domenica 21 novembre 2010

Il gioco di Stato.

Caro A.B. E-Mail, aumentare le quote delle combinazioni minori del superenalotto sarebbe onesto, e un poco rispettoso per chi ha un vizio che solo in questo buio sociale può essere esaltato.
Il prelievo (oggi ogni due giorni, una volta quando avevano più pudore ogni settimana) generato da una promessa per una vincita sempre più alta è ossequioso solo verso che guadagna sul giuoco, e non per le classi più sfortunate che si immergono in un falso sogno. Aggiungi poi quando la vincita raggiunge (ormai li raggiunge sempre) livelli astronomici, i signori del superenalotto possono contare su una pubblicità di uno Stato amico a costo zero attuata da tutti i telegiornali che li rende semplicemente ricchi.

Imparino dal Dott. Marchionne i nostri politici.

Imparino i nostri governanti dal Dott. Marchionne, che per investire in Italia 20 miliardi di euro vuole revisionare tutti i contratti o comunque imporre situazioni alla sua direzione sempre più vantaggiose.
Imparino i nostri governanti cosa vuol dire, quando dice che " devono aver aperto lo zoo........" E' vero. Ha ragione. Solo una classe politica che esce dallo zoo può elargire più di 500 miliardi di euro di aiuti alla Fiat senza nulla chiedere in cambio.

Il ministro Tremonti nomona una commissione.

Marco Grasso a Secolo
mostra dettagli 13 ott

Il ministro della economia, Giulio Tremonti, nomina una commissione tecnica per attuare ragionevolezza alle multe che ammontano a 95 miliardi di euro, elevate a 10 società concessionarie delle slot-machine. Dopo un approfondito studio a cui è stato applicato scienza e coscienza, la cifra giusta per detta commissione e di 804 milioni di euro, poco più dell' 1% della cifra contestata dalla Corte dei conti a dette concessionarie che è di 95 miliardi di euro.
La famiglia Agnelli ha ritirato i 2 miliardi di euro dalla Svizzera pagando solo 100 milioni di euro, come voleva lo scudo fiscale. 5% del malloppo. Peccato che il periodo per il ritiro dei soldi sotto la protezione dello scudo fiscale era già scaduto. E che comunque lo scudo fiscale non si applica a procedimenti aperti come nel caso degli eredi Agnelli.
"Aliquota complessiva del 5% applicata sulle attività finanziarie e patrimoniali detenute al 31 dicembre 2008 o rimpatriate e regolarizzate a partire dal 15 settembre2009 e fino al 15 aprile 2010: questi i due aspetti principali dell' emendamento sullo scudo fiscale E che comunque lo scudo fiscale non si applica a procedimenti aperti". Come nel caso degli eredi Agnelli.
Chiunque di noi si fosse trovato con sentenze negative della Corte dei conti, o che il nucleo antifrode della Guardia di Finanza ci avesse messo la prua sopra, avremmo avuto a che fare con Equitalia che avrebbe semplicemente applicato la legge, mentre ora commissioni e nuclei antifrode stanno cercando di interpretare la legge secondo criteri di ragionevolezza, che si usano solitamente per amici degli amici, cricche e intoccabili, operazioni comunque che così spudoratamente non si possono fare in paesi di normale civiltà. Senza contare che il prosperare di questo tipo di società è direttamente proporzionale con l'aumento della disperazione delle classe sociali più sfortunate che sperperano denaro sperando di migliorare la loro esistenza e invece arricchiscono questi signori che non pagano nemmeno le tasse.

Equità fiscale!

