sabato 28 novembre 2009

La mancanza della vergogna.

Credo che al punto in cui siamo arrivati non sia più concepibile ritornare ad una società migliore con i nostri mezzi, semplicemente perché questa società per arrivare dove è arrivata, ha dovuto prima distruggere tutti i paletti, etici e morali che sarebbero serviti per impedire questo scempio. Con i pochi strumenti, gli unici che ci sono rimasti, possiamo cercare di limitare i danni della casta, a cui per altro e in tanti cerchiamo di appartenere.
Se vogliamo migliorare la società futura, dobbiamo cambiare rotta. Dobbiamo stanziare una cifra importante, investire nella scuola, necessaria a formare una nuova classe dirigente che abbia valori,(ora scomparsi) che possiamo condividere solo perché sono di la a divenire. Il senso della cosa pubblica, l' alto onore di appartenere a chi è chiamato a difenderla contro chiunque l' attenti, la soddisfazione che si proverrà quando si raggiungeranno importanti obiettivi sociali, dovrà dare una tale carica ai nuovi dirigenti formati con questa nuova scuola e questi nuovi criteri, che probabilmente, i nuovi quadri da questa formati, ci daranno un gran calcio nel culo. Questo sarà il segnale che abbiamo centrato il problema e raggiunto lo scopo.
Non potranno sopportare che noi abbiamo sopportato una casta così gaudente che tutte le sere sale e scende da palcoscenici televisivi meglio di consumati attori, abituati disinvoltamente a dire tutto e il contrario di tutto, essendo certi che oltre lo schermo non ci sono cittadini ma fans.
Non potranno sopportare che noi abbiamo sopportato che i nostri parlamentari siano stati i più cari di tutto il mondo.
Non potranno sopportare che noi abbiamo sopportato la spartizione iniziale dei giganteschi finanziamenti pubblici di qualunque opera.
Non potranno sopportare che noi abbiamo sopportato l' impunibilità di nefandezze, e che con questo nostra sopportazione abbiamo dato l' avvio al disastro.
Non potranno sopportare che alcune imprese del nord abbiano costruito le autostrade del sud in modo tale che per evitare un probabile crollo sui ponti bisogna andare a una velocità ridottissima; e che ora sono le società deputate alla ricostruzione dello Abruzzo.
Non potranno sopportare che nel 1986 dovendo scegliere fra gli acquirenti della società Alfa Romeo, a fronte di una offerta della Ford di 3300 miliardi di lire in contanti e subito, si preferì la risibile offerta Fiat di soli 1072 miliardi, da pagarsi in comode rate senza interessi a decorrere dal 1993. Un valore reale di non più di 400 miliardi di lire, importo non ancora interamente versato nelle casse dello stato.
Tutti questi accadimenti e non solo questi, ci faranno sentire una grande vergogna, che è liberatoria e migliorativa di chi la prova. Liberatoria perché l' insostenibile rossore fa urlare dentro a ad alta voce “non lo sopporterei più”, e migliorativa perché a volte si mantiene la promessa urlata.
Subito dopo il calcio nel culo, piano, piano i comitati di affari si scioglieranno per vergogna.
Sarà la rivincita della vergogna, sarà la sua presenza a salvare il mondo, perché state pur certi se ora siamo dove siamo è perché è mancata la vergogna.

venerdì 27 novembre 2009

Scorribande Fiat

Vivere completamente avulsi dalla realtà, sempre convinti di essere nel giusto, costantemente avvolti da yes man che contribuiscono alla impenetrabilità di qualunque problema sociale al nostro eroe, con la certezza che l' unica entità a cui bisogna rendere conto è sempre la momentanea produttività; non tenendo mai presente il problema sociale,(generato da continue delocalizzazioni produttive) semplicemente perché non interessa. Fa dire al dottor Marchionne: - Alla Fiat conviene costruire la lancia y in Polonia dove già stiamo costruendo la 500-. Non ricordando lo aiuto sociale sempre ottenuta da tutti gli Italiani in forza del vecchio adagio " Quello che conviene alla Fiat conviene all' Italia". Tutto questo è semplicemente ingratitudine da parte della Fiat agli italiani e ben venga la determinazione del ministro Claudio Scajola  anche se molte cose mi dividono da lui. La stessa oscura svendita dell'Alfa Romeo, definita all'epoca un vero e proprio regalo concesso alla Fiat da Craxi, allora presidente del Consiglio, e da Prodi già presidente dell'IRI, è emblematica delle 'strategie di business' della Fiat e della sua capacità di 'persuasione' delle istituzioni: a fronte di un'offerta Ford di 3.300 miliardi di lire in contanti (nel 1986) si preferì la risibile offerta Fiat di soli 1.072 miliardi, in 5 rate da pagare senza interessi a decorrere dal 1993 (un valore economico reale di non più di 400 miliardi di lire, importo ancora non interamente versato nelle casse dello Stato).
A questo punto è avvilente la notizia sulla eredità degli Agnelli. L' Agenzia delle Entrate ha aperto un' inchiesta. Nel mirino, una somma superiore al miliardo di euro depositata in Svizzera e mai dichiarata al fisco italiano. La notizia è confermata dai vertici dell' amministrazione fiscale, l' indagine dell'Agenzia sul “ tesoro” degli Agnelli, è iniziata quando la figlia dell' avvocato, Margherita, ha chiesto di censire l' eredità. Succesivamente si è aperta l' accertamento.

martedì 20 ottobre 2009

La trattativa.

Gran brutto titolo qello di lunedì 19 sul secolo XIX, " Lo Stato tratto con i boss", e chi lo afferma non è un pentito, è il capo dell' antimafia Pietro Grasso.
La merce di uno stato dovrebbe sempre essere pubblica perché di solito uno Stato ha dei valori da difendere e non da cedere segretamente.
Questa trattativa non poteva attuarsi con presenze solari come Falcone e Borsellino.
Mentre loro in modo esemplare cadevano, altri, ora potevano trattare. Hanno negoziato per conto di uno Stato che ora ha vergogna di essere esistito.
Bisognerebbe chiedere scusa ai parenti di tutti i caduti, perché una piccola parte di questo Stato ci appartiene.

giovedì 15 ottobre 2009

Il problema Fiat

Marchionne, amministratore delegato della FIAT; ha candidamente ammesso sul Sole 24 ORE «Tutti noi che operiamo in questo settore - ha spiegato - sappiamo bene che gli incentivi non hanno smosso soltanto gli acquisti previsti per l'anno in corso ma hanno in parte anticipato anche quelli futuri. È necessario tenere conto di questo aspetto per sapere cosa aspettarci nel 2010 e probabilmente oltre. Non è azzardato ritenere che circa mezzo milione di vetture vendute nel 2009 grazie agli incentivi siano in realtà anticipi di acquisti che si sarebbero comunque fatti negli anni successivi». Non rendendosi conto che se la industria automobilistica per mantenere questo livello di produzione ha bisogno di danaro pubblico, vuol solo dire che le vere esigenze del mercato sono soddisfatte da una minor produzione e quindi una ristrutturazione che tenga conto di questo fattore il buon senso la imporrebbe. Ma invece sembra che la folle corsa a dissipare le risorse pubbliche, da quanto dichiarato dal AD della FIAT sia solo allo inizio. Forse Marchionne non sa che più di un terzo del debito pubblico italiano è da addebitarsi alla societa da lui amministrata.

giovedì 1 ottobre 2009

L'insana incapacità di ridimensionarsi

Sono lontani i tempi in cui il ministro.Maroni appartenente alla lega, ad una consueta richiesta di cassa integrazione da parte della dirigenza FIAT, rispose che dopo una spesa pubblica superiore a mille miliardi maturata fino a quel tempo, con la lega al governo era impensabile pensare di soddisfare richieste che ormai appartenevano al passato. Fu a quel punto che la FIAT chiamò alla direzione il dottor Marchionne, dirigente che rivitalizzo l'industria e la portò, al pareggio prima e poi allo utile, il titolo fece una performance notevole, e tutti erano contenti, perché certi che sciupii di danaro pubblico come nel passato non si sarebbero più ripetuti. Non si poteva che dare il merito del positivo sviluppo attuato dalla nostra industria automobilistica, al ministro Maroni e quindi alla lega e indubbiamente anche al nuovo AD Sergio Marchionne. Ora, si pensava, saranno più attenti alle esigenze del mercato, non si metteranno in condizioni di avere i piazzali pieni di auto invendute. La crisi è vero, c'è, ma potrebbe essere una opportunità di un sano ridimensionamento, visto che ora non c' è più lo aumento del debito pubblico a finanziare l' immutabile ottimismo produttivo. Invece no. Alla lega probabilmente è stato detto di fare finta di niente, e così ha fatto, e ora è lo stesso Marchionne a chiedere interventi pubblici. Spiace anche vedere che la migliore produzione della FIAT, la nuova 500 con il suo sanissimo indotto, che avrebbe protetto il lavoro ai propri dipendenti per un duraturo periodo è interamente prodotta in Polonia, ma questo a noi umani non è dato di capire.

mercoledì 30 settembre 2009

La imposizione a tutta la Italia di una produzione dopata.

Marchionne, amministratore delegato della FIAT; ha candidamente ammesso sul Sole 24 ORE «Tutti noi che operiamo in questo settore - ha spiegato - sappiamo bene che gli incentivi non hanno smosso soltanto gli acquisti previsti per l'anno in corso ma hanno in parte anticipato anche quelli futuri. È necessario tenere conto di questo aspetto per sapere cosa aspettarci nel 2010 e probabilmente oltre. Non è azzardato ritenere che circa mezzo milione di vetture vendute nel 2009 grazie agli incentivi siano in realtà anticipi di acquisti che si sarebbero comunque fatti negli anni successivi». Non rendendosi conto che se la industria automobilistica per mantenere questo livello di produzione ha bisogno di danaro pubblico, vuol solo dire che le vere esigenze del mercato sono soddisfatte da una minor produzione e quindi una ristrutturazione che tenga conto di questo fattore il buon senso la imporrebbe. Ma invece sembra che la folle corsa a dissipare le risorse pubbliche, da quanto dichiarato dal AD della FIAT sia solo allo inizio. Forse Marchionne non sa che più di un terzo del debito pubblico italiano è da addebitarsi alla societa da lui amministrata.

martedì 29 settembre 2009

Un popolo di aspiranti fortunati

Tutti sanno che sono i meno abbienti ad essere vittime del vizio del gioco, e che questo, al pari di qualunque altra attività più lo si pubblicizza più si diffonde. Ma che il Governo faciliti l' impoverimento dei suoi amministrati più deboli per fare arricchire i gestori più scaltri, con passaggi giornalieri su tutti i telegiornali pubblici e privati, che se si valutasse il costo pubblicitario risulterebbe insostenibile, essendo lo aumento del costo del giocato sotto gli occhi di tutti. Risulta evidente che al Governo interessa più il buon andamento delle giocate che le singole situazioni economiche dei suoi amministrati più deboli.
Che lo Stato è poco sociale si è evidenziato quando ha permesso che le giocate del lotto e del superenallotto si potessero fare invece che settimanalmente, un giorno sì e un giorno no. Peraltro i giocatori sono sempre trattati maluccio dalla società che gestisce questa proficua lotteria,non paga dei forti guadagni impone paletti penalizzanti alla riscossione della vincita, che visto lo ammontare del non riscosso appaiono ingiustificati. Inoltre lo stato, non contento di questo per lui gaudente andazzo favorisce con ogni sorta di gratta e vinci, distribuiti da tutti i negozi di sale e tabacchi, la ultima generazione dei gratta e vinci ha messo paura anche ai casinò, una volta gli unici deputati a rovinate i giocatori.
Altra piccola osservazione da moralista ( figura di cui si deve avere sempre meno paura di fare) ho letto una pubblicazione di molto tempo fa, relativa allo sconquasso che ha portato una forte vincita ai" fortunati" circa 90% dopo pochi anni erano pieni di rimpianti e rovinati.
Forse a questo punto lo Stato, se proprio deve continuare questa attività, dovrebbe trattare i vincitori di forti somme di danaro, come le persone colpita da grandi disgrazie: Mandare al fortunato vincitore il sostegno di psicologi che gli impediscono e lo aiutino a non commettere irrimediabili comportamenti da nuovo ricco.

Ancora incentivi per il 2010!!!!

