martedì 30 settembre 2008

Ma che bella società è la nostra

Ma che bella società è la nostra, andare con “donnine” è vietato oltre che vergognoso e quindi se sorpreso puoi essere svergognato pubblicamente. Come quel ragazzo del nord che si è suicidato dalla vergogna. Bere, per colpa di quel zingaro che uccise quattro ragazzi guidando un camioncino completamente ubriaco e comportamenti analoghi di ubriaconi che mai smetteranno di bere reiterando incidenti mortali impongono a noi,che bevendo solo due bicchieri e un caffè correto dobbiamo sopportare pene semplicemente sproporzionate. E’ chiaro che quando poi l’Europa ci spieghra che i valori alcolici per cui siamo puniti sono semplicemente sballati, nessuno avrà avuto responsabilità e chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato. Questa nostra società ci lascia però la completa libertà di “giocare”. Il gioco del lotto prima settimanale ora un giorno si’ e un giorno nò, ci hanno promesso che forse per il prossimo anno l’ estrazione sarà giornagliera, più tutte le lotterie basate su tette e culi di fine anno queste si’ con premi che mettono a posto le ossa..Senza contare la generosità con cui ci circondono di gratta e vinci e di slot machine. Marco Grasso .

Alitalia

Il problema di Alitalia è lo stesso di tutte le grandi società che interessano morbosamente i politici. Sono questi infatti che nominano gli strapagati amministratori i quali per eterna riconoscenza non potranno mai dire "no"a qualunque delle loro richieste. Quando un potente ha bisogno di un "piacere Alitalia"non si rivolge alla societa ma a chi ha nominato il vertice che trasforma l'esigenza dell' amico in un ordine perentorio. Cosi' quando i politici del nord esigevano di poter partire per Tokio, New York, o SanFrancisco non solo da Roma ma anche da Malpensa si rivolsero a chi aveva nominato l'amministratore. Se si fossero rivolti ad un amministratore responsabile Alitalia questi avrebbe risposto" Non possiamo venire a Malpensa perchè sicuramente falliremmo".

Scajola e Alitalia

La trasmissione di "anno zero" di giovedi' 11 settembre metteva in bella mostra la difficile posizione del ministro Scajola in doppia veste di ministro partecipante all' attuazione dell' accordo di Alitalia-Cai, finalizzato alla sua sopravivenza e l' artefice di uno spreco insostenibile per l'Alitalia nelle condizioni in cui si trava.Un chiarissimo servizio aveva evidenziato il costo irragionevole della messa a disposizione di un aereomobile di tipo Atr, nell' aereoporto di Albenga, per la linea Roma Albenga e Albenga Roma laddove l'aureomobile rimaneva fermo per tre giorni ad Albenga, fermo, improduttivo,come se fosse guasto, e quando decollava portava il ministro e poche persone a Roma,con una perdita superiore di quando stà fermo, questo avrebbe fatto imbestialire pure i Quaitiani, che di spreche se ne intendono, figuriamoci i piloti quando si sentono dire da Scajola " questo è il momento dei sacrifici e del buonsenso".