sabato 28 settembre 2013

Io non c' ero e se c' ero dormivo!

Chi ha impedito che l' Imu finanziasse una parte del costo della politica ha vinto!   
La somma che sarebbe stata pagata dai proprietari di prime case primi villini sono stati tutelati. Quelli che avevano altre case e che le hanno vendute per averne una sola e bella, e non pagarvi la tassa hanno guadagnato due volte: La prima vendendo le seconde e terze case ad un prezzo superiore perché il mercato immobiliare ora è a picco, e la seconda perché non pagano l' Imo sul primo villino o sulla prima  bella casa.  Come si è affrontato questo ammanco?  Aumentando il costo della benzina. l' aumento degli alcolici e dei tabacchi. Destinatari completamente diversi da quelli che dovevano pagare l' Imu. I proprietari di prime belle case e primi villini sono stati tutelati. D' altra parte quando un leader si impegna per mantenere una promessa ai suoi elettori deve andare fino in fondo, costi quel che (ci) costi. E così è stato. Ci meritiamo di essere governati da chi si sa imporre, da chi sa come prenderci, da chi sa come parlarci. Chissà perché penso a Silvio, Santanché e Capezzone. Risolto questo problema si passa al comportamento operativo dei prossimi mesi del nostro Governo.
Fisco: Revisione dello stesso e nuove misure per monitorare l' evasione.
Aziende: Detassazione del trasferimento delle aziende, peccato che siano sempre meno. 
Catasto: Cambiamento epocale, d'altra parte   l' intelligenza deve fare il suo percorso. Le case saranno valutate non più su numero dei vani, ma sul numero dei mq.
Gioco d' azzardo: Il Governo si impegnerà ancora di più a evidenziare che chi gioca lo fa a proprio rischio e pericolo.
Corruzione: Si è attentamente osservato che non esiste il problema in Italia e quindi non se ne parlerà mai più.

Avèi verghèugna!

La seconda rata Imu che vale più di tre miliardi di euro è la promessa di Berlusconi fatta ai suoi elettori di non fare finanziare loro il costo della politica che si sarebbe pagato con la tassa sulla proprietà. Ma di farla pagare a tutti in prevalenza a quelli che non hanno case; D' accordo sono più tanti ma anche molto "bravi". Ora io penso che senza questo sfrenato consociativismo sarebbe semplicemente impossibile non solo proporlo, ma anche pensarlo! E come dicevano i miei vecchi; Avéi verghéugna!  

Purtroppo la nostra società ignora ciò che succede.

Purtroppo la nostra società ignora ciò che sta accadendo.                                   
 I cittadini italiani non capiscono fino a che punto la maggior parte
 dei nostri Governi e le nostre Istituzioni sono conniventi con la
 corruzione consociata (accettata, condivisa, protetta e favorita da
 quasi tutte le parti politiche) che elargisce solo ricchezze,
 privilegi e disonore  ad una casta che inevitabilmente prima o poi,
 e me lo auguro, sarà sommersa da una vera e purificatrice vergogna.
 Quasi tutti sanno che questo è solo possibile quando un numero
 considerevole di dirigenti della nostra Nazione accetta di usufruire di
 immeritati privilegi; perché accanto ad una così capillare
 corruzione c'è inevitabilmente il frutto marcio dell'immeritato privilegio.
 Questo è difficile respingerlo ed ha anche un
 costo sociale enorme elargirlo: tacere su una così penetrante
 corruzione, nella sua prepotenza e nella sua impunità, che sarebbe
 insopportabile da una normale intelligenza collettiva, è veramente
 inaccettabile. Tacere subendo questo periodo storico senza fare
 nulla è come buttarlo via, e con esso buttare la nostra vita e quella dei
 nostri figli.
C'è stato più onore, più gloria più vita vissuta nel nefasto periodo di
Hitler, Mussolini e Stalin che hanno sì dato alla luce grandissime
sofferenze, ma hanno anche permesso di mettere in evidenza idealità e desiderio di riscatto; nella nostra imposta e accettata normalità, regalata da furbi figuri che in qualunque società sufficientemente democratica non sarebbero mai potuti emergere, tutto ciò non è presente. Emerge invece l'esatto contrario:
l'accettazione neghittosa ed imbelle. Perché due
normalissime leggi che a noi mancano avrebbero impedito a molti loschi figuri di
balzare alla dirigenza del Paese: sistema di scelta della classe
parlamentare e legge seria sulla corruzione. 
Per questo penso che Grillo abbia sbagliato!

domenica 22 settembre 2013

Lettera aperta a Beppe Grillo dal più deluso dei suoi amici.