Marchionne: incentivi auto anche per il 2100 altrimenti sarà un disastro. E' già un disastro per noi italiani che dobbiamo costantemente intervenire in una società ( la FIAT) che da sola crollerebbe. Si ridimensioni e si investa nel nuovo. Le auto qualche problema lo hanno, il fotovoltaico, l'eolico,e tutti gli altri sistemi relativi alla energia alternativa sono pronti ad assumere gli esuberi della decotta industria automobilistica. Ci vuole coraggio a continuare a chiedere di indebitare il futuro per aziende che futuro ne hanno poco. Ma vi rendete conto di quanta ricchezza si butta via solo perché indisturbati i nostri politici investono insistendo su una industria che ha divorato più di 500 miliardi di euro di risorse pubbliche, più di un terzo del debito pubblico. Quanto potrebbe aver beneficiato la scuola e le industrie alternative al nucleare. Il costo della energia prodotta dalle centrali nucleari non lo si potrà mai sapere visto come una parte di industriali di tutto il mondo risolvono lo smaltimento dei rifiuti.

mercoledì 16 settembre 2009

Dei 500 miliardi di euro di risorse pubbliche regalati all FIAT si dovrà pur parlare prima o poi

Marchionne: incentivi auto anche per il 2100 altrimenti sarà un disastro. E' già un disastro per noi italiani che dobbiamo costantemente intervenire in una società ( la FIAT) che da sola crollerebbe. Si ridimensioni e si investa nel nuovo. Le auto qualche problema lo hanno, il fotovoltaico, l'eolico,e tutti gli altri sistemi relativi alla energia alternativa sono pronti ad assumere gli esuberi della decotta industria automobilistica. Ci vuole coraggio a continuare a chiedere di indebitare il futuro per aziende che futuro ne hanno poco. Ma vi rendete conto di quanta ricchezza si butta via solo perché indisturbati i nostri politici investono insistendo su una industria che ha divorato più di 500 miliardi di euro di risorse pubbliche, più di un terzo del debito pubblico. Quanto potrebbe aver beneficiato la scuola e le industrie alternative al nucleare. Il costo della energia prodotta dalle centrali nucleari non lo si potrà mai sapere visto come una parte di industriali di tutto il mondo risolvono lo smaltimento dei rifiuti. Marco Grasso.
--
--
Marco Grasso
http://marcograsso.blogspot.com/

mercoledì 22 luglio 2009

Marinin a boxiarda (Un fatto realmente accaduto)

Cimitero monumentale di Staglieno, in Genova, galleria Inferiore a
Ponente, loculo numero 583 in terza fila; qui riposano le spoglie
mortali di suor Madre Teresa Solari, nata nel 1823 e deceduta nel
1908. Apparteneva alla Congregazione delle Domenicane e non si conosce
alcun evento preciso delle sua vita che l’abbia innalzata agli onori
delle cronache religiose, eppure sono molti i devoti che ancor oggi si
raccolgono in religioso silenzio davanti alla sua tomba. Il marmo è
contornato da una moltitudine di ex voto e di ceri elettrici accesi
che rendono il sito praticamente unico, per la misteriosa devozione
che rammenta quotidianamente.

Non si conoscono né la qualità né la quantità delle grazie che
questa suora ha elargito, ma a giudicare dall’abbondanza dei
ringraziamenti devono essere tantissime le persone beneficiate e che
le sono rimaste riconoscenti. Insomma, il suo intervento su molti
anonimi richiedenti pare sia stato graditissimo. Tutto ha avuto inizio
molti anni dopo la sua morte; la fama della “suorina ignota” è dovuta
al comportamento insolito di una persona che ho avuto l’opportunità di
conoscere quando ero poco più che un bambino, tra la fine degli anni
Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso.

A “santificare” suor Madre Teresa Solari è stata una certa
Marinin, detta “a boxiarda”. Quando io l’ho conosciuta aveva
settant’anni, ne dimostrava ottanta ed era contenta se la gente
credeva ne avesse novanta, anzi, faceva di tutto per lasciarglielo
credere, a rispetto del soprannome che qualcuno, più lungimirante di
me, le aveva affibbiato.

Era una vecchietta minuta, dimessa e solo apparentemente
dolcissima. Parlava un dialetto fiero, costituito da pochi vocaboli e
da tutti gli accenti adatti a permetterle di raggiungere una gradevole
armonia dialettica.

Doveva essere stata impressionata dalla figura di suo padre,
perché concludeva tutti i suoi discorsi con frasi del tipo «come
diceva mio papà», senza mai aggiungere la consueta aggettivazione di
“buonanima”, perché guardava sempre verso l' alto come se l' anima di
suo papà, o il suo stesso viso, non potessero essere semplicemente in
paradiso ma per giunta proprio lì, sopra di lei, o comunque da quelle
parti.

Ero un ragazzino e mi trovavo a transitare lungo il viale del
cimitero di Staglieno che collega la cappella delle accoglienze con la
costruzione del crematorio. Questo viale è fiancheggiato dai più
grandi campi comunali e dai più bei porticati del cimitero, interrotto
solo all' inizio dalla grande statua della Fede. Ricordo che,
vedendola per la prima volta, associai l’immagine della Marinin a
quella della celebre statua della “vecchietta delle noccioline”,
popolare e misterioso richiamo mitico alla Genova di un tempo. La
signora Marinin aveva una forte somiglianza a quella statua, tanto
da sembrare che fosse appena scesa dal piedistallo di marmo. O forse
quando si è poco più che bambini, tutte le vecchiette assumono per noi
quell’aspetto standard.

Mentre vedevo, forse per la prima volta, questa sua somiglianza
notavo che stava farfugliando qualcosa e immaginai che potesse avere
bisogno. Allora chiesi in modo garbato se parlava con me. Rispose
alzando la voce ma senza guardarmi direttamente, come se parlasse con
chi la volesse ascoltare e non necessariamente con me. Tra le cose che
disse ne afferrai solo alcune, slegate, inframmezzate ad altre
incomprensibili.

«Diva ... che queste piante che fan umbra ai partigen…» e
indicava, ruotando gli occhi a tutto campo e gesticolando brevemente,
i lettini di marmo dei partigiani, lungo il viale, «…sun stêti missi
da me papà».

Così disse, ma non avevo capito nulla e più mi interessavo
al discorso più lei arrotolava le parole. Chiesi scusa e la pregai di
ripetere. Sempre senza guardarmi, la vecchia, con evidente fastidio,
adoperò una specie di italiano letteralmente tradotto dal genovese e
sentenziò, a voce più alta:

«Questi alberi sono stati tutte piantati dal mio papà, mi
ricordo come fosse ieri, ero una bambina da niente che gli portavo da
mangiare mentre faceva dei buchi enormi per metterci le piante.»

«Signora, ma quando lei era piccola anche le piante saranno
state più piccole e quindi i buchi adeguati», dissi ingenuamente ma
anche disposto a credere ad un’altra versione purché mi venisse
spiegata. Non immaginavo che, con quelle mie parole, avrei scatenato
la sua senile collera.

«Sei cose sei viatri zoeni... sei de merde... perché quande
parla un vegiu nu u ste a senti’.» Rimasi scosso. La tenerezza che
quella vecchina mi aveva suscotato fino ad un attimo prima si era
dissolta all’istante. Inoltre stava crollando un mio valore
consolidato: il rispetto per i vecchi. In un lampo pensai che al
rispetto per i vecchi ci potessero essere delle eccezioni. Insomma,
la mal celata cattiveria della Marinin nei confronti di un ragazzo che
la aveva contraddetta su una cosa da nulla, e per giunta in modo del
tutto garbato, era imbarazzante.

Da quel giorno incominciai ad osservarla da lontano cercando di
non essere visto da lei, operazione piuttosto facile in quanto la
Marinin vedeva molto poco e solo da vicino. Più volte, passando per il
viale del cimitero, ebbi modo di notare che metteva in atto la stessa
tecnica usata con me per catturare l’attenzione dei passanti, benché
mi sfuggisse ancora il motivo di quei ripetuti tentativi di attaccare
bottone con qualcuno. Si avvicinava ad una persona, evitava di
guardarla in faccia e simulava di non averne notato la presenza;
farfugliava qualcosa, sempre la stessa, e poi con gli occhietti che
ormai si erano specializzati nel percepire se la sagoma era
interessata e quindi agguantabile, diceva le stesse identiche cose che
le avevo sentito dire io la prima volta: le tombe dei partigiani, le
piante, i buchi, suo padre… Dato che era una figura esile tutti la
lasciavano parlare e nessuno la contraddiceva. Marinin se ne
rimaneva calma e buona per un po’, poi concludeva che, con l'aver
piantato tutti quegli alberi, suo padre era morto in miseria.

«Avei louou tutta na vitta…», miagolava straziante, con vocine
esile. Insomma, al padre, e di rimando a lei, non era rimasto neppure
un soldo per mettere su la pignatta. Di conseguenza tutti - o quasi, e
non posso sapere in che misura – coloro che venivano agganciati da
quel panegirico, mettevano mano al portafogli e rifornivano la signora
Marinin di soldi.Ecco dove voleva arrivare. La mia domanda dell’altra
volta sui buchi l’aveva mandata in bestia perché avevo divagato dal
suo intento, e soprattutto perché aveva capito che da un ragazzino non
avrebbe ottenuto ciò che cercava.

Una mattina Marinin, diretta verso il cimitero per il suo
consueto giro d’affari, passava, appoggiandosi al bastone, davanti al
negozio di fiori di mio zio. Sbucai da sotto la tettoia per
avvicinarla e dissi:

«Buon giorno signora Marinin, come va?» La risposta, secca e
inaspettata, fu un’altra domanda, ben più perentoria ma anche assurda:
«Di chi tei figgiu ti?»

«Di mio padre», risposi, questa volta con un pizzico di malizia
nell’intento

«Vegni in pitin ciu vixin» disse lei curva sul bastone, con la
solita vocina strappacuore. Mi avvicinai e lei: «Ancun in pitin, pe
piaxei…» Sì, ammetto di essere stato ingenuo; d’altronde non si
diventa vecchi per niente. Mi avvicinai quanto le garbava, non
sospettando quello che stava per fare e che ancora una volta mi
avrebbe spiazzato. Quando fui proprio molto vicino mi diede uno
schiaffo così secco e veloce che non pareva potesse essere il suo. Era
lo schiaffo di una persona agile, giovane e vigorosa. Un attimo prima
di essere colpito ebbi la percezione che stesse dicendo qualcosa del
tipo: «Tou daggu perché ti tou meriti, cusci ti impari».

Risposi in modo agitato e piangendo, con il tono di voce di chi
insulta ma nella maniera in cui può insultare solo un ragazzino bene
educato e ingenuo: «Cosa imparo? E perché melo merito?» In quelle mie
parole non c’era tanto la ribellione allo schiaffo ma a quella sua
pazzesca motivazione. Non tolleravo l’idea di avere qualcosa da
imparare da lei, né avevo intenzione di accettare che gli schiaffi si
meritino per non aver fatto nulla di male. Ma curva, barcollando,
quella vecchia non si curò di me o dei miei pensieri, ed entrò nel
cimitero, per la messa in scena di sempre.

Una volta la Marinin scivolò all’ingresso della prima galleria
sulla destra, ruzzolando in terra come un sacco. Molti credettero si
fosse fatta male ad una gamba, invece niente. Illesa. La vecchia
sostenne a gran voce, per farsi sentire da tutti i presenti, che non
si era fatta nulla perché, prima di cadere, aveva guardato la
fotografia sulla tomba della suora e che questa le aveva sorriso. Suor
Madre Teresa Solari.

Fu per lei probabilmente un’illuminazione insperata, un lampo
che attraversò la perfidia della sua mente con la rapidità delle
intuizioni geniali degli scienziati, quanto dei ciarlatani, di rango.
Da quel momento Marinin abbandonò la tattica delle piante, dei buchi e
del padre lavoratore – che evidentemente non macinava più – e assunse
quella della suora miracolosa. Cambiò anche zona cimiteriale,
spostandosi dal vialone di tombe a lettino di marmo, all’aperto, alla
galleria dei loculi dove si trovava la suora sconosciuta. La cosa
funzionò a dovere, e non solo logisticamente, perché garantì un
notevole scatto di carriera all’anziana furbastra che, da mendicante
esperta ma normale, si autonominò promotrice di intercessioni
religiose. Un bel salto, non c’è che dire!

Marinin, ormai spostata l’attività davanti al colombaio della
suora, a tutti raccontava che era stata miracolata, che a volte vedeva
delle macchie di sangue sulla lastra di marmo, che però appena lei
incomincia a pregare piano piano si dissolvevano. E a che si mostrava
educatamente scettico, Marinin con un santo candore diceva: «E perché
duviei cuntave na boxia?» Il perché, a dire il vero, era lampante:
Marinin si proponeva di intercedere direttamente conto terzi, mediante
sue preghiere, naturalmente solo se aiutata un poco, con qualche
soldino.

E la gente? Beh, si sa com’è la gente! Molti spiegavano i
problemi che avevano a Marin: il marito ammalato, il figlio senza
lavoro, la figlia che non riesce a rimanere incinta… ma Marinin
ascoltava appena, capiva poco, perché col tempo era diventata ancora
più sorda. Qualunque cosa le si dicesse lei era solita ripetere
meccanicamente, con aria da mestierante navigata:

«Ghe parlu mi a ‘a munega. Niatre se capimmu. Fieve, che l’é megiu.»
Marin è morta con poca partecipazione da parte di tutti i suoi
paesani perché era conosciuta dalla gente di Staglieno come una
vecchia dalla bontà, diciamo così, “controllata”. Invece molto
dispiacere ne ebbero le tante persone che avevano affidato a lei i
propri problemi.

