martedì 20 ottobre 2009

La trattativa.

Gran brutto titolo qello di lunedì 19 sul secolo XIX, " Lo Stato tratto con i boss", e chi lo afferma non è un pentito, è il capo dell' antimafia Pietro Grasso.
La merce di uno stato dovrebbe sempre essere pubblica perché di solito uno Stato ha dei valori da difendere e non da cedere segretamente.
Questa trattativa non poteva attuarsi con presenze solari come Falcone e Borsellino.
Mentre loro in modo esemplare cadevano, altri, ora potevano trattare. Hanno negoziato per conto di uno Stato che ora ha vergogna di essere esistito.
Bisognerebbe chiedere scusa ai parenti di tutti i caduti, perché una piccola parte di questo Stato ci appartiene.

giovedì 15 ottobre 2009

Il problema Fiat

Marchionne, amministratore delegato della FIAT; ha candidamente ammesso sul Sole 24 ORE «Tutti noi che operiamo in questo settore - ha spiegato - sappiamo bene che gli incentivi non hanno smosso soltanto gli acquisti previsti per l'anno in corso ma hanno in parte anticipato anche quelli futuri. È necessario tenere conto di questo aspetto per sapere cosa aspettarci nel 2010 e probabilmente oltre. Non è azzardato ritenere che circa mezzo milione di vetture vendute nel 2009 grazie agli incentivi siano in realtà anticipi di acquisti che si sarebbero comunque fatti negli anni successivi». Non rendendosi conto che se la industria automobilistica per mantenere questo livello di produzione ha bisogno di danaro pubblico, vuol solo dire che le vere esigenze del mercato sono soddisfatte da una minor produzione e quindi una ristrutturazione che tenga conto di questo fattore il buon senso la imporrebbe. Ma invece sembra che la folle corsa a dissipare le risorse pubbliche, da quanto dichiarato dal AD della FIAT sia solo allo inizio. Forse Marchionne non sa che più di un terzo del debito pubblico italiano è da addebitarsi alla societa da lui amministrata.

giovedì 1 ottobre 2009

L'insana incapacità di ridimensionarsi

Sono lontani i tempi in cui il ministro.Maroni appartenente alla lega, ad una consueta richiesta di cassa integrazione da parte della dirigenza FIAT, rispose che dopo una spesa pubblica superiore a mille miliardi maturata fino a quel tempo, con la lega al governo era impensabile pensare di soddisfare richieste che ormai appartenevano al passato. Fu a quel punto che la FIAT chiamò alla direzione il dottor Marchionne, dirigente che rivitalizzo l'industria e la portò, al pareggio prima e poi allo utile, il titolo fece una performance notevole, e tutti erano contenti, perché certi che sciupii di danaro pubblico come nel passato non si sarebbero più ripetuti. Non si poteva che dare il merito del positivo sviluppo attuato dalla nostra industria automobilistica, al ministro Maroni e quindi alla lega e indubbiamente anche al nuovo AD Sergio Marchionne. Ora, si pensava, saranno più attenti alle esigenze del mercato, non si metteranno in condizioni di avere i piazzali pieni di auto invendute. La crisi è vero, c'è, ma potrebbe essere una opportunità di un sano ridimensionamento, visto che ora non c' è più lo aumento del debito pubblico a finanziare l' immutabile ottimismo produttivo. Invece no. Alla lega probabilmente è stato detto di fare finta di niente, e così ha fatto, e ora è lo stesso Marchionne a chiedere interventi pubblici. Spiace anche vedere che la migliore produzione della FIAT, la nuova 500 con il suo sanissimo indotto, che avrebbe protetto il lavoro ai propri dipendenti per un duraturo periodo è interamente prodotta in Polonia, ma questo a noi umani non è dato di capire.