Giuse, da quando hai ottenuto il recente, fantastico, risultato elettorale  ho iniziato a inviarti delle lettere per manifestare apertamente, ed in modo entusiastico, il mio euforico consenso. Per la prima volta avvertivo come certamente raggiungibili i due obiettivi più importanti di cui la nostra Nazione aveva ed  ha bisogno: togliere il regime di nomina che tutti i partiti usano per controllare i loro parlamentari e promulgare una legge seria sulla corruzione.
Questa situazione mi rendeva ottimista, soprattutto perché il tuo successo rappresentava un motivo di orgoglio per un intero gruppo di ragazzi di quaranta o cinquant’anni fa. Tu, Giuse, che hai trascorso la giovinezza in piazza Martinez, a Genova, insieme a tanti altri della nostra generazione,  hai reso ai miei occhi questo luogo ancora più magico; dopo la tua affermazione così perentoria e inimmaginabile, hai fatto sentire partecipi di un sogno molti di noi, che percepivamo come nostra  almeno una minima parte del tuo trionfo, della riuscita di un personaggio così incredibile, pulito, utile che si presentava alla ribalta della storia recentissima di un’Italia scassata con le credenziali delle idee chiare ed oneste, le uniche in grado di farci uscire dalle secche della decadenza civile,  morale e politica. Io avvertivo in te addirittura la superiorità rispetto alle parti sane di tutti i partiti che in anni e anni di attività non erano riusciti a fare niente di quelle poche cose di cui aveva bisogno l’Italia. Tu, Giuse, ci stavi riuscendo ed io mi sentivo immeritamente protagonista, presente, vicino. Insomma: ero convinto di esserci. Ero convinto, infatti, che tu stessi percorrendo una strada verso la soluzione di problemi ai quali fino a poco tempo prima nessuno avrebbe osato contrapporsi.          