Ha lasciato una tradizione che è sempre più sentita: la
devozione alla “Suorina”, così la chiamano i devoti che accendono ceri
e depongono ex voto in quantità notevole, sperando in una sua
intercessione positiva, che peraltro a qualcuno deve essere pure
arrivata, visto l’inusuale fervore devozionale. E chissà che tanto non
abbia fatto anche la sapiente intermediazione della scaltra e bugiarda
Marinin che, dribblando qualunque gerarchia religiosa, si adoperò,
anche se in modo non esattamente disinteressato, alla santificazione
della suorina

domenica 5 luglio 2009

Le palle sui bonsai.

Ho letto sul secolo di giovedì 14 maggio che
illustra la indiscutibile bellezza che avrà il museo del bonsai con
vista sol mediterraneo, ci saranno duecento esemplari, alcuni anche
millenari, tutti comunque con i loro bravi 500 anni di età.
Dovremmo imparare a non ingigantire cose che non servono, ma che
rendono meno serio questo stupendo museo di bonsai sul tetto del
terminal traghetti, e molto avvilente il rapporto della notizia falsa
per compiacere forse chi la scrive e il destinatario della notizia
(non vera ) stessa.
Una pianta di 1000 anni ha una vita impressionante, se la si confronta
con gli accadimenti storici verificatesi durante la sua sia pur
vegetativa esistenza. Ad esempio i passaggi di proprietà non sono
possibili neppure per terreni o costruzioni quando si prendono in
considerazione, anche pochi secoli. Inoltre il bonsai ha bisogno di
una manutenzione altamente professionale, la doppia potatura di rami e
radici, la concimazione più che calibrata, e questo mantenerlo per un
numero considerevole di secoli è abbastanza improbabile.
Quando salivano sul patibolo Savonarola e Giordano Bruno, parte dei
bonsai del terminal traghetti, avevano già 500 anni, altri iniziavano
la loro esistenza per averne 500 oggi per il nostro bellissimo porto.
Diciamo semplicemente che i bonsai sono piante stupende, e che a volte
sulla loro età si esagera. Ci vorrebbe un tasto su tutti gli scritti
destinati al pubblico che cliccandolo elimina la falsità o la semplice
bugia come quando cliccando sul computer (il tasto controlla errori)
questo elimina le balle che in quanto tali non servono e
rincitrulliscono. Questo detto da un ex fioraio.

venerdì 3 luglio 2009

La dignità del fallimento

E' inutile, prima o poi si arriverà alla attuazione del principio che i comportamenti corretti lo sono per tutti: Governo e opposizione, e chi non si atterrà a questi comportamenti dovrà andare a casa e lasciare il posto a chi con questi comportamenti non si è compromesso. Così dovrà andare a casa chi non potrà spiegare con logiche umane cosa intendeva nel non considerare perseguibile penalmente il falso in bilancio. Cosi' dovrà andare a casa chi per un pelo non fa passare la legge salva Tanzi, secondo la quale nessuno può essere messo in carcere se non è dichiarato fallito, pur avendo con i suoi comportamenti disinvolti rovinato una enormità di risparmiatori. Altra distanza siderale nei confronti della loro sempre sbandierata amica America, la quale permise a un suo presidente (Truman) di pagare i debiti del suo fallimento con lo stipendio della casa bianca. Perché il fallimento è concepibile nel mondo degli affari, se non si è truffaldini, e non si vuole creare danni a terzi e ricchezza per il fallito. Ci sono fallimenti pilotati da disgustosi professionisti che hanno gratuitamente rovinato il fallito, perché alla fine della procedura tutti i creditori sono stati soddisfatti al 100%. Noto è il fallimento di una importante famiglia di armatori genovesi. Siamo in un periodo molto buio, e sicuramente non può continuare, e a volte la confusione è tanta.

giovedì 25 giugno 2009

Il nuovo sistema di voto.

Il sistema del premio di maggioranza a favore del solo partito con più alto numero di voti e non alla coalizione, va solo in una brutta direzione: Esaspera il valore del voto; E la dove il voto si vende, viene per la democrazia, negativamente rivalutato, e chi lo compera si compromette in promesse che deve mantenere, semplicemente perché senza quei voti non potrebbe governare (finalmente da solo). Quando poi le promesse dovranno essere mantenute tutti ce ne accorgeremo, e allora ci sentiremo ancora più avviliti. Molto più difficile è impegnare in poco democratici favoritismi una coalizione. In questo senso ha ragione la lega. Con questo sistema se anche la lega dovesse raddoppiare i voti non conterebbe più nulla.
Diversa posizione è per il partito democratico, questo ha solo un grande sogno, ed è disposto a qualunque cosa pur di non avere a che fare con qualunque coalizione, e provare a governare da solo.
Conclusione, noi italiani non siamo portati per la democrazia, per le regole, per questioni morali che dovrebbero inibire lo strapotere e il privilegio di chi è chiamato a governare. Adoriamo le furbizie le scorciatoie, per l' onestà e l' intelligenza c'è tempo.

Basta macchine!

--
Marco Grasso
http://marcograsso.blogspot.com
Elkann: Mercato in caduta libera, le case preparano tagli fino al 20%. Annuncia, il giovane vicepresidente della Fiat, John Elkann, fra due anni uno dei tre stabilimenti italiani, quello di Imola verrà chiuso. I sindacati accusano il potente Marchionne di non rispettare gli accordi di palazzo Chigi. Aveva escluso la chiusura di fabbriche in Italia.
Credo che sia tutta colpa della presunzione di tutti gli addetti ai lavori delle case automobilistiche di non voler prendere in considerazione che la festa è finita !!! Che per il futuro di macchine ce ne sarà di bisogno sempre di meno, e meno male, perché io non capirei dove ce le potremmo mettere ai livelli di produzione che considerano sostenibili lor signori.
Intanto tutti questi sbagli di previsione sono sulle spalle della società, cioè noi; Occorrerebbe una sana conversione per investire in ciò che la società ha bisogno, e non dare più soldi alla industria automobilistica, perché siamo stufi di vedere ingigantire il nostro debito pubblico per colpa di questa industria. Operi per conto suo, rischiando del suo, e non pretendere più soldi da parte dello Stato, tra l' altro senza mai averli restituiti (e sono 520 miliardi di finanziamento dato alla Fiat dallo Stato, poco meno della metà del debito pubblico. La pelle si accappona se si pensa quanto interesse vivo annuo dobbiamo pagare). In nessun paese al mondo si è verificata una situazione così punitiva nei confronti della società civile.

Brunetta a otto e mezzo, mercoledi 24 giugno2009

Brunetta a otto e mezzo.
L' altra sera nella trasmissione condotta da Lilly Gruber e Federico Guiglia, il ministro Brunetta, in maniera dotta ma precisa come sempre, sosteneva che buona parte degli italiani (pensionati e appartenenti al settore pubblico) la crisi ha regalato loro una situazione economicamente vantaggiosa. La spiegazione è semplice: I loro stipendi hanno avuto una rivalutazione dovuta alla diminuzione di costo di certi prodotti colpiti appunto dalla crisi, esempio bolletta elettrica e gas, e tutto il resto. E se questi fortunati non consumano come dovrebbero, é la prova provata che sono preda della pubblicità catastrofista della opposizione governativa, che terrorizza su una crisi che in realtà almeno per loro non c'è. Nessuno dei due conduttori ha contestato al sempre felice Brunetta che la crisi ha falcidiato in modo devastante sopratutto i risparmi, cioè la sicurezza di tutte le famiglie, ed è forse questo motivo unito a moltissime cose che il semplice buon senso evidenzia a inibire acquisti di prodotti che per lo più servono a chi li produce.

martedì 23 giugno 2009

Una opportunità mancata.

L' eredità della prima stagione del nucleare, ha fatto dichiarare al professor Carlo Rubbia, ( Premio Nobel )quando era presidente dell' Enea, e quindi responsabile dei materiali radioattivi, che Saluggia località piemontese, è uno dei posti con la pericolosità radioattiva più alta al mondo. La nuova produzione nucleare non farà che creare nuovi siti di stoccaggio di future scorie che inevitabilmente produrremo.

Perché quando si calcola il costo di questa energia nucleare si omette sempre l' onere di adeguamento dei siti di stoccaggio, e non si ricorda che nessuna compagnia di assicurazione prende in considerazione la opportunità di assicurare l'eventuale rischio nucleare, semplicemente perché il disastro è economicamente insanabile, ma solo semplicemente subibile.

Perché, ora che sta partendo il nucleare stiamo tutti zitti, sapendo che le centrali nucleari servono solo a chi le fa.

Perché non abbiamo sfruttato (sarebbe stato bellissimo a livello Europeo) l' occasione della grande crisi dell' auto per investire e dare occupazione ai nuovi esuberi creando una nuova e potente industria Europea per la industria di energia alternativa, ristrutturare in modo consono e intelligente la nuova produzione di autovetture, invece di spendere ingenti energie per riattivare a livelli insostenibile l' industria automobilistica

Le regole c' erano, bastava rispettarle.

Franclin Delano Roosvelt decise di modificare il sistema finanziario statunitense per impedire che si ripetesse un 1929. E queste regole se non fossero state sospese nel 2004 dai repubblicani per le 5 banche di affari di Wall Street non saremmo arrivati alla attuale crisi.

Nel 2002 George W. Bush annunciava il piano (tanto caro alle banche di investimenti) per allargare il mercato dell' acquisto della prima casa anche a chi non se la poteva permettere. E' nel 2004 la Sec, l' equivalente della Consob italiana che concede alle cinque banche di affari l' esenzione da quei tetti (di rapporto fra capitale proprio e capitale di rischio) che una sana politica economica aveva imposto. Nello stesso tempo, più o meno, le cinque banche di affari ( e per fortuna solo loro) non essendo più vincolate da tali regole fra capitale proprio e capitale di rischio, ma il completo abbandono di tale rapporto (i creativi incominciavano a far sentire la loro presenza). La felicità economica sembra raggiunta. E' doveroso ricordare che senza questa pazza legge che dava la possibilità alle cinque banche di affari di operare svincolate da leggi prudenziali non si sarebbe potuti arrivare a questo disastro. E sappiamo tutti come è andata a finire. Questa è una delle ragioni più importanti della crisi. Il presidente Obama per rispetto verso il suo predecessore non può essere più chiaro.

sabato 30 maggio 2009

L' attivismo brunettiano.

Le pene che il professor Brunetta elargisce a chi falsifica certificati medici e a chi ne usufruisce l' indebito vantaggio sono senza dubbio pesanti. Per chi falsifica bilanci possibile che risponda, " non sono di mia competenza". Per i commessi delle due camere, Senato e Deputati, che guadagnano cifre esagerate ( orticanti in questo momento di perdite di lavoro e sicurezza nella vita di buona parte degli Italiani) e che fruiscono di trattamenti pensionistici faraonici, possibile che risponda "Non sono all' altezza".

sabato 9 maggio 2009

Se sono rose fioriranno.

Tutti vogliono comperare tutto.
Tutti vogliono diventare più grandi della Toyota o almeno secondi.
La Fiat vuole Chrysler e Opel.
Anche i fondi sovrani di Abu Dhabi e Singapore e tre gruppi di private equiti sono interessati agli stessi acquisti Fiat. Pare che la Fiat sia interessata anche alle attività svolte dalla G.M. in America Latina. Comunque l'ultimo programma in fase di attuazione sarebbe; Fiat Group Automobile, unita con Chrysler e General Motors Europa, sostiene Marchionne, darebbe origine a un gruppo in grado di vendere per 80 miliardi di euro allo anno, corrispondente ad un quantitativo di 6-7 milioni di macchine. Mi sembrano tante le macchine e tanti i soldi. Non si è sentito parlare di esubero del personale che scaturisce da questa fusione. Non si è sentito parlare di come questo nuovo colosso si comporterà in caso di nuove crisi, in relazione alla cassa integrazione; Ma soprattutto non si sente dire come agirà la Fiat, nei confronti di uno stato da sempre pagatore, in caso di clamoroso successo dell' operazione, che peraltro tutti ci auguriamo. La America ha fatto sapere che i soldi che mette a disposizione una volta sanate le aziende devono rientrare.

Risposta a Bizzarri

Caro Bizzarri,

Genova sta diventando di serie B perché non c'è il sindaco che fa le cose normali, quelle proprie dei sindaci di una volta. Il funzionamento dei mercati, attività praticamente nata con i comuni, ora si attua con l'autogestione. Con il risultato che tutti i mercati autogestiti sono un disastro. Si è voluto delegare la gestione dei mercati comunali ai singoli rissosi commercianti perché i funzionari comunali non ne potevano più di fare il loro lavoro. La raccolta differenziata non la si può fare se non c'è un sindaco che ama la sua città ed abbia un forte desiderio di risolvere e raggiungere un risultato difficile.

La raccolta della spazzatura ha raggiunto un tal livello di autonomia che un autista e un camion automatizzato svolge un lavoro che solo poco tempo fa impegnava moltissime persone, ma questo doveva essere considerato una tappa per raggiungere il risultato difficile.