MARCO SODANO
TORINO
Un patrimonio personale di oltre un miliardo, forse quasi due, depositato in Svizzera e sconosciuto al fisco italiano. Nella vicenda dell’eredità di Gianni Agnelli si fa spazio per un nuovo protagonista: l’Agenzia delle Entrate. Che vuole far chiarezza sul presunto tesoro nascosto dell’Avvocato e, soprattutto, incassare eventuali pendenze fiscali. La notizia è stata lanciata ieri dal Tg5, nell’edizione serale. La cifra in questione sarebbe stata «accumulata negli anni in Svizzera attraverso attività riconducibili ad Agnelli e mai dichiarate al fisco». Gli 007 fiscali sono stati messi sulla pista nel 2007, quando Margherita Agnelli (la figlia di Gianni), decise di avviare una azione legale contro i gestori del patrimonio del padre e di conseguenza contro la madre Marella, l’unica coerede e quindi «interessata a una valutazione corretta della consistenza dell’eredità», come ebbe a dire la stessa Margherita cercando di spiegare perché avesse fatto causa a sua madre. Un anno dopo la morte di Gianni Agnelli, nel marzo 2004, madre e figlia avevano raggiunto un accordo sull’eredità.

Margherita avrebbe rinunciato alla successione della madre, vendendole le proprie quote nelle attività industriali di famiglia e permettendo a suo figlio John Elkann di avere la maggioranza in Dicembre, la società che controlla Fiat e tutto il resto. Il patrimonio personale dell’Avvocato era invece nella fondazione Alkyone, costituita nel 2001, della quale erano beneficiarie le stesse Marella e Margherita. Chiuso il capitolo industriale senza scossoni, restava quello famigliare. E lì gli scossoni sarebbero arrivati eccome: nel 2007 Margherita Agnelli annuncia una causa per ottenere rendiconti più precisi sull’eredità che ha diviso con la madre. È convinta che Gianluigi Gabetti e Sigfried Maron, curando la successione, non abbiano messo sul piatto l’intero patrimonio di suo padre. Sostiene di aver scritto almeno sette lettere e di aver ottenuto solo un inventario «limitato ai beni italiani». A giugno di quest’anno, l’ennesima sorpresa: ancora Margherita, ancora una lite. Questa volta contro i legali - lo svizzero Jean Patry e l’italiano Emanuele Gamna - che avevano curato per conto suo l’accordo sull’eredità del 2004. Margherita sostiene che gli avvocati avevano lavorato per lei avendo un mandato anche da Gianluigi Gabetti e Sigfried Maron. Per convincere il legale italiano ad ammettere l’esistenza di quel mandato, Margherita non esita a riferire di una parcella da 50 milioni di euro transitata su conti via Singapore. La Finanza si mette sulle tracce di Gamna, mentre dalla Svizzera spunta un documento da cui risulta che Margherita Agnelli avrebbe preso come liquidazione per l’eredità un miliardo e 166 milioni di euro. C’era dell’altro? Margherita sostiene di sì e ne chiede ragione. Ovvio che ne chieda ragione anche l’Agenzia delle Entrate. Il calcolo che quantifica quel patrimonio in due miliardi è basato sulla valutazione della rivista americana Forbes, la bibbia dei patrimoni personali.

Nel 1990 attribuiva all’Avvocato un patrimonio di 1,7 miliardi di dollari: oggi la cifra avrebbe raggiunto 1 miliardo e 950 milioni (in euro) tenendo conto della crescita della Borsa, della bolla nella new economy e dell’attacco alle torri gemelle l’11 settembre 2001. E non si tratta solo di denaro. Secondo Margherita il tesoro comprenderebbe posti barca in Costa Azzurra, appartamenti di pregio a Parigi e New York, quadri di grande valore, conti correnti e pacchetti azionari mantenuti riservati - a detta di Margherita - anche dopo l’apertura della successione del padre. Con le nuove norme del decreto anticrisi sull’evasione, concludeva il servizio del Tg5, se il Fisco trovasse davvero un patrimonio simile, la multa potrebbe superare il capitale. Niente scudo fiscale: non si applica ai procedimenti aperti. Come questo.

Povera Italia.

