederanno in tal modo di aver fatto un salto di qualità viaggiando, stregati da ingombro e potenza, su simili abbondanti vetture.
Per quanto riguarda il trasporto pubblico ricordo che circa 35 anni fa un dirigente dell’allora UITE mi raccontava che gli autobus erano acquistate da numerose differenti aziende. L’ esatto contrario avrebbe favorito la specializzazione dei meccanici, diminuito il costo delle vetture, e garantito una buona reperibilità dei pezzi di ricambio. Invece le Ditte erano le più disparate e molte marche estere si trovavano spesso impossibilitate a fornire pezzi di ricambio.
Proporrei di fare pagare a tutti i cittadini il costo del trasporto pubblico indipendentemente dalla fruizione, abolendo pertanto il pagamento del biglietto. Vorrei proprio vedere, allora, se i genovesi, guardando passare un autobus che hanno già pagato, per sé e per tutti, si ostinerebbero ancora a prediligere l’uso della macchina a tutti i costi!

Compagnie di assicurazione

A pagina 156 del Venerdi di repubblica del 29 aprile del 2005 numero 893 si legge : Dal 1996 al 2004 , la polizza assicurativa sull automobile è aumentata del 110% , cinque volte piu dell’inflazione (22%). Sono calcoli di Adusbef e Federconsumatori. Risultato:”Profitti delle compagnie alle stelle - pari a 7,5 miliardi di euro negli ultimi 24 mesi - grazie anche al consistente calo degli incidenti stradali” sostengono le due associazioni di consumatori. In Francia nello stesso periodo la Rc auto è cresciuta del 10%, del 16 in Germania, e del 65 nel Regno Unito. Normalmente in televisione si vedono bellissime pubblicità di compagnie assicurative, una di quese recita: se costruissimo macchine... si vede una macchina che alla prova del crash test sfonda il muro; se facessimo case... e il boccine delle demolizioni si frantuma sulla casa; se vendessimo sogni... e si vedono castelli di sabbia che vincono i marosi. Pare che dicano: “Ci spiace per voi ma facciamo assicurazioni”...