A Sottoripa c'è un ristorante che è imbarazzante raggiungere per via del degrado di sporcizia topi e prostituzione? Ci conviene vedere il problema come se fossero un simpatico folclore.

I sindaci oggi sono dei maneger indaffarati, e come tali i problemi della città sono risolti da dirigenti comunali in piena autonomia.

Oggi i sindaci stipulano contratti con esperti in derivati, oggi vendono le dighe per fare un mercato generale della frutta e della verdura che la sua inaugurazione e il suo avvio a dir poco inquietano. Oggi studiano il valore del concambio del valore delle azioni della propria società dell' acqua per l' ingresso in una società di capitali gestita da persone che devono rispondere agli azionisti e non ai cittadini, perché così ha deciso il sindaco. Oggi questo può accadere perché ci siamo noi, i peggiori cittadini di tutti i tempi. Marco Grasso

domenica 3 maggio 2009

Derivati che passione.

Derivati, rieccoli.
Fatelo per i nostri figli, spiegate che chi è caduto in questa laccia tutto era tranne che non responsabile.
Si capisce che l' uso dei derivati, in particolare con le amministrazioni pubbliche, era come minimo, finalizzato allo arricchimento del proponente e al futuro disastro pubblico.
Mi domando: Possibile che con soldi pubblici spesi per fior fiore di consulenti a nessuno di questi sia mai stato sottoposti questi devastanti contratti, possibile che non abbiano mai fatto quello per cui venivano pagati, oppure erano i sindaci che si sentivano onnipotenti e decidevano da soli. Perché nei contratti, sia pure ben nascosta la stangata doveva per forza trovarsi. Fosse un film dell' orrore alla fine si saprebbe chi è il colpevole, o forse per il volere di una divinità sconosciuta non dobbiamo sapere nulla. Confidiamo nel signor Robledo

Coraggio.

Coraggio.
L'altra sera in una trasmissione televisiva ho sentito per l' ennesima volta questo concetto: “ L' America non potrà più fare da locomotiva trainante perché in crisi, quindi speriamo in Cina e India.” Questo pensiero, che il mondo per sopravvivere abbia sempre bisogno di milioni e milioni di persone che si ingozzino di prodotti per lo più inutili, dando però la possibilità a chi li produce di superare la crisi, mi sembra abominevole.
Ora che questa crisi ha l' opportunità di evidenziare quanto sbagliato sia il modo di impegnare i viventi di questo pianeta per terminare dignitosamente la loro esistenza, e che così poche persone ( Obama un poco confuso ma fra queste) stiano percependo che ormai la terra stia sempre di più assomigliando ad una astronave e che prima o poi il comportamento dei terrestri diventerà obbligatorio per tutti.
Ma come si fa a pensare ancora al nucleare, e a boicottare le altre forme di energia. Queste si che darebbero l' opportunità di superare la crisi in modo intelligente. Creando lavoro vero e con finalità che sarebbero sotto gli occhi di tutti, assorbendo parte dei lavoratori della ormai sfinita industria automobilistica.
Ma come si fa a non sentire la gravità dello smaltimento delinquenziale di ogni tipo di rifiuto, figlio spessissimo di una dissennata produzione industriale che è sotto gli occhi di tutti.
Ma come si fa a non prendere in considerazione di punire chi si è arricchito costruendo in modo criminale e pagato con soldi pubblici, specialmente al sud nelle zone terremotate. Ora al banchetto della ricostruzione in Abruzzo ci sono le imprese recidive dello scempio della ricostruzione dei trascorsi terremoti, speriamo che facciano meglio.
Marco.

lunedì 27 aprile 2009

Silvio, Gianfranco e la follia.

Quando Gianfranco Fini al congresso di Roma che sancì l' unione fra Forza Italia e Alleanza Nazionale dando origine al nuovo partito Popolo della Libertà, disse che questa unione era stata possibile per la “ lucida follia “ di Silvio Berlusconi. La cosa rese gioioso il Cavaliere. Il signor Fini non capì che il Premier in un nano secondo gli sottrasse tutto il potere sui suoi generali e sulle truppe a loro fedeli. Si può essere fedeli a una sola persona, meglio se questa ha il potere di nominare chi vuole e a qualunque carica. Quindi questa lucida follia è stata, per il Cavaliere una lucida saggezza.
Il Premier affascinato dal complimento di “lucido folle” elargito dall' alleato Fini, relativamente alla scelta del luogo per lo svolgimento della riunione dei G8 presso la città terremotata dell' Aquila sostiene: “ Spesso le scelte più ragionevoli non sono quelle che scaturiscono dalla ragione ma quelle che vengono prese con visionaria follia” Oltre alla giusta preoccupazione che Il dirigente Massimo si stia convincendo che la normalità e il buon senso sia conveniente abbandonarli per la più proficua follia, e sperando che possa avere ancora una volta ragione, il Signor Berlusconi da l' impressione di divertirsi molto

Dalla Maddalena alla Aquila

Spostare il vertice dei G8 è ritenuto da molti una follia.
Bertolaso, pare sia l' artefice della pensata ed essendo per il Governo in odore di santità, lo spostamento si farà. I soldi spesi per i preparativi alla Maddalena non sono soldi pubblici?
E' chiaro che per un magistrato amministrativo (Corte dei Conti) potrebbe ravvisare in questo spostamento, un comportamento antieconomico, a cui tutti gli amministratori dovrebbero sottostare, dando origine( speriamo di no) a una altra guerre fra potere e magistratura che farà stare male tutti.
Ma se sembravano in ritardo i preparativi alla Maddalena, figuriamoci alla Aquila terremotata, che fino a pochi giorni fa si scoraggiava di non raggiungere il luogo del sisma per non intralciare l' opera di soccorso.
A me verrebbe da pensare che i G8 sicuramente ostacoleranno gli aiuti che già dovevano essere forzati per dare a tutti un riparo entro il 15 agosto periodo in cui all' aquila arriva l' inverno e non l' autunno.
Imbarazzanti saranno i giudizi degli alleati di governo che a volte soffrono ad assecondare le ragazzate del premier. Marco Grasso.

sabato 25 aprile 2009

Lo spirito della resistenza deve sopravvivere all' evento che l' ha creato.

L'errore della commemorazione del 25 aprile a 64 anni di distanza, oltre ad aver permesso che nelle scuole non sia mai stato storicamente trattato, ma semplicemente ignorato, è di pretendere di celebrarlo con la stessa euforia che la si da ad eventi importanti accaduti pochi anni prima, cercando di rivitalizzare lo spirito della Resistenza.
Oggi è impensabile di suscitare per la Resistenza lo stesso interesse che esisteva negli anni cinquanta, anche se condiviso dalla maggioranza degli Italiani.
Diverso sarebbe chiamare a raccolta lo spirito delle Resistenza degli Italiani per una nuova Resistenza ad una forma di creare ricchezza mediante ignobili metodi di costruzione, in particolare al sud da società ben identificate dalla magistratura e dai familiari delle vittime dei crolli, e ben tutelate dall'attuale potere politico.
Questo nuovo atto di chiamata a raccolta dello stesso spirito nazionale generato dalla Resistenza ma utilizzabile per motivi diversi darebbe ulteriore lustro alla Resistenza dell' aprile del 1945
Se tutti gli Italiani nelle future date del 3 aprile alle ore 03,32 ricordassero assieme ai morti anche il disprezzo per colpevoli, e da non permettere di trasformarli in ricostruttori, allora si potrebbe ragionevolmente pensare che qualcosa di nobile sta rivivendo.
Sulla base del ricordo di questo evento ci vorrebbe qualcuno che creasse una Resistenza che sarebbe sicuramente più sentita di quella che stiamo per celebrare, senza nulla togliere al lontano ricordo del 25 aprile 1945, ma come detto prima ringraziare il glorioso evento storico per avere creato un così grande spirito Nazionale. Marco.

venerdì 17 aprile 2009

Il problema mafia si risolvererà da solo.

Lo stato deve prendere in considerazione di riabilitare le imprese del sud in odore di mafia.
Per una serie di motivi che il comune buon senso suggerisce.
Prima di tutto perché non possono che essere migliori delle imprese del nord se trattate senza discriminazione.
Le imprese del nord sono più brave a non essere inquisite perché legate mani e piedi alla politica, e quindi impunite.
Le imprese del nord riescono a creare un fruttuosa soggezione alle loro colleghe del sud del tipo " Se non fosse per noi voi proprio non lavorereste " delegandole ad assumersi quelle responsabilità che oggi sono sotto gli occhi di tutti in Abruzzo.
Se queste imprese fossero ammesse agli appalti in prima persona, e non a vergognosi sub appalti, con insostenibili decurtazione sul prezzo pattuito con lo stato, potrebbero fare cose egregie.
Potrebbero prendere la passione al lavoro invece che essere costrette a cercare voti per il furbacchione di turno.
E poi se non siamo stati capaci di sconfiggere la mafia con Caponnetto, Borsellino e Falcone e meglio sperare che questa cambi di suo. Marco Grasso.

mercoledì 15 aprile 2009

La vera indecenza.

La vera indecenza.
Non possono essere considerati indecenti quesiti o i dubbi che una trasmissione pone o che un giornalista fa. Firmandoli e mettendoci la faccia, siano essi Travaglio o Santoro o chiunque altro.
La vera indecenza è nel non dissipare i dubbi e nel non dare delle risposte ma nel correre allo unisono ad una sorta di indignazione che poco a che fare con la chiarezza. Questo atteggiamento non soddisfa quella che è l' esigenza di tutta la parte sana del nostro paese. Avere delle risposte. E' questa la vera emergenza. Sapere se in Italia si può costruire in modo criminale, e poi partecipare impunemente alla ricostruzione. E' questo il vero avvilimento. Non è neppure bello sapere che l'Italia è un paese che non sopporta una trasmissione che fa domande, e che la sua classe dirigente si compatta indignata. Perché le imprese tirate in ballo con nome e ragione sociale dagli indecenti tacciono? E questo che mortifica. Questo modo di pensare, questa diffidenza, questo ritenere una forma di rispetto per le giovani vittime, nel ricercare e punire i responsabili, è un atteggiamento che si rafforzerà giorno per giorno, e fatalmente sconfiggerà il gruppo che sostiene la fatalità. Mi aspetto un atteggiamento in tal senso anche dal Santo Padre, perché non può pregare per le vittime senza pensare ai colpevoli. Marco Grasso.

venerdì 10 aprile 2009

Ogni tanto un poco di luce.

Ogni tanto un po di luce.
Ieri sera, guardando Anno Zero, la trasmissione di Santoro, ho sentito per la prima volta enunciare un principio che se attuato potrebbe iniziare a risolvere il problema della speculazione, della collusione, e della mafia.
Questo è il principio della responsabilità.
Un sottosegretario del governo Berlusconi ha sostenuto, in palese buona fede, che i responsabili e le società che si sono ingozzati nel costruire l' ospedale e la casa dello studente e altri edifici che dovevano essere costruiti con criteri antisismici, dovranno essere processati.
Queste società hanno un nome, come i costruttori, e anche i fornitori , come pure ha un nome che doveva sorvegliare sulla bontà del manufatto.
Bene.
Se una volta stabilita la responsabilità, si ambirà anche anche al risarcimento, pubblico e privato del danno come per il proprietario della ditta che produceva l' eternit, allora non vorrà solo dire che qualcosa sta cambiando, ma che la prossima volta un costruttore a comportarsi in modo disonorevole costruendo in una zona sismica ci penerà un poco di più.

mercoledì 8 aprile 2009

Vita catastrofica
In tutte le pellicole a tema catastrofico, con abbondanti effetti speciali, dighe che crollano, enormi masse di acqua che esplodono contro inermi paesi, gigantesche quantità di vittime, c'è sempre il mite scienziato che lo aveva previsto. Prima o poi nel film, allo scienziato viene data soddisfazione, da parte della comunità scientifica, da parte del sindaco del paese sfortunato, e un gran bacione da parte della solita fidanzata. In Italia no. La comunità scientifica sostiene con veemenza che i cataclismi sono imprevedibili. Al nostro eroe gli va bene se non gli danno la patente del porta sfiga, oltre ad essersi beccato un avviso di garanzia in tempi non sospetti. Allora perché si spendono soldi pubblici se non serve a nulla prevedere i terremoti. Marco Grasso
Parte la speculazione
Se c'è una cosa triste da vedere sono le case della speculazione.
Offrono tutte la stessa percezione dello avvilimento.
Ora che con questa crisi siamo diventati tutti più vecchi, più stanchi, ne avvertiamo la incombenza perché sappiamo che se parte la speculazione ci arresteremo solo a catastrofe avvenuta, nemmeno quando ci accorgiamo che la fruizione è vicino allo zero ci fermeremo.
Questo operare è un disastro, come si può pensare di uscire da una così terribile crisi legalizzando la speculazione.
Diverso è riadattare, rifare, buttare giù e tirare su, con criteri rigorosamente ecologici. Fare case come al nord, che per il riscaldamento consumano l' 80% di energia in meno.
Questo avrebbe un senso. Il mondo comincerebbe a migliorare, lasciandosi il picco della devastazione alle spalle. marco Grasso.