Tutti proprio tutti hanno allungato le mani sulla nostra nazione.
A nessuno interessa il continuo aumento del debito pubblico, il compiere precise azioni politiche per favorire la ripresa, cercare di ridurre la disoccupazione che incomincia ad essere insostenibile. Tutti sappiamo cosa succede quando qualcuno ricorda che la Corte dei conti asserisce essere di 98 miliardi di euro ii debito dovuto dai concessionari dei videopoker. Tutti gli addetti alla riscossione dei tributi guardano sotto il tavolo, specialmente Equitalia. Queste società hanno bisogno di una concessione per operare? Concessionari appunto; si cominci a togliere la concessione, sequestrare le macchinette. Un guadagno lo sentirebbero i più inconsciamente colpiti dal vizio qualora tutti i giochi si fermassero, e questo sarebbe comunque un guadagno sociale specialmente se lo stato non percepisce le tasse. Sicuramente si raggiungerebbe un accordo, perché nessuno abbandona la gallina dalle uova d' oro. Ma questo argomento è pericoloso per tutti i partiti politici. Il leader politico protettore di questa lobby è stato attaccato su questini private, ma mai per questa costosa scorrettezza dei suoi amici. E' chiaro che la delicatezza sarà ricambiata, perché questi sono atteggiamenti bipartisan che permettono a tutti di fare tutto.

Equità fiscale.

Il ministro della economia, Giulio Tremonti, nomina una commissione tecnica per attuare ragionevolezza alle multe che ammontano a 95 miliardi di euro, elevate a 10 società concessionarie delle slot-machine. Dopo un approfondito studio a cui è stato applicato scienza e coscienza, la cifra giusta per detta commissione e di 804 milioni di euro, poco più dell' 1% della cifra contestata dalla Corte dei conti a dette concessionarie che è di 95 miliardi di euro.
La famiglia Agnelli ha ritirato i 2 miliardi di euro dalla Svizzera pagando solo 100 milioni di euro, come voleva lo scudo fiscale. 5% del malloppo. Peccato che il periodo per il ritiro dei soldi sotto la protezione dello scudo fiscale era già scaduto. E che comunque lo scudo fiscale non si applica a procedimenti aperti come nel caso degli eredi Agnelli.
"Aliquota complessiva del 5% applicata sulle attività finanziarie e patrimoniali detenute al 31 dicembre 2008 o rimpatriate e regolarizzate a partire dal 15 settembre2009 e fino al 15 aprile 2010: questi i due aspetti principali dell' emendamento sullo scudo fiscale E che comunque lo scudo fiscale non si applica a procedimenti aperti". Come nel caso degli eredi Agnelli.
Chiunque di noi si fosse trovato con sentenze negative della Corte dei conti, o che il nucleo antifrode della Guardia di Finanza ci avesse messo la prua sopra, avremmo avuto a che fare con Equitalia che avrebbe semplicemente applicato la legge, mentre ora commissioni e nuclei antifrode stanno cercando di interpretare la legge secondo criteri di ragionevolezza, che si usano solitamente per amici degli amici, cricche e intoccabili, operazioni comunque che così spudoratamente non si possono fare in paesi di normale civiltà. Senza contare che il prosperare di questo tipo di società è direttamente proporzionale con l'aumento della disperazione delle classe sociali più sfortunate che sperperano denaro sperando di migliorare la loro esistenza e invece arricchiscono questi signori che non pagano nemmeno le tasse.

Ricchezza privata e pubblica disperazione.