Sono sempre stato convinto che se una persona ruba, sapendo di non essere perseguibile,   l’unica cosa  di cui potrà pentirsi quando lascerà  la vita politica, sarà di avere rubato poco. Una sana e onesta legge sulla corruzione, produce come primo effetto l’allontanamento fisiologico di quelli che, avendo sempre rubato,   scappano subito  in pensione per non dover restituire il maltolto.  Quindi l’entrata in vigore di questa legge  (sempre se ben fatta)  avrebbe terrorizzato i nuovi arrivati e portato per la prima volta alla riduzione di quella vergognosa cifra di ruberia pubblica che la Corte dei Conti  ha quantificato,  negli ultimi tempi, sui 60 miliardi all’anno, che rappresentano i “compensi” aggiuntivi pretesi dalla nostra     classe politica/dirigente per il proprio lavoro di spendere i soldi della collettività.                                         
E tutti finalmente lo percepiranno quando finalmente sempre la Corte dei Conti si  incaricherà di stabilire di quanto sarà il risparmio sociale annuo per la “ non percepita corruzione” a causa della promulgazione di questa sana legge di cui nessuna parte politica ha mai sentito il bisogno.                                           L’altra legge, di cui si avvertiva e si avverte l’urgenza, è una radicale    riforma del sistema elettorale che cancelli per sempre devianze come quella del "porcellum"; tale aberrazione permette di avere un parlamento suddito di chi ha nominato i suoi membri. Tutta l’attuale classe politica, che da questa anomala legge  trae immensi  vantaggi, evidenzia una malcelata  felicità nella non soluzione di questo problema, come del precedente. Facciamo un esempio vicino nel tempo: Roberto Della Seta sarebbe stato rieletto con il triplo dei voti per il suo impegno contro l’inquinamento di Taranto se gli fosse stato possibile presentarsi nella ultima tornata elettorale; invece fu escluso dal partito, per soddisfare le esigenze della famiglia Riva e, proprio e solo per questo, non mise più piede in Parlamento.  
Queste due deficienze, che sono e rimangano mancanze democratiche, cioè la corruzione e il sistema di votazione gestito dai partiti, avevano fatto la fortuna dei   nostri   espertissimi  regimi dell'ultimo ventennio, perché ad ogni minimo turbamento dei nominati  che potesse  influenzare  l’oleosità del sistema, sarebbero stati immediatamente sublimati alle successive elezioni; senza che, per questo, nessuno dovesse mai rendere conto a nessuno, sia a destra che a sinistra. 
Con te, Giuse, in merito a queste poche e fondamentali cose, eravamo  a un passo dalla storia. A un passo dall’azzeramento dell’humus su cui cresceva e gongolava il nostro precisissimo sistema consociativo che accomuna governo e opposizione; questo humus, con una serie di giusti interventi sarebbe sparito completamente e per sempre!
Il potere per arrivare a tanto, Giuse, tu lo avevi intelligentemente acquisito con la trasformazione dei fans delle tue  perfomances  artistiche e della tua personalità effervescente e lucida, in seguaci convinti, i quali avrebbero ben presto aumentato il proprio numero costituendo un blocco di consenso elettorale mai visto in così poco tempo, e di gran lunga superiore a quello di partiti di  antica  tradizione e di sofferenti storie pluridecennali. Ora, avendoli coinvolti in un movimento, tu avevi le chiavi del giochino in mano; infatti, con tali presupposti, i parlamentari del Partito Democratico avrebbero avuto due possibilità per sopravvivere: o fare finalmente quello che dicevi tu, e rendersi davvero partecipi della storia, o andare avanti con le solite ammucchiate (le “grandi intese”) finendo per discutere all’infinito dei problemi di Berlusconi. Tu, Giuse, eri insomma l’unico che non aveva   nessun interesse ad accordarsi con i paladini della consuetudine malata del ventennio precedente, perché il cambiamento lo avevi prodotto tu ed era inevitabile che lo dovessi anche gestire.  Lo sapevano, quelli del PD, e lo avrebbero obtorto collo prodotto e subìto, magari spacciandosi poi per gli artefici dello stesso cambiamento. E poi cosa importava, a fronte dei risultati raggiunti a vantaggio di tutti?  Questo evento sarebbe stato un nobile obiettivo raggiunto, per una volta, da una intelligente politica.
Invece i fatti si sono sviluppati in un modo talmente dissonante, offensivo e deludente, per me e per una parte dei tuoi elettori, che non era pensabile fosse stato attuato dal Grillo da me e da questi conosciuto. Per armonia io, inizialmente, cercavo di temperare dentro di me la delusione e darmi diverse spiegazioni dell’accaduto. Non essendoci riuscito ti ho scritto dicendoti che la gente che incontravo, e che ti aveva votato, non capiva e non condivideva il motivo per cui non volevi fare un governo (con qualunque tipo di appoggio, anche esterno) che consentisse però il raggiungimento dei due obiettivi cardine per la nostra politica, senza i quali non si va da nessuna parte. I numeri c’erano, non dimenticarlo mai. In quel momento nessuno sarebbe stato in grado di imporre a te e a una valanga di elettori modifiche non gradite al “nostro” programma. Non ne avevano nemmeno la forza, ormai.
Tu mi hai telefonato due giorni dopo la mia ultima lettera e non mi hai dato neppure l’opportunità di controbattere alle tue veementi rimostranze. Era un monologo. Il tono era quello arrogante di chi parla con i “minimi”, di chi parla con  “chi non conta”, di chi parla con chi deve stare solo a sentire. Dicevi che non avevo capito nulla e pensavi di convincermi. Non ci sei riuscito. Ti è parso normale impormi di comunicare alle persone “che parlavano con me” (come se il mio pensiero non contasse ed io fossi solo un portavoce senza cervello) che non avrebbero più dovuto votarti, perché quello che non riuscivi a fare, con quasi il 30 % dei voti, lo avresti fatto in seguito con il 100% dei voti. Il tuo delirio, da comico questa volta involontario, non ti faceva più tener conto dei numeri. Ti sentivi superiore anche alla matematica. In quel momento ho avuto contezza dei tuoi cedimenti,  ho misurato e soppesato i tuoi limiti. I limiti di una persona brava, geniale, unica, fortunata ma che conosce la politica come un gatto può dirsi esperto di filologia romanza. Tu, Giuse, non conosci la politica. Conosci solo il successo. Tu non pensi agli obiettivi perché non hai obiettivi,  non li hai mai dovuti riconoscere, definire, inseguire, raggiungere. Tu, agli obiettivi, ci sei sempre stato dentro, te li sei trovati così, come uno si trova i piedi in fondo alle gambe. E l’Italia avrebbe proprio bisogno di un paio di piedi per cominciare a camminare; ma tu non sai come si fa a costruire qualcosa che non esiste, perché conosci solo quello che la sorte ti ha sempre concesso senza lasciarti nemmeno il tempo necessario per desiderarlo. La tua è un’autostrada tutta dritta, priva di curve, priva  di code, su cui corri da solo e alla fine non paghi nemmeno il pedaggio.
Hai avuto la sorte di appartenere a un gruppo di miliardari senza macchia, assieme a pochissimi imprenditori, che hanno sempre lavorato, con onestà e con successo,  senza nessuna possibilità di essere ricattati. Siete diversi, tu e quegli altri, perché siete semplicemente i migliori! Nel tuo caso i soldi ti son sempre stati dati da persone contente di pagare il biglietto, anzi, pronte a sentirsi fortunate di essere riuscite a comperarlo e felici di trascorrere due ore in compagnia della tua arte e della tua intelligenza.  Ragion per cui la tua ricchezza è comunque pienamente  meritata.                                              
Poi sei entrato in politica: il risultato è stato impressionante, abbacinante e forse fuorviante anche per me. 
Ebbene Giuse, io non ricordo di avere provato delusione più grande di quando sono riuscito a constatare che eri tu quello che non stava più capendo nulla di ciò che il destino lo aveva chiamato a fare!  Ripenso a tutte le e-mail che ti ho spedito: prima di congratulazioni, poi di felicità e speranza, infine di critica e di delusione estrema.
Non ti perdonerò di avermi fatto assistere ai penosi collegamenti in streaming (che io ho visto in televisione ma che hanno mostrato di essere ugualmente figure di merda… anche se si chiamano  “streaming”) di tuoi eletti che stavano eseguendo confusamente i compitini loro assegnati dall’alto (che non è mai stato così penosamente basso) mandante politico. I compitini,  dicevo, con lo “Smacchiatore di giaguari”.
Tu avevi l’obbligo morale di andare a parlare con Bersani!  Tu dovevi anche correre il rischio di essere convinto! Tu rappresentavi  le esigenze di dieci milioni di elettori. Possibile che nessuno tra chi ti era  vicino  ha osato dirti: “Ma che cazzo stai combinando, Giuse?” Hai avuto forse vergogna, forse paura o addirittura terrore. Perché non ti sei assunto le tue responsabilità!  E la colpa va ricercata all’origine, cioè in quell’autostrada senza pedaggio di cui sopra, quella senza code né curve, senza obiettivi, e senza problemi, e se ci sono c’è incorporata la miglior soluzione; l’autostrada dei “fortunini”, dei “culi larghi”,  di quelli che gli van tutte dritte. Buon per loro. Ma non possono e non devono rappresentare nessuno.  Farebbero solo dei gran danni, come è accaduto a te.
Hai combinato un disastro, Giuse, lasciando trapelare la speranza della via giusta da intraprendere per poi avvitarti su te stesso, sulla tua incapacità di lottare per raggiungere obiettivi che, evidentemente, non ti riguardano. Hai ammazzato l’unico sogno che ancora potessero nutrire tutti quelli che i piccoli, mediocri, insignificanti obiettivi della loro vita se li devono sudare facendo muro contro i privilegiati e i prepotenti, cioè coloro che l’onestà la prendono a dileggio.
I partiti rappresentano milioni di persone, e per chi li  gestisce è doveroso avere obiettivi, non può non averli; non averne è semplicemente da sciocchi, e gli sciocchi fanno i disastri più grandi!  È la frequentazione di quella felicissima autostrada che ti e ci ha rovinato. La mancanza di obiettivi, l’inesistenza, per te congenita, di questi ti ha mandato a sbattere, e forse non te ne sei neppure  accorto!
Giuse, dai  retta a me torna a fare teatro, che sei e rimarrai il migliore, e lascia la politica agli altri. Tra l'altro fra i tuoi del Movimento qualcuno bravo si è intravisto. Goditi il tuo meritatissimo successo ma non utilizzarlo mai più per offendere quei dieci milioni di sfortunati.
I tuoi sguarniti elettori ( perché abbisognano di mezzi, che non vedo, per raggiungere i loro obiettivi) che di successo se ne intendono poco, ma di vita grama sono attenti conoscitori, le scelte dei ricchi le hanno sempre subite, come questa ultima furbata dell’abolizione dell’Imu che li ha chiamati a finanziare quella parte di costo della politica che  avrebbero dovuto pagare i propretari di case. Il tutto naturalmente, in rigoroso silenzio.
Pensa a nuotare, divertiti, vai in vacanza, vai dove diavolo ti pare prima che mi venga (e come a me a tanti altri) la voglia prorompente di mandarti dove tu hai preteso di mandare un sacco di gente negli ultimi anni soltanto urlandoglielo. Avevi la possibilità di spedirceli davvero, con una spintarella e con un semplice sussurro. Hai invece voluto continuare a gridare anche quando non ce n’era più bisogno per mascherare la tua inconsistenza. Alla fine hai mandato veramente affanculo soltanto un sogno, che magari non era nemmeno tuo. Era il nostro. Di tuo c’era solo il trionfo.



n
Marco Grasso

lunedì 16 settembre 2013

Meglio ripristini che rifacimenti, specie in Corso Italia.

Caro Sindaco, le è mai capitato di passeggiare in corso Italia?  Vedrà che la  bellissima  copertura di  piastrelle che riveste la nostra "passeggiata" comincia a a mostrare segni di cedimento. Le piastrelle divelte o rotte non sono moltissime, a dire il vero, ma sparse un po' ovunque e noi tutti, come spesso accade, nonostante il rischio di cadute, ci abbiamo fatto l'abitudine. A voler fare un intervento in modo professionale e onesto basterebbero una spesa minima, non più di 15 giorni di lavoro e una squadra di uomini capaci. Nel comune ce ne sono. La mia paura è che succeda, anche per questa situazione, quanto succede ormai per tutte le cose sul nostro territorio: noi non ripariamo. Aspettiamo invece, scientificamente, che la condizione diventi insostenibile e... poi rifacciamo tutto, con appalti e subappalti milionari, tempi di lavoro decennali, malaffare e furbizie. Non si faccia abbindolare signor Sindaco da quei funzionari che le diranno: "Fra un poco è da rifare tutta, inutile intervenite!"; essi sono troppo innamorati dei rifacimenti e detestano i ripristini (che sono invece un intelligente risparmio per la collettività). Il prevalere di quella loro logica, da privilegiati egoisti, sul benessere comune è la principale causa dei nostri mali.

Grande colpo l' abolizione dell' Imu.

A volte bastano  pochi titoli di articoli di un giornale per fare pensare in che brutto periodo storico stiamo vivendo. Uno di questi è: "Spunta l' una tantum per coprire il buco Imu". Un altro: "Mentre le banche colano a picco, ai banchieri 10 mila euro al giorno". Ancora: "Gli istituti di credito chiedono ai risparmiatori altri 5 miliardi di euro per ripianare i buchi della cattiva gestione dei manager". I quali percepiscono bonus e stipendi, dai 3,9 milioni di Cucchiani (Intesa) ai 3 di Ghizzoni (Unicredit). Cose del genere vengono presentate come dati di fatto, ad affrontare i quali la politica non è ancora attrezzata! L'IMU - Imposta Municipale propria - è un'imposta di natura patrimoniale il cui presupposto consiste nel possesso di fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli siti nel territorio dello Stato e a qualsiasi uso destinati, e sostituisce sia l'Ici che l'Irpef sulla rendita catastale. 
Una parte politica, conscia di avere a che fare con i governati più gonzi del pianeta, ha deciso che la risoluzione  più spontanea, più giusta, più meritevole, più proficua per il proprio tornaconto fosse la grandiosa pensata dell' abolizione, dell'ICI prima e dell' Imu adesso, senza pensare ad abolire anche ciò che con quei soldi si finanziava. La genialità dove è? E' nel considerare l' Imu una tassa  ingiusta punto e basta. Però diminuire i costi della spesa politica, che dovrebbero essere coperti dall' Imu abrogata,  non è stato preso in considerazione seriamente da nessun politico. I settori che più dovevano essere sottoposti a pressione  sicuramente sono la corruzione, gli stipendi e le pensioni di politici, alti manager, dirigenti, consulenti e funzionari (praticamente quella che chiamiamo "casta") che con cumuli inauditi arrivano a cifre vergognose (vedi stipendi Intesa/Unicredit) per quasi tutto il pianeta. Magari sarebbe bastato abolire, ad esempio, la costosissima confraternita di alti funzionare della società per la costruzione del Ponte sullo stretto di Messina, che gli italiani non vogliono e non possono più finanziare. Niente di tutto questo. Ora invece che con l'IMU continuiamo a finanziare ogni stortura tramite tasse sostitutive: il continuo ed esponenziale aumento dei carburanti (e di conseguenza di tutti i prodotti di consumo), tutte le bollette in galoppo continuo da anni, le sigarette e le aliquote Iva agevolate. Non c'è che dire, sono geniali, ed è per questo che meritano il successo che continuiamo ad accordargli seguendo le loro irresistibili passerelle in tutte le tv, anche in quei programmi che fingono di volerli mettere in difficoltà gettando fumo negli occhi agli allocchi che guardano, si indignano, applaudono e poi vanno a dormire sempre più poveri, di fuori e di dentro!

domenica 15 settembre 2013

Siete bravissimi

Ho letto la strana storia descritta dal del mio omonimo, Marco Grasso, sulla vicenda delle case d' oro rivendute alla assicurazione della banca Carige: Carige Vita. Si è scoperto che un giorno il signor Ernesto Cavallini ha comperato per 650mila euro un complesso edilizio di Padova rivendendolo nello stesso giorno (e poi dicono che in banca sono lenti) a Carige Vita ad un prezzo di 8.9 milioni di euro. E allora dove è il problema? Uno può comperare quello che vuole al prezzo che vuole. Si o no! E l' altro, l' assicurazione che è piena di soldi che non sa cosa farne e che mai nessuno andrà a controllare, che poi con quello che fanno tutti questo è niente, può comperare quello che vuole al prezzo che vuole! Si, e allora (che è tanto di moda) dove è il problema. E la legge sulla corruzione, quella che in questo caso fa rimettere i soldi al loro posto e i firmatari di questo tempestivo e geniale contratto in galera, per pochi mesi magari, come mai non la HANNO mai fatta. Vi voteremo sempre perché siete eccezionali. 7 Settembre 2013.

mercoledì 4 settembre 2013

La esemplare dedizione del compagno Violante Luciano.

L' onorevole Luciano Violante, oltre a impegnarsi per la soluzione dei problemi del Cavalier Berlusconi, ha ricordato molte volte a chi "deve tenerne conto", che "durante i governi di centro sinistra, il fatturato di Mediaset è aumentato di 25 volte, come pure non è stata più presa in considerazione una eventuale posizione di monopolio dell'Azienda Mediaset", e "il conflitto di interessi per noi non è mai esistito!" Recentemente il senatore Violante, dopo i tre gradi di giudizio che hanno reso Berlusconi colpevole "al di là di ogni ragionevole dubbio", risostiene con assoluta sobria tranquillità che "noi siamo una forza legalitaria che, come tale, comprende il diritto di difesa e impone di ascoltare le ragioni del condannato! Chissà se avrà usato, in passato, il medesimo metro anche nei confronti di imputati poveracci che avevano commesso errori da poco e non gravanti come macigni su un intero sistema paese come quelli del Cavaliere. Ricordo imvece che l'onorevole Violante, tempo fa, era particolarmente inflessibile nei confronti di giovaninastri accusati di una qualche attività eversiva. Proprio lui che ha silenziosamente accettato le leggi ad personam e i costanti e, quelli sì, eversivi attacchi alla magistratura da parte dell' eccellente condannato. Violante, per la sua attività politica pluridecennale, è uno dei principali responsabili della deriva civile, politica, sociale e morale in cui il nostro Paese fluttua da ormai troppo tempo. E' per questo che, possiamo notare con terrore, meriterà a pieno titolo i voti di Berlusconi per la futura elezione a Presidente della Repubblica. Una vera democrazia ha il dovere di portare a conoscenza i cittadini di queste cose, affinché esercitino il proprio diritto di voto tenendo consapevolmente conto di personaggi come questo, che non dovrebbero mai più essere votati in nessuna tornata elettorale, semplicemente per quello che essi ritengono giusto.

Gli è stato riconosciuto un potere, per molti meritatissimo: Lo usi!

Caro signor Marco Rossini, sostenitore della ubicazione del minareto al Lagaccio o a forte Begato. E se lo si facesse in corso Sardegna dove c'è l' area dismessa del vecchio mercato generale della frutta fresca? O comunque in una posizione consona ad una religione che ha miliardi di discepoli! (Io purtroppo non sono religioso, ma il buon senso deve sempre funzionare.) Ad esempio, l' area di Corso Sardegna sicuramente qualcuno starà pensando ad ancora costruzioni speculative in una città come la nostra dove la popolazione sta sempre diminuendo, le case sfitte sono sotto gli acchi di tutti tranne che degli speculatori. Per fortuna una novità positiva per Genova c'è. La nomina a senatore a vita di Renzo Piano, nella speranza che, questa fortissima nomina, inserisca nella sua natura garbata un poco più di determinazione. E dica ancora una volta la sua idea su problemi che una volta presi da incompetenti rimangono per secoli sulla nostra città. Forza Renzo, si metta come sempre a disposizione della sua città. Ma questa volta parli con l' autorevolezza che gli è stata riconosciuta. E il capello in mano lo faccia tenere a quegli incompetenti di politici mai votati. Marco Emilio Grasso.

Stanno arrivando le decisioni americane, speriamo non siano come quelle di Bush!

"Sibilli e botti, poi quei corpi e corpicini immobili con la schiuma alla bocca". La certezza che la morte è avvenuta per uso di bombe non convenzionali. Il mondo intero ha sempre gestito la forza, che a qualcuno sarebbe bastata come efficace deterrente per la eliminazione o comunque riduzione della guerra, in modo becero. Ricordiamo l' ultimo dei Bush (il peggiore) quando sosteneva, col cipiglio della certezza, di avere la prova provata (quale?) che Sadam Ussein stesse commercializzando sostanze (a torto, perché poi i fatti si incaricarono rumorosamente di sbugiardarlo) che avrebbero favorito la distruzione di massa. Nessuno dico nessuno riconobbe che quel Saddam era l'unico in grado di tenere testa agli integralisti, perché aveva coraggio e la determinazione, e i terroristi islamici erano i suoi storici nemici da sempre. Questo non conveniva riconoscerlo, si è preferito mandare a morire la parte più giovane di un'intera generazione. Quelli che non morirono rientrarono in patria a fare una vita veramente grama. Tutti questi cervelloni umani sono predisposti a stabilire punizioni e sanzioni alle Nazioni che sbagliano, sanno sempre e solo colpire sempre i deboli e gli sfortunati! Mai i ricchi e potenti, che, grazie agli interventi bellici prima e di ricostruzione poi, diventeranno ricchissimi e potentissimi spartendosi una torta ghiotta quanto infame. Invece una sana intelligenza umana vorrebbe ed esigerebbe interventi militari intelligentemente studiati per colpire la forza e l' efficienza dei dirigenti e gestori della guerra civile. Portando inevitabilmente in breve tempo alla soluzione del problema! Questo detterebbero la logica di civiltà e le conquiste tecnologiche con cui gli stati potenti si fanno belli ad ogni pie' sospinto. Al contrario, si è sempre predisposti ad attuare mortificanti proibizionismi di tutti i generi, in particolare viveri e medicinali, cose che non servono agli sfortunati e che faranno diventare sempre più ricchi i commercianti e contrabbandieri; ma sopratutto faranno continuare le guerra. La soluzione di molti disastri è li...a portata di mano, basta essere normali (e mi dici niente!).