Perché se ne andranno.

Perché penso ci sarà una sorta di rivoluzione globale che avvera nel corso dei prossimi anni.
Tre casi emblematici.1) I vertici societari di Royan Bank of Scotland hanno proposto un piano di compensi vergognoso dopo che lo stato Britannico ha salvato la banca dal fallimento con 20 milioni di sterline pubbliche. L' AD della banca è Fred Goodwin, che percepirà una pensione annua di 703.000 sterline annue, e pare che giuridicamente non si possa bloccare questo premio perché legalmente deliberato. 2) Tutti i personaggi della Wall Street Americana appena ricevuti i finanziamenti pubblici a sostegno della loro crisi si sono divisi stipendi vergognosi, anche se poi fortemente inibiti dal Congresso.3) Il nostro caso Parmalat, con l'orticante animosità con cui si cerca di farlo passare come un caso da dimenticare. E' chiaro che una classe dirigente che non sa tenere il timone in questi casi, che non è neppure in grado di dare soddisfazione giuridica alla infinita' di truffati verrà semplicemente sostituita. Poteva forse bastare una legge che desse a tutti i dirigenti che non hanno prodotto utile uno stipendio normale, accettabile comunque non vergognoso. Sarebbe stato decoroso sostituirli, avrebbero accettato tutti, ci sarebbe voluto un po di coraggio, ma come dice il Manzoni chi non celo ha non se lo può inventare. Marco Grasso
Vita catastrofica
In tutte le pellicole a tema catastrofico, con abbondanti effetti speciali, dighe che crollano, enormi masse di acqua che esplodono contro inermi paesi, gigantesche quantità di vittime, c'è sempre il mite scienziato che lo aveva previsto. Prima o poi nel film, allo scienziato viene data soddisfazione, da parte della comunità scientifica, da parte del sindaco del paese sfortunato, e un gran bacione da parte della solita fidanzata. In Italia no. La comunità scientifica sostiene con veemenza che i cataclismi sono imprevedibili. Al nostro eroe gli va bene se non gli danno la patente del porta sfiga, oltre ad essersi beccato un avviso di garanzia in tempi non sospetti. Allora perché si spendono soldi pubblici se non serve a nulla. Marco Grasso

venerdì 20 marzo 2009

Vacanza in Egitto

Consigli per chi va in vacanza nel bellissimo Egitto e paesi limitrofi.
Nel 2003 andai a Sharm El Sheik con mia moglie e un'altra coppia di amici. Avevamo lasciato a casa i figli perché dovevano ancora finire di studiare. Costo: 500 euro a persona per una settimana, in un albergo con una esagerazione di stelle, un lusso architettonico immenso anche se un po kitsch, personale a profusione come se non costasse nulla, piscine esagerate che scimmiottavano il mare, sdraio veramente belle e confortevoli con materassi bellissimi e un servizio “alla sdraio” strepitoso. La colazione il pranzo e la cena, poi, erano presentati in modo così volenteroso, che pretendere che anche il gusto fosse eccellente francamente era troppo. Quando si lasciava l’albergo e si andava al mare, ci mettevano in contatto con la barriera corallina, dove una fauna e flora emozionante ci stupiva con colori cosi violenti e delicati e a tratti con colori pastelli di tutte le tonalità. La disposizione dei fiori dava la sensazione che avessero appena allagato il tutto perché poco prima era venuto un gran fioraio a mettere corbeille colorate sulla collina verso il largo. La sera tornando in albergo chiesi all’organizzatore delle escursioni di voler partecipare alla gita nel deserto che si faceva con i quad. Chiesi anche se eravamo assicurati. La risposto fu “certamente sì”. Partimmo la mattina del giorno dopo alle 07.00 e saremmo dovuti arrivare dove affittavano le moto un'ora dopo. L'autista col nostro accompagnatore cominciarono a parlare e ad andare talmente forte che il nostro pulmino perdeva continuamente aderenza da terra, sbandando in continuazione. Mi ricordai all'ora che quando in un'altra occasione ero stato a Il Cairo per due mesi e ogni volta che prendevamo un taxi dovevamo oltre che l'importo trattare anche per una guida umana, e nonostante tutto era sempre difficile ottenere prudenza, perché era vista come una forma di incapacità a guidare, se non addirittura una sorta di vigliaccheria. Quando mi accorsi che se pur preoccupati tutti stavano zitti, tirai un urlo che fece impressione pure a me. Il pulmino si fermò e l’interprete mi chiese ossequiosamente preoccupato il motivo di tale lamento. Dissi semplicemente che io e mia moglie volevamo tornare a piedi in albergo perché quella velocità ci creava uno stato d’ ansia, e che comunque avremmo pagato anche se tornavamo indietro. A quel punto tutti volevano tornare indietro, l’interprete promise che non sarebbe piu successo, così ripartimmo con un'andatura stavolta forse eccessivamente lenta. Arrivammo in quel capanno nel deserto dove dovevamo scegliere i quad tutti allineati in bella mostra. A fianco dei veicoli era presente un foglio da compilare sul quale c’era scritto in perfetto italiano che qualunque cosa sarebbe successo, sarebbe stata a nostro rischio e pericolo. Dichiarai che non avrei affittato il veicolo se dovevo firmare quel foglio palesemente in contrasto con quanto discusso la sera precedente. E anche gli altri turisti presero parte alla mia decisione e così nessuno firmò quel foglio,e partimmo per l’ escursione senza firmarlo. . Ormai ero diventato il legale del gruppo, sprizzavo buon senso da tutte le parti. Se avessimo firmato e fosse successo qualcosa, al nostro rientro avremmo fatto la figura degli sprovveduti. Poi ho sentito di incidenti successi in Egitto in strade deserte dove la gente si è fatta del male: penso quindi che un po' di rumorosa attenzione da parte degli utenti, specialmente in paese stranieri,a volte possa essere utile.

giovedì 12 marzo 2009

Il momento economico è tragico.

Caro Roberto il momento è tragico, (economicamente) perché i governanti in nome dell' emergenza hanno la facoltà di accedere al credito più abbondante, che solo questa crisi eccezionale ha messo loro a disposizione, ma anche il più peloso perché è quello che pagheranno le future generazioni: Il fatto è che i più sostengono (nello intimo) cosa mai hanno fatto le future generazioni per noi. E' anche difficile operare per gli onesti, prendi ad esempio Obama, persona a tutti gradevole, volevo dirgli di fare prima uno studio di fattibilità sul finanziamento alla G.M. ma non sono riuscito a parlargli.
Se prima di versare i 14 miliardi di $ avesse fatto studiare dove arrivava con quella cifra versata in G.M. come minimo si sarebbe reso conto che era insufficiente e avrebbe comunque preso in considerazione forse che era meglio una ristrutturazione che forse la gente è stufa di SUV. E comunque poteva anticipare la furba frase dei dirigenti G.M. " se non ci date altri soldi falliremo"
Ancora peggio per le banche, che dopo un anno disastroso si sono concessi premi per 18 miliardi di $. Il capo delle facce come il culo va a John Thain capo della Mrrill che ha dato premi per 4 miliardi di $ praticamente con i finanziamenti pubblici, arrivando ad anticipare il bonus del 2009 in ragione di 1/12 perché il finanziamento è stato fatto a gennaio. Cosa mai fatta quando rubavano in tutta tranquillità. E dato che tutti questi dirigenti sono come onesti lavoratori al loro posto, non invidio una persona come Obama. Marco Grasso

Al punto in cui siamo.

Al punto in cui siamo.
Credo che al punto in cui siamo arrivati non sia più concepibile ritornare ad una società migliore con i nostri mezzi, semplicemente perché questa società per arrivare dove è arrivata, a dovuto prima distruggere tutti i mezzi che sarebbero serviti per impedire questo scempio. Con i pochi strumenti, gli unici che ci sono rimasti, possiamo cercare di limitare i danni della casta, a cui per altro e in tanti cerchiamo di appartenere.
Se vogliamo migliorare la società futura, dobbiamo cambiare rotta. Dobbiamo stanziare una cifra importante, necessaria a formare una nuova classe dirigente che abbia valori che noi possiamo condividere solo perché sono di la a divenire. Il senso della cosa pubblica, l' alto onore di appartenere a chi è chiamato a difenderla contro chiunque l' attenti, la soddisfazione che si percepirà quando si adempieranno vere esigenze sociali, dovrà dare una tale carica ai nuovi dirigenti formati con questa scuola e questi criteri, che probabilmente ci daranno un gran calcio nel culo. Questo sarà il segnale che abbiamo raggiunto lo scopo.
Non potranno sopportare che noi abbiamo sopportato una casta così gaudente che tutte le sere sale e scende da palcoscenici televisivi meglio di consumati attori.
Non potranno sopportare che noi abbiamo sopportato che i nostri parlamentari siano stati i più cari di tutto il mondo.
Non potranno sopportare che noi abbiamo sopportato la spartizione iniziale dei giganteschi finanziamenti pubblici di qualunque opera.
Non potranno sopportare che noi abbiamo sopportato l' impunibilità di nefandezze, e che con questo nostra sopportazione abbiamo dato l' avvio al disastro. Subito dopo il calcio nel culo, piano, piano i comitati di affari si scioglieranno per vergogna, tutti non saranno in grado di non vedere perché anche loro avranno vergogna. Sarà la rivincita della della vergogna, sarà la sua presenza a salvare il mondo, perché state pur certi se ora siamo dove siamo è perché manca la vergogna. Marco Grasso.

martedì 10 marzo 2009

La mancanza di vergogna

Al punto in cui siamo.
Credo che al punto in cui siamo arrivati non sia più concepibile ritornare ad una società migliore con i nostri mezzi, semplicemente perché questa società per arrivare dove è arrivata, a dovuto prima distruggere tutti i mezzi che sarebbero serviti per impedire questo scempio. Con i pochi strumenti, gli unici che ci sono rimasti, possiamo cercare di limitare i danni della casta, a cui per altro e in tanti cerchiamo di appartenere.
Se vogliamo migliorare la società futura, dobbiamo cambiare rotta. Dobbiamo stanziare una cifra importante, necessaria a formare una nuova classe dirigente che abbia valori che noi possiamo condividere solo perché sono di la a divenire. Il senso della cosa pubblica, l' alto onore di appartenere a chi è chiamato a difenderla contro chiunque l' attenti, la soddisfazione che si percepirà quando si adempieranno vere esigenze sociali, dovrà dare una tale carica ai nuovi dirigenti formati con questa scuola e questi criteri, che probabilmente ci daranno un gran calcio nel culo. Questo sarà il segnale che abbiamo raggiunto lo scopo.
Non potranno sopportare che noi abbiamo sopportato una casta così gaudente che tutte le sere sale e scende da palcoscenici televisivi meglio di consumati attori.
Non potranno sopportare che noi abbiamo sopportato che i nostri parlamentari siano stati i più cari di tutto il mondo.
Non potranno sopportare che noi abbiamo sopportato la spartizione iniziale dei giganteschi finanziamenti pubblici di qualunque opera.
Non potranno sopportare che noi abbiamo sopportato l' impunibilità di nefandezze, e che con questo nostra sopportazione abbiamo dato l' avvio al disastro. Subito dopo il calcio nel culo, piano, piano i comitati di affari si scioglieranno per vergogna, tutti non saranno in grado di non vedere perché anche loro avranno vergogna. Sarà la rivincita della della vergogna, sarà la sua presenza a salvare il mondo, perché state pur certi se ora siamo dove siamo è perché manca la vergogna. Marco Grasso.

lunedì 9 marzo 2009

La speculazione di Boccadasse.

Speculazione a Boccadasse.
La riconversione della ex rimessa AMT di Boccadasse nasce storta.
L' unica certezza è che è la più grossa e avvilente speculazione edilizia degli ultimi decenni. La più grossa perché si tratta novemila metri quadrati di edilizia residenziale in una città che perde continuamente popolazione è un fatto solo speculativo, e serve solo a chi lo fa. Avvilente perché il prezzo della aerea, che è servito per sanare il disastroso bilancio AMT, è stato offuscato a quella parte di acquirenti che si sono ritirati non sapendo che la proprietà della aerea rendeva da subito . 1.920.000 euro invece di 350.000. Un reddito annuo con una differenza di 1.570.000 euro è enorme e la AMT avrebbe potuto aggiustare ancora meglio il suo disastroso bilancio, se tutti i contendenti conoscevano la situazione.
Inoltre i progetti che appartengono alla città, perché devono essere subiti dai cittadini e non essere sottoposti al loro consenso, come si usa fare in Francia e Svizzera. Vorremmo vedere tanti progetti di tanti architetti, potrebbero avere idee bellissime e magari a tutti riconoscere il giusto costo del loro lavoro, si potrebbero vedere idee nuove, queste idee potrebbero essere utilizzate eventualmente in un secondo tempo perché pagate. Perché devono sempre lavorare gli amici degli amici specie in momenti come questo. Marco Grasso

I tempi dei furbi.

I tempi dei furbi.
Fino a non molto tempo fa pensavo che governare una nazione in tempo di crisi i con una crisi come questa, sarebbe stato una operazione rischiosa perché difficile. Invece ho capito che con un poco di incoscienza, e quella non manca mai, non solo è più facile, ma è anche più remunerativo.
Incominciamo col dire che mai come ora ci sono somme a disposizione dei politici così enormi, semplicemente perché ci è consentito con una facilità estrema di caricarle sulle spalle delle prossime generazioni dato appunto l' eccezionalità della crisi.
Chi poi è in grado di determinare come e a chi dare queste somme e facile intuire che ha un potere nelle mani che mai si era visto prima. E sappiamo che gestire queste per loro, fortunate situazioni, lo sanno fare tutti, e con i risultati che vediamo, siano operatori di destra di sinistra e di centro. Aggiungi che nessuno sa seguire i flussi di denaro, ma sappiamo che la festa comincia con il primo, ora aimé, colossale finanziamento.
Emblematico il finanziamento di Obama alla GM di 13 miliardi di $, la quale dopo pochi giorni ha detto che se non arrivano altri soldi è come avere buttato via il finanziamento. Non è che hanno detto, rifiutiamo il finanziamento perché è insufficiente e sarebbe come buttarlo. Si vede che a buttare via certe somme conviene sempre.
Un altro potente finanziamento, sempre in America, ad una banca, è stato in buona parte usato per le mega retribuzioni ai loro dirigenti, e per la prima volta hanno distribuito il bonus dello anno in corso (2009) in ragione di un dodicesimo perché la operazione è avvenuta a fine gennaio, consci della precarietà del futuro. E' CON QUESTA GENTE CHE ABBIAMO A CHE FARE. Per questo penso che da questa crisi usciranno i nuovi ricchi di gran lunga più pelosi di quelli che operano in tempi normali, perché la contingenza è favorevole ai più spietati, e saranno riconosciuti nel prossimo futuro come uomini fatti da se. Marco Grasso

lunedì 2 marzo 2009

La dittatura del consenso

La dittatura del consenso.
Sono stato una settimana in Valle d' Aosta e ho constatato anche con l' aiuto di un programma televisivo nazionale di quale vantaggio esagerato usufruisca questa regione a statuto speciale.
Dagli investimenti in strade ed autostrade, dalla costruzione di impianti di risalita di ultima generazione,dalla ristrutturazione di castelli e messi a profitto con intelligenti gestioni, ( questo è doveroso riconoscerlo valga per tutti l' esempio del forte di Bard.) Il fatto che a fronte del valore di cento di tasse pagate dai residenti valdostani, lo Stato ne restituisca centoventi alla Regione, e che mille litri di benzina a metà prezzo per ogni singolo residente, l'equivalente di una regalia annua di 500 euro. Buona parte degli sciatori pagano una assicurazione giornaliera del costo 2.5 euro; Questo permette alle singole valli di costruire e gestire “Pronto interventi” di traumatologia con la fruizione di elicotteri per il soccorso alpino finanziando un indotto che di per sé è una ricchezza. Tutto questo aveva un senso subito dopo la guerra, quando la popolazione delle valli potevano essere costrette ad emigrare per una obbiettiva difficoltà di esistenza. Ma ora con questa crisi devastante, l' anomalia Valdostana diventa orticante. Come orticante è l' ignorare il problema da parte delle forze politiche che trattano gli elettori valdostani come un negoziante tratta i clienti, con il terrore di perderli. Neppure Bossi parla di questi privilegi, il costo dei quali vengono spalmati su tutta l' Italia allo sbando. Questa dittatura del consenso che terrorizza la classe politica con la paura di non poter controllare 120000 voti valdostani la rende miserrima e di qualità scadente. Marco Grasso.

Il coraggio di agire

Il coraggio di agire.
Il costo per mantenere in vita l' industria automobilistica americana e il suo indotto sta per dimostrarsi insostenibile. Specie per General Motors che la prima iniezione di 13,4 miliardi di $ è ora considerata inutile, se non seguita da altri corposi finanziamenti. A questo punto mi viene da fare una considerazione: Prima di elargire somme così importanti, non converrebbe fare un' analisi della situazione onde evitare di rovinare le future generazioni. Solo dopo aver accertato, e sotto la responsabilità dello accertatore, si potrà intervenire. Il politico deve trarre forza per la sua decisione da uno studio corretto e competente. E' questo modo di ragionare la normalità, diversamente, elargendo somme esagerate a velocità inutili, si è ancora vittime della finanza creatività. Chi non è salvabile deve fallire, a meno di distruggere il futuro e perdere per sempre la fiducia, elemento indispensabile per qualunque ripresa economica.
Senza considerare che con 13,4 miliardi di $ si fanno un sacco di interventi sociali e anche investimenti completamente nuovi che darebbero sicuramente nuova occupazione, che ora parrebbero per l'America più appropriati che non aumentare il costo del fallimento della industria automobilistica. Marco Grasso.

Elezioni in Sardegna

Premesso che ha vinto Berlusconi su Soru e non Ugo Cappellacci. Premesso che Soru è una persona onesta, che ama la sua terra, e che per la Sardegna la sua dipartita politica non è una situazione fortunata. Sostengo che Soru ha perso perché non ha capito che ogni tanto bisogna anche sorridere, e non mandare tutti a quel paese solo perché si è nel giusto. In politica bisogna perdere del tempo anche con persone che non danno soddisfazione, che sono indecisi, e che se il giorno delle elezioni è bello non vanno a votare; queste sono le persone che a volte senza saperlo hanno la situazione in pugno. I fedeli non contano niente perché sono scontati. Si può anche discutere perché se è bello tanti non vanno a votare, ma questa è un' altra questione. Speriamo che Ugo Cappellacci non sia eccessivamente riconoscente.

Una doverosa attenzione

Si legge su pagina 22 del SECOLO XIX di sabato 28 febbraio;Un bel parco eolico è un esempio di armonia tra uomo e natura, aggiungo solo se gli aereogeneratori sono effettivamente attaccati alla rete nazionale della elettricità ( e quindi essere in condizione di alimentarla ). Bisognerebbe operare al fine di non far fare a questi nuovi e costosi impianti la stessa fine delle dighe non collegate alle città che dovevano servire. Basterebbe addossare la funzionalità dell' impianto al produttore degli aereogenaratori e quindi lo allacciamento del suo prodotto alla rete elettrica nazionale. Sarebbe anche corretta una dichiarazione di produttività annuale di ogni singolo impianto. Troppo facile portare su monti sperduti cammionate di costoso materiale, prendere i soldi, e poi dire, “Io quello che dovevo fare l' ho fatto”. Ora con la attuale crisi offerta dai creativi impuniti che ci sta rovinando la vita, dover sopportare una nuova generazione di creativi che con i predecessori avranno sicuramente in comune la impunità, non è proprio auspicabile, un poco di attenzione in più è doverosa.

Basta riballita

La sinistra ha tutti leader da ribollita, le persone che la votano lo fanno perché non riescono a turarsi il naso,( vi ricordate quando si diceva, turatevi il naso e votate DC, perché sembrava che qualunque altra cosa fosse peggiore) ed è per questo che si galleggia e non si affonda mai.
In politica dopo l' affondamento si risorge sempre, però ci vuole ogni tanto un po di coraggio.
Così supponiamo che dopo l'affondamento i naufraghi si dividono: Una parte a fare superare lo sbarramento del 4% alla sinistra, una parte con Casini con il quale palesemente ha condiviso le ultime battaglie, ( Rutelli e amici ), una parte che con Dipietro condivide l' intransigenza alla opposizione, e qualcuno che vada pure con Lui. Quello che rimane si accordi per una legislatura almeno sui grandi temi. Potrebbe accadere che da questo smembramento nasca un nuovo capo, magari sarebbe sempre meglio di ora. Tutta la Nazione sarebbe riconoscente e anche possibile una alternanza con da una parte una coalizione limpida, e dalla altra parte un partito a tutti gli effetti unito, o comunque che incomincia a vincere sempre. Questo ce lo dovete, sopratutto per incominciare a sperare. Ora ci state togliendo anche la speranza.

martedì 17 febbraio 2009

Il coraggio di agire

l coraggio di agire.
Il costo per mantenere in vita l' industria automobilistica americana e il suo indotto sta per dimostrarsi insostenibile. Specie per General Motors che la prima iniezione di 13,4 miliardi di $ è ora considerata inutile, se non seguita da altri corposi finanziamenti. A questo punto mi viene da fare una considerazione: Prima di elargire somme così importanti, non converrebbe fare un' analisi della situazione onde evitare di rovinare le future generazioni. Solo dopo aver accertato, e sotto la responsabilità dello accertatore, si potrà intervenire. Il politico deve trarre forza per la sua decisione da uno studio corretto e competente. E' questo modo di ragionare la normalità, diversamente, elargendo somme esagerate a velocità inutili, si è ancora vittime della finanza creatività. Chi non è salvabile deve fallire, a meno di distruggere il futuro e perdere per sempre la fiducia, elemento indispensabile per qualunque ripresa economica.
Senza considerare che con 13,4 miliardi di $ si fanno un sacco di interventi sociali e anche investimenti completamente nuovi che darebbero sicuramente nuova occupazione, che ora parrebbero per l'America più appropriati che non aumentare il costo del fallimento della industria automobilistica. Marco Grasso.

mercoledì 11 febbraio 2009

C'è troppa religione.

La vita è un dono e come tale va accettata, ringraziando il donatore. Verrebbe da dire che una cosa giusta sarebbe dare l'opportunità a chi riceve qualunque dono di accettarlo o rifiutarlo. Però può scappare di non credere a questa teoria perché chi è colpito da simili doni resta sia pur suo malgrado preso dal vivere il regalo giornalmente, mensilmente,annualmente molto coinvolto e in un sprazzo di normalità pensa che è meglio pensare che non ci sia nessuno capace di fare simili regali perché se si convincesse del contrario veramente non si darebbe pace. Ora convinto di essere vittima di una disgrazia, cerca di porre fine a sofferenze che solo chi come lui ha patito per un tempo esagerato può capire. Invece si trova al centro di una guerra che la sua figliuola è improvvisamente amata da tutti, e che tutti piangono, sperando di arrivare per tempo per poterla fare soffrire per qualche anno ancora. Le forze politiche che sperano di ricompattarsi su simili disgrazie meritano la giusta sconfitta, e le religioni che vogliono primeggiare prima sulla disgrazie e poi sulla politica meritano l' abbandono. Come disse pochi giorni fa Obama, le religioni devono unire e non dividere. Marco

martedì 10 febbraio 2009

La crisi è più di quel che si pensava.

La crisi è enorme, più si va avanti e più ci si rende conto del disastro che è riuscita a combinare questa economia ex creativa.
Il presidente Obama ha messo un tetto a tutti i più alti stipendi americani pari a 500 mila $ all' anno. Potranno sicuramente vivere bene , ma non potranno più comprarsi gli atolli nel pacifico e divertirsi ad ammobiliarli. E noi? Noi non abbiamo ne l' autorità, ne le competenze per
diminuire gli stipendi di questi signori. Anzi, se possiamo, legiferiamo in loro favore affinché la legge non li colpisca quando hanno anche
dimostrato colpa grave nel costruire disastri. Noi ci meritiamo tutto questo perché siamo pessimisti e non cambiamo la macchina e i vestiti.
Si aggiunga che se si fosse seguito il consiglio del presidente dell' esecutivo, e avessimo investito in borsa, avremmo perso il 10% del nostro capitale solo nell' ultimo mese.

Il problema dell' eutanasia.

Se uno stato sente suo il problema della eutanasia, lo deve trattare ma non mentre persone vere soffrono pene terribili, e altre persone che per lavoro parlano in modo dotto e si esibiscano in anatemi molesti. O mentre programmi televisivi entrano anche nella casa di Eluana con una non celata invasione. I genitori di Eluana non andrebbero mai menzionati, semmai a loro andrebbe il rispetto che si deve alle persone sfortunate, a cui la sofferenza ha tenuto compagnia per un numero esagerato di anni; invece a loro si rivolgono ragionamenti dotti del tipo: L' eutanasia è una grande ferita per la nostra cultura, capisco che il padre della ragazza possa sentirsi disperatamente indignato, e con tutto quello che ha sopportato non è poco. Oppure che la deriva eutanasica se esiste non la si può considerare come un prodotto abominevole del signor Beppino. A me sembra che la famiglia di Eluana abbia già sofferto abbastanza e alla decisione cui è arrivata sia stata favorita da tanta sofferenza la stessa che dovrebbe far fare un passo indietro a tanti. Fioror

Si sentiva la mancanza di questa bufera.