La ricchezza privata nel mondo continua a salire, negli ultimi 10 anni i patrimoni sono cresciuti del 72%, nonostante le ripetute crisi delle borse e le esplosioni delle bolle. Ciò significa una sola cosa, che le crisi fanno crescere i patrimoni (giganti) privati, ma i veri costi della crisi sono pagati da chi patrimoni non ha, diminuendo la loro sicurezza sociale con la diminuzione esagerata di risorse, a loro destinate in tempi normali, perché qualcuno ha abbattuto le due torri, o qualche banca (quasi tutte) anno fatto speculazioni demenziali, e lungi dall' essere pentite esigono per i loro direttori vergognosi regali, perché non si possono proprio chiamare retribuzioni! Peraltro in Italia non si mettono le mani in tasca a nessuno ma si usa tutto quello che si raccoglie dalle tasse con forte parsimonia quando si deve spendere per scuola, sanità, sicurezza, e tutte quelle cose che usufruiscono quelli che fanno conto su detti servizi , avendo contribuito per il maggior finanziamento di queste pubbliche risorse. I tagli orrizzontali del 10% di Tremonti sono solo sentiti dai meno abbienti e più tartassati, i figli dei ricchi andranno alla Bocconi, perché la produttività delle università (restando lettera morta ogni sorta di riforma per mancanza di risorse) pubbliche é sotto gli occhi di tutti. E' evidente che il risparmio che si attua è impressionante ma nello stesso tempo si impegna anche il futuro dei meno fortunati, aumentando il debito pubblico. Non prendere nemmeno in considerazione di tassare i redditi finanziari, gli unici che hanno tratto giovamento da questa crisi planetaria, o fare qualcosa per una corruzione devastante come é stata dichiarata proprio ieri dal presidente della Corte dei Conti non solo é da incoscienti ma anche un poco da criminali.
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Nucleare? Io aspetterei.

La ricchezza privata nel mondo continua a salire, negli ultimi 10 anni i patrimoni sono cresciuti del 72%, nonostante le ripetute crisi delle borse e le esplosioni delle bolle. Ciò significa una sola cosa, che le crisi fanno crescere i patrimoni (giganti) privati, ma i veri costi della crisi sono pagati da chi patrimoni non ha, diminuendo la loro sicurezza sociale con la diminuzione esagerata di risorse, a loro destinate in tempi normali, perché qualcuno ha abbattuto le due torri, o qualche banca (quasi tutte) anno fatto speculazioni demenziali, e lungi dall' essere pentite esigono per i loro direttori vergognosi regali, perché non si possono proprio chiamare retribuzioni! Peraltro in Italia non si mettono le mani in tasca a nessuno ma si usa tutto quello che si raccoglie dalle tasse con forte parsimonia quando si deve spendere per scuola, sanità, sicurezza, e tutte quelle cose che usufruiscono quelli che fanno conto su detti servizi , avendo contribuito per il maggior finanziamento di queste pubbliche risorse. I tagli orrizzontali del 10% di Tremonti sono solo sentiti dai meno abbienti e più tartassati, i figli dei ricchi andranno alla Bocconi, perché la produttività delle università (restando lettera morta ogni sorta di riforma per mancanza di risorse) pubbliche é sotto gli occhi di tutti. E' evidente che il risparmio che si attua è impressionante ma nello stesso tempo si impegna anche il futuro dei meno fortunati, aumentando il debito pubblico. Non prendere nemmeno in considerazione di tassare i redditi finanziari, gli unici che hanno tratto giovamento da questa crisi planetaria, o fare qualcosa per una corruzione devastante come é stata dichiarata proprio ieri dal presidente della Corte dei Conti non solo é da incoscienti ma anche da ingordi.

Un paese bisca.

Il signor Alvigini sostiene che la ultima vincita del superenalotto risale a febbraio del 2010, ma se si giocasse (come sarebbe socialmente giusto) una volta alla settimana saremmo a luglio del 2013. fossero
Il Tg1 propone tre volte alla settimana, prima in apertura e poi alla fine, sperando di annunciare chi ha vinto, uno spot sulle giocate allo superenalotto, che se i proprietari di detta società dovessero pagarli..... invece sono gratis. Pare anche molto strano che non si riesca mai a sapere il nome del vincitore, gli ultimi vincitori sono tutti introvabili. Detta attività, la trovo come una istigazione alla ricchezza di pochi (non importa nulla se lo Stato guadagna parecchio, potrebbe essere considerato anche vergognoso) e un grosso impoverimento di tanti.
E' giunto il momento di sapere chi privatamente lucra su enalotto e slot-machine, perché c'è la certezza che allo interno di queste società "galline dalle uova d' oro" ci siano parenti e amici di importanti politici, e da qui la difficoltà a procedere che ha il fisco nei confronti di quella parte di personaggi occulti ma potentemente protetti, come ha abilmente ricordato Sergio Castellanetta.