Bisogna cambiare velocemente questa costituzione opera di filosovietici" Questa è una battuta da oscar alla rovescia , Da premio Lucca Bonassolese, comunque da imbarazzarsi a farla ma ancora di più ad essere costretti ad appoggiarla. Credo che nella nostra politica su poche cose ci sia stato un trasversale accordo, sulla onesta della nostra Carta Costituzionale c'è sempre stato. Quando si dice passare le responsabilità ai giovani vuol dire dire questo, qualunque giovane di destra o di sinistra non avrebbe iniziato questa penosa guerra. Perché i giovani hanno vergogna, e la vergogna nella fase iniziali di certe decisioni aiuta. I vecchi, non tutti per fortuna, confondono le difficoltà, la incapacità, con le loro turbe, lui ha il bolscevismo. Avremmo bisogno di teste lucide per fronteggiare tutto il marcio che i furbi del mondo hanno lanciato sul mondo del lavoro, teste giovani che operino per una minor sofferenza sociale, e lascino al padre di Eluana prendere le sue decisioni. marco grasso

venerdì 6 febbraio 2009

L'eutanasia.

Se uno stato sente suo il problema della eutanasia, lo deve trattare ma non mentre persone vere soffrono pene terribili, e altre persone che per lavoro parlano in modo dotto si esibiscano in anatemi penosi. O mentre programmi televisivi entrano anche nella casa di Eluana con una non celata invasione. I genitori di Eluana non andrebbero mai menzionati, semmai a loro andrebbe il rispetto che si deve alle persone sfortunate, a cui la sofferenza ha tenuto compagnia per un numero esagerato di anni; invece a loro si rivolgono ragionamenti dotti del tipo: L' eutanasia è una grande ferita per la nostra cultura, capisco che il padre della ragazza possa sentirsi disperatamente indignato, e con tutto quello che ha sopportato non è poco. Oppure che la deriva eutanasica se esiste non la si può considerare come un prodotto abominevole del signor Beppino. A me sembra che la famiglia di Eluana abbia già sofferto abbastanza e alla decisione cui è arrivata sia stata favorita da
tanta sofferenza la stessa che dovrebbe far fare un passo indietro a tanti.

giovedì 29 gennaio 2009

La nuova produzione automobilistica.

Caro direttore,
le macchine non sappiamo più dove mettercele, con una politica edilizia pro box che quantitativamente ha raggiunto una edificabilità
impressionante, che comunque permette di nasconderne una enorme quantità, sono sempre tante. Ora bisogna produrre macchine più pulite, e solo macchine più pulite. Solo così ha senso cambiare la macchina. Questo è il momento mentre si interviene con soldi pubblici di influenzare l' industria automobilistica in modo positivo per il problema inquinamento. Che è poi quello che sta facendo Obama. Si rende conto direttore se ogni volta che si è aiutata l' industria automobilistica si fosse preteso un comportamento più socialmente utile dove saremmo ora con lo sviluppo dell' automobile pulita. Sicuramente ora la stessa industria ne trarrebbe vantaggi.
Ricordo che quando uscirono le prime macchine catalizzate, dovetti comperare una macchina tedesca, perché la FIAT aveva la produzione
catalitica solo per l' estero. Se questa ultima frase le sembra troppo agressiva la tolga pure.
Marco Grasso

Le registrazioni che preoccupano

Vedo il nostro presidente del esecutivo preoccupato per le registrazioni, in modo così esagerato che un poco mi sono preoccupato pure io; quando ho sentito che ha affermato," se non si eliminano le registrazioni che scoprono reati inferiori ai dieci anni me ne vado dall' Italia".
Chi se non lui, una volta scoperto " lo scandalo più grosso della repubblica" si dovrebbe fermare e difenderci, ma se scappa oltre a preoccuparci, pensiamo che ci sia qualcosa che non conosciamo. Che ci sia una bomba nascosta da qualche parte, che ci siano delle registrazioni inascoltabili. Ma se fosse così, la curiosità diventerebbe morbosa e il desiderio di sentirle darebbe una tale soddisfazione,' un senso di potere così forte che sarebbe difficile bloccare queste pulsioni. Il detentore di dette registrazioni sarebbe la persona più odiata e più vezzeggiata del momento. . Bisogna iniziare a essere più ermetici al telefono, e stare attenti, anche alla bufale, Ne sa qualcosa Moggi che gli anno venduto delle carte telefoniche magiche con la capacità di non essere ascoltate. Ma immaginiamoci per un attimo se tutti noi denunciassero al telefono col semplice racconto della vita vissuta tutte le nefandezze di cui tutti siamo a conoscenza ma che nessuno si sognerebbe di denunciare, cosa mai potrebbe fare la nostra magistratura, oltre che scegliere gli “sfigati su cui indagare” una volta venuta a conoscenza del tutto, che sta dietro alla normalità con i tempi che tutti conosciamo.
Marco Grasso

La sindrome di Becket

Becket o l'onore di dio" è un dramma in 4 atti. Protagonista è Thomas Becket, di origini servili, che riesce grazie al coraggio e alla raffinata cultura a diventare amico di re Enrico II Plantageneto; con i suoi consigli lo aiuta a combattere i privilegi temporali della chiesa. L'amicizia si spezza quando il re nomina Becket primate della chiesa d'Inghilterra: Becket prende l'incarico seriamente, convinto di essere depositario dell'"onore di Dio", non esita a difendere i prelati dalle vessazioni dei vicari imperiali. Per sfuggire alla vendetta del re è costretto all'esilio. Dopo un tentativo di conciliazione in cui i due si struggono per la fine della loro amicizia, Bechet rientra in In ghilterra senza volersi piegare. Il re che non riesce ad accettare il tradimento del primate ordina ai baroni di ucciderlo. Becket vestito con i più solenni ornamenti affronta consapevolmente la morte nella cattedrale. Il re promette di scoprire gli assassini, ma affida proprio a uno di questi l'inchiesta
La sindrome di Thomas Becket
Il presidente della camera Gianfranco Fini sembra appesantito dalla sindrome di Thomas
Beket, il quale una volta nominato dall'amico e Re Riccardo II Plantageneto alla carica di
Primate della Chiesa d' Inghilterra difese i prelati dalle vessazioni dei vicari imperiali,
come Fini sta difendendo la sua camera dall'uso disinvolto dei decreti legge.
Speriamo non faccia la fine di Becket.

mercoledì 28 gennaio 2009

L'insostenibile prezzo della benzina.

Ora è necessario stabilire con onesta precisione, quanto costano i prodotti petroliferi,in particolare, benzina e diesel, al variare del costo del barile.
E' chiaro che nei periodi di instabilità dei prezzi, se al rialzo vi sarrà un aumento della benzina che metta al riparo i petrolieri, identico vantaggio dovrà essere però
per l' utenza quando il prezzo del petrolio diminuisce.
Credo non ci possa più essere spazio per dichiarazioni di petrolieri che così si sono espressi nel recente passato a chi chiedeva lumi sull' aumento che sembrava
insostenibile:"il prezzo della benzina-diesel ha una relazione col prezzo del petrolio molto complicata,difficile da spiegare". Bene, dopo questi ultimi tempi di sofferenza
collettiva, per la crisi , per gli aumenti, per la sfiducia nella classe dirigente,(abbiamo una delle più alte cariche dello stato che ci vuole convincere che parte del male andare è colpa del nostro pessimismo, e ci ha consigliato di compera le azioni che questo è un momemento che si fanno affari, e di continuare a spendere per aiutare il commercio,Il mio terrore è che sia in buona fede)
Vorremmo provare a capire queste relazioni complicate, ci saranno delle accise, che avranno un costo, ci sarà l'iva che aumenterà all'aumentare della benzina-diesel,ma vorremmo vedere scritto:
Quando il barile costa 150, la benzina costa tot, quando costa 140 la benzina costa tot,....................................................Quando costa 60. la benzina costa tot.
Credo che questa spiegazione ce la meritiamo.
Marco Grasso

Cassa integrazione FIAT:1:

L'altra sera si è sentito dire da Barack Obama che non si può pretendere di aiutare Wall Street se tutto il resto va male e che quelle società che hanno esportato il lavoro all'estero hanno mantenuto e aumentato l'utile, se vorranno aiuti dovranno rientrare, e da Santoro la sera dopo un'azienda metalmeccanica americana, a sud di Napoli, stava chiudendo i battenti. Di tutte le soluzioni per evitare la chiusura di quella società un operaio solo ha messo il dito sulla piaga.” Perche non viene la Fiat a lavorare qua?". Si potrebbe chiosare che la macchina con più alta produttività cioè la nuova 500, è interamente costruita in Polonia. Se ci fosse Obama probabilmente direbbe se costruite all'estero non potete pretendere nessuna forma di cassa integrazione, o comunque rottamazioni varie che in qualche modo ricadano sulla spesa pubblica, quindi rientrate e cominciamo a produrre come una volta cioè in Italia, e dopo eventualmente si parlerà di aiuti. Ma i nostri mai troppo poco pagati dirigenti, riusciranno ancora una volta, al distributore di turno dei nostri soldi a fargli capire che è meglio pagare perchè da noi sarà sempre così".

Capitalismo moderno

Ormai un poco di pessimismo sociale ci sta prendendo, stiamo vivendo una sorta di fine impero, con una differenza rispetto alla caduta di quello romano, questo è globalizzato. Dove sei ti prende. Questo capitalismo è sicuramente stato meglio del comunismo o di qualunque altra forma di dittatura, ma ora sta morendo per stupidità. Ma può una società contemplare l'unica forma di salvezza nel “consumare”. Tutti devono assolutamente comperare, sotto le feste si sentono i bollettini degli acquisti, come in tempo quelli di guerra, non si combatte la miseria si combatte l'impossibilità di comperare. Al più si cercherà di consumare un poco più pulito ma consumare sempre. Il risparmio! Per fortuna il sistema è coerente. Se risparmi, prima o poi te li prende tutti in un botto. O ti fallisce la banca dove hai messo il denaro, o falliscono le obbligazioni che la tua banca ti ha così carinamente consigliato. Quando poi vai a reclamare pare ti dicono “Glielo avevamo detto che era meglio spenderli”. E così, guardandoti in giro, vedi delle aitanti signore con dei camion camuffati da macchine che portano a scuola le loro creature. Alla domanda di un cronista se non le sembrava un po troppa la macchina, la mammina rispondeva che era una forma di sicurezza per la sua bambina in caso di incidente. Sicuramente se dall’altra parte dell'incidente c’è un altro bambino, quello non sarà certamente il suo.

Registrazioni e bufale.

Vedo il nostro presidente del esecutivo preoccupato per le registrazioni, in modo così esagerato che un poco mi sono preoccupato pure io; quando ho sentito che ha affermato," se non si eliminano le registrazioni che scoprono reati inferiori ai dieci anni me ne vado dall' Italia".
Chi se non lui, una volta scoperto " lo scandalo più grosso della repubblica" si dovrebbe fermare e difenderci, ma se scappa oltre a preoccuparci, pensiamo che ci sia qualcosa che non conosciamo. Che ci sia una bomba nascosta da qualche parte, che ci siano delle registrazioni inascoltabili. Ma se fosse così, la curiosità diventerebbe morbosa e il desiderio di sentirle darebbe una tale soddisfazione,' un senso di potere così forte che sarebbe difficile bloccare queste pulsioni. Il detentore di dette registrazioni sarebbe la persona più odiata e più vezzeggiata del momento. . Bisogna iniziare a essere più ermetici al telefono, e stare attenti, anche alla bufale, Ne sa qualcosa Moggi che gli anno venduto delle carte telefoniche magiche con la capacità di non essere ascoltate. Ma immaginiamoci per un attimo se tutti noi denunciassimo al telefono col semplice racconto della vita vissuta tutte le nefandezze di cui tutti siamo a conoscenza ma che nessuno si sognerebbe di denunciare, cosa mai potrebbe fare la nostra magistratura, oltre che scegliere gli “sfigati su cui indagare” una volta venuta a conoscenza del tutto, che sta dietro alla normalità con i tempi che tutti conosciamo.
Marco Grasso

domenica 25 gennaio 2009

Che invidia loro possono sognare.

E’ bello vedere come il Presidente Degli Stati Uniti d’America sia scevro dai lacci di appartenenza ad una casta che sicuramente esisterà anche là. Aver visto, che come primo atto il neo investito, chiama i suoi collaboratori, e ridimensiona loro lo stipendio sta a significare che si governa anche con l' esempio:in presenza di un disagio così generalizzato della crisi, che ha colpito in modo violento quasi tutti gli strati della società, chi l' opportunità di auto stipendiarsi mostri solidarietà al paese., e questi naturalmente felici forse per più motivi; Il primo per aver vinto, il secondo che si governa anche con l’ esempio, il terzo che un disagio così generalizzato della crisi, che ha colpito in modo violento quasi tutti gli strati dello società, e quindi chi ha l’opportunità di auto stipendiarsi, mostri solidarietà al Paese. Ammirevole poi, l' accompagnamento alla porta dell' ex presidente fatto in modo triste ma signorile.Da noi questo sarebbe avvenuto in modo molto diverso, ecco perché guardando l’ investitura di Obama, sentivamo un po di invidia per quel Paese. Ora gli americani iniziano a sognare al di là dei risultati che il Presidente raggiungerà, faranno degli sforzi tutti insieme e questo è un segno di appartenenza che a noi manca. A noi la grande battaglia che ci aspetta, invece di unirci ci dividerà ancora di più.

martedì 20 gennaio 2009

Cassa integrazione Fiat

Che cosa c'é effettivamente dietro l' operazione Fiat-Crysler, un accordo in piena crisi economica che tra le vittime più illustri c'é proprio l' industria automobilistica?
Semplicemente c'é, che non c'é rischio. C'é che nei periodi di crisi i signori della FIAT, battono cassa alla gente (perché la cassa integrazione sono soldi nostri) come in
questo momento ci sono migliaia di maestranze in cassa integrazione. Rimane comunque difficile capire, che non si hanno i soldi per pagare le maestranze, però nessun problema per impegnarsi per il 35% della Crysler. Alla FIAT abbiamo dato dal dopoguerra in poi un milione di miliardi di sovvenzioni. Metà del nostro debito pubblico. Sicuramente sarebbe stato meglio che la FIAT producesse solo quello che le sue forze gli permettevano. D' accordo che Alfa Romeo, Lancia, Maserati, Ferrari, Iveco sono state regalate forse per motivi diItalianità, ma il costo é sempre stato sole nostre spalle, non vogliamo vedere nessuno in galera perché al loro posto avremmo fatto come loro, però prima di morire vorremmo che qualcuno ci dicesse grazie. Abbiamo più o meno 70 miliardi di euro di interessi annui per pagare il nostro debito pubblico. Anche con metà di questa cifra se ne fanno delle cose.
Che si comperino quello che vogliono, ma alle prossime crisi se la sbrighino da soli.Non voglio fare il moralista (anche se il tempo lo é) come detto tutti ci saremmo comportati come i signori FIAT, ma semplicemente mi piacerebbe non si potesse più fare.

lunedì 19 gennaio 2009

Atei e religiosi lettera.

Dio esiste e non sapete quello che vi perdete.Possono fare tutto quello che vogliono, ma lancino pubblicità e slogan in altro modo.
Le leggi si osservano perché esistono le sanzioni.La fede è cieca io accetto la natura.Questo il senso di molte lettere di venerdì, mi pare ci sia poca considerazione per l' individuo a prescindere dalla religione. Mi piacerebbe che i due schieramenti pensassero che la correttezza, l'onestà,la bontà, la solidarietà e l' amore possono essere presenti in tutte le persone al di là della fede; e che se una persona non delinque
non necessariamente lo fa perché ci sono leggi o castighi, ma semplicemente perché questo è il suo
comportamento, indipendentemente dalla fede.

lunedì 12 gennaio 2009

Risposta al signor Ruffolo.

Egregio signor Ruffolo,
leggendo il suo chiaro articolo del12/01/2009 su la Repubblica, mi sono convinto che se non si considera reato il trasferimento nel futuro, di un qualunque debito sociale al solo scopo di trarne un vantaggio presente, e sapendo che la situazione a divenire sara' comunque aggravata dall'indebito vantaggio presente più e costi esagerati di dette operazioni.
Esempio, una regione ha 1000 di debito, il suo presidente tratta con un amico che è dirigente in una banca che opera nel settore della " finanza creativa".
Per intenderci "le colpevoli, secondo me assieme ai loro clienti della crisi globale" ed arrivano ad un accordo.Tu funzionario, amico, a volte figlio, che operi per conto di detta banca, mi versi 500 e porti il debito della mia regione a 1500. E' chiaro che la restituzione avverrà con rate amiche, sopportabili per i primi anni, che sono poi quelli che io governerò ancora, dopo di che le rate si trasformeranno in un castigo per i futuri governanti e cittadini.
E' questo che è successo, ed è questo che deve essere considerato reato, almeno per il futuro.
Si aggiunga che gli artefici di simili operazioni hanno guadagni che sono percentuali di cifre enormi.Marco grasso

Bush e l' industria automobilistica

Bush paga 5 mesi scarsi di perdite a GM e Chrysler con 17 miliardi di $. Queste due società hanno perso nell’ ultimo anno 42 miliardi di $, gli anni precedenti di sicuro non hanno guadagnato. A questo disastro ci si è arrivati con anni di miopia aziendale che pagava i suoi operai 55$ l’ ora, e i suoi dirigenti viaggiavano su jet aziendali. Non perchè gli ordini erano stravolgenti ma semplicemente per poter riempire i piazzali con tutta la produzione.
Ho visto in televisione un prete americano che “ Diceva “ messa con tre suv bianchi intorno all’ altare all’ aperto quale rito propiziatorio per la vendita di queste macchine. Mi sembra che tutto il mondo stia diventando scemo non cattivo. Ora con questa gigantesca crisi regalataci da incapaci quanto impuniti finanzieri, poteva essere l’ occasione per adrizzare il tiro, fare investimenti puliti,e sulla base di questi investimenti creare lavoro, riqualificare eventuali operai dell’ auto, ma non spingerci in questo guazzabuglio. Invece si cerca di farci consumare ancora di più. Sostiene il Presidente che l’ aggravamento della crisi è il pessimismo. Non solo ora è il momento di consumare di più, ma che è il momento di investire in azioni perchè costano poco e si fanno degli affari. Da quando ha detto queste cose il mercato azionario è sempre sceso.Queste cose dovrebbe dirle a telecamere spente, cosi’ almeno Lui si calma e non rovina nessuno. Direttore mi dica che non tutti sono cosi’, la prego.
Marco.

Il telefono del mio amico Slesi Brunello di Houston

Un anno fa circa ho chiamato un mio amico che vive a Houston nel Texas e, parlando del più e del meno, mi disse cose percepibili dal buon senso (considerando buono il mio e il suo senso). Mi disse che se qualcosa non andava sulla linea telefonica, lui chiamava l’ufficio reclami e rispondevano da Nuova Deli, India, e da là davano tutte le istruzioni per risolvere il problema. E lo risolvevano. Ora questo vuol dire che i maghi dell'economia del'azienda telefonica Americana, hanno capito che spostando il settore operativo, dove il lavoro costa meno, si ricavava un guadagno tangibile. Però lo sconquasso è ora percepibile, quindi non tutto quello che è conveniente sulla carta per la società, lo è per la collettività, e comunque una cosa è certa che chi lavora, pagato in India con la paga indiana, toglie un posto di lavoro ad un americano ed è ben superire il danno sociale rispetto al vantaggio del risparmio sul costo del lavoro, per la societa esportatrice di lavoro. Immagino il maneger quando ha prospettato tale rivoluzionaria proposta (delocalizzazione) di spostare tutto con un indubbio e sicuramente dimostrato guadagno, solo i conservatori e retrivi come il mio amico ha percepito inutilmente che certe pensate avevano un che di sbagliato. Ora tutte le delocalizzazioni presentano il conto, avendo creato oltre ai disastri tangibili un esercito di ricchi impuniti; tocca a Obama di risolvere le “genialate” dei Maneger.

Marco Grasso

Fallimento Parmalat, lettera al XIX

Vi ricordate quando la Parmalat stava per emettere un prestito gigantesco, che avrebbe moltiplicato per due il disastro, a garanzia di tale emissiono c’ era una dichiarazione di Tanzi che in una certa banca in America vi era depositata una cifra adeguata. La smentita di quella banca dimezzo il già enorme fallimento, provocandolo però immediatamente. Mi convinsi che questi signori in America avrebbero trovato pane per i loro denti, e che là un Tanzi qualunque non avrebbero pututo vivere nella villa di prima che probabilmente sarebbe stata acquistata con i soldi di chi aveva dato a lui fiducia. Invece mi devo ricredere, sta sucedendo qello che John Galbraih sosteneva “ln America l’unico socialismo che viene ammesso, è il socialismo in favore dei ricchi”. Ora George Bush sta intepretando una sorta di Robin Hood alla rovescia sottraendo 700 miliardi di dollari a chi di questo crak non ha nessuna colpa per rendere impuniti e gaudenti i veri colpevoli. A quesata lettera è stata data una risposta fortemente condivisa dal direttore del secolo xix
ciao Marco.

Scajola e Alitalia

La trasmissione di "anno zero" di giovedi' 11 settembre metteva in bella mostra la difficile posizione del ministro Scajola in doppia veste di ministro partecipante all' attuazione dell' accordo di Alitalia-Cai, finalizzato alla sua sopravivenza e l' artefice di uno spreco insostenibile per l'Alitalia nelle condizioni in cui si trava.Un chiarissimo servizio aveva evidenziato il costo irragionevole della messa a disposizione di un aereomobile di tipo Atr, nell' aereoporto di Albenga, per la linea Roma Albenga e Albenga Roma laddove l'aureomobile rimaneva fermo per tre giorni ad Albenga, fermo, improduttivo,come se fosse guasto, e quando decollava portava il ministro e poche persone a Roma,con una perdita superiore di quando stà fermo, questo avrebbe fatto imbestialire pure i Quaitiani, che di spreche se ne intendono, figuriamoci i piloti quando si sentono dire da Scajola " questo è il momento dei sacrifici e del buonsenso".

Il vero problema Alitalia

Il problema di Alitalia è lo stesso di tutte le grandi società che interessano morbosamente i politici. Sono questi infatti che nominano gli strapagati amministratori i quali per eterna riconoscenza non potranno mai dire "no"a qualunque delle loro richieste. Quando un potente ha bisogno di un "piacere Alitalia"non si rivolge alla societa ma a chi ha nominato il vertice che trasforma l'esigenza dell' amico in un ordine perentorio. Cosi' quando i politici del nord esigevano di poter partire per Tokio, New York, o SanFrancisco non solo da Roma ma anche da Malpensa si rivolsero a chi aveva nominato l'amministratore. Se si fossero rivolti ad un amministratore responsabile Alitalia questi avrebbe risposto" Non possiamo venire a Malpensa perchè sicuramente falliremmo".

Consigli per chi va in vacanza in Egitto o paesi simili:

Nel 2003 andai a Sharm El Sheik con mia moglie e un'altra coppia di amici. Avevamo lasciato a casa i figli perchè dovevano ancora finire di studiare. Costo: 500 euro a persona per una settimana, in un albergo con una esagerazione di stelle, un lusso architettonico immenso anche se un po chic, personale a profusione come se non costasse nulla, piscine esagerate che scimmiottavano il mare, sdraio veramente belle e confortevoli con materassi bellissimi e un servizio “alla sdraio” strepitoso. La colazione il pranzo e la cena, poi, erano presentati in modo così volenteroso, che pretendere che anche il gusto fosse eccellente francamente era troppo. Quando si lasciava l’albergo e si andava al mare, ci mettevano in contatto con la barriera corallina, dove una fauna e flora emozionante ci stupiva con colori cosi violenti e delicati e a tratti con colori pastelli di tutte le tonalità. La disposizione dei fiori dava la sensazione che avessero appenna allagato il tutto perchè poco prima era venuto un gran fioraio a mettere corbeille colorate sulla collina verso il largo. La sera tornando in albergo chiesi all’organizzatore delle escursioni di voler partecipare alla gita nel deserto che si faceva con i quad. Chiesi anche se eravamo assicurati. La risposto fu “certamante sì”. Partimmo la mattina del giorno dopo alle 07.00 e saremmo dovuti arrivare dove affittavano le moto un'ora dopo. L'autista col nostro accompagnatore cominciarono a parlare e ad andare talmente forte che il nostro pulmino perdeva continuamente aderenza da terra, sbandando in continuazione. Mi ricordai all'ora che quando in un'altra occasione ero stato a Il Cairo per due mesi e ogni volta che prendevamo un taxi dovevamo oltre che l'importo trattare anche per una guida umana, e nonostante tutto era sempre difficile ottenere prudenza, perchè era vista come una forma di incapacità a guidare, se non adirittura una sorta di vigliaccheria. Quando mi accorsi che se pur preoccupati tutti stavano zitti, tirai un urlo che fece impressione pure a me. Il pulmino si fermò e l’interprete mi chiese ossequiosamente preoccupato il motovo di tale lamento. Dissi semplicemente che io e mia moglie volevamo tornare a piedi in albergo perchè quella velocità ci creava uno stato d’ ansia, e che comunque avremmo pagato anche se tornavamo indietro. A quel punto tutti volevano tornare indietro, l’interprete promise che non sarebbe piu successo, così ripartimmo con un'andatura stavolta forse eccessivamente lenta. Arrivammo in quel capanno nel deserto dove dovevamo sciegliere i quad tutti allineati in bella mostra. A fianco dei veicoli era presente un foglio da compilare sul quale c’era scritto in italiano che qualunque cosa sarebbe successo, sarebbe stata a nostro rischio e pericolo. Dichiarai che non avrei affittato il veicolo se dovevo firmare quel foglio. E anche gli altri turisti presero parte alla mia decisione e così nessuno firmò quel foglio,e partimmo per l’ escursione senza firmarlo. . Ormai ero diventato il legale del gruppo, sprizzavo buon senso da tutte le parti. Se avessimo firmato e fosse successo qualcosa, al nostro rientro avremmo fatto la figura degli sprovveduti. Poi ho sentito di incidenti successi in Egitto in strade deserte dove la gente si è fatta del male: penso quindi che un po' di rumorosa attenzione da parte degli utenti a volte possa essere utile.