Marchionne da Fazio.

Marco Grasso a Secolo
mostra dettagli 25 ott

Caro Dottor Marchionne, il motivo per cui, come ha sostenuto ieri sera dal Signor Fazio, nessuno investe in Italia, é lo stesso identico per cui la famiglia Agnelli ha pagato solo il 5% dei due miliardi di euro che erano stati occultati in Svizzera dall' avvocato Agnelli.
Se nel 1960 ci fossero stati politici che avessero voluto bene alla nostra nazione, e non fossero stati in soggezione davanti a tanta ricchezza, avrebbero sviluppato di più le ferrovie che avrebbero dato un futuro migliore alla produttività dei trasporti pubblici, la cui inefficienza è sotto gli occhi di tutti i pendolari o comunque fruitori di treni. Ed il boom delle vetture sarebbe comunque arrivato dopo.
Invece si fecero strade e autostrade, dando alla Fiat l' opportunità di crescere nel modo che tutti sappiamo.
Ma ad ogni piccola crisi, che noi vedavamo in televisione con piazzali pieni di vetture appena uscite dalla produzione, gli operai Fiat andavano in cassa integrazione sempre pagati da noi italiani.
Ora se é vero che gli aiuti statali, ammontano secondo alcuni a più di 500 miliardi di euro, cioè un terzo del debito pubblico, (che vuole dire al tasso dell'1% 5 miliardi di euro di interessi negativi allo anno, due volte e mezzo l' utile della fiat estera di questo anno)
Quando poi è stata venduta l'Alfa Romeo, il buon Prodi preferì il non pagamento della italiana Fiat alla certezza di un pagamento sicuro della Opel di gran lungo più elevato e sicuro.
Forse un poco di concorrenza alla Fiat avrebbe fatto bene!
Ora lei, Dottor Marchionne ci dice che tutti i debiti della Fiat sono stati pagati, ma a chi?
Anche l' onorevole Calderoli non mi sembra convinto di questi pagamenti.
Perché in Italia non si può mai sapere la verità? forse anche questo è un ulteriore motivo per cui tanti non investono da noi?
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Manutenzione e tapullo, ormai perduti.

Non molto tempo fa, 15, forse 20 anni orsono, al cimitero di Staglieno ha finito di operare una squadra di tapulanti comunali, la cui attrezzatura era: una carretta, armamentario da muratore, qualche pezzo di carta catramata ed una fiamma a benzina per poter incollare la carta catramata. Questi signori si chiamavano Cialli, Egidio, e Bruzzone di Molassana. Quasi senza accorgersene hanno fatto risparmiare al nostro comune cifre notevoli.
Quando qualche utente si lamentava all'ingresso del cimitero di Staglieno, segnalando una infiltrazione nella tal galleria che lambiva la tomba di un suo caro, l'ordine rivolto dall’autorità cimiteriale alla squadra era, rigorosamente in genovese: «Vai a vedere cosa dice questa signora». L' intervento mirato e solitamente rapido, nella maggioranza dei casi, soddisfaceva l'utente, bloccava l'allargamento della falla e rimandava di anni il rifacimento dei tetti delle gallerie, che avrebbe comportato un costo miliardario (a quei tempi erano lire).
Oggi invece assistiamo, con impotente inerzia, a piccole perdite che nel giro di pochi anni diventano ruscelli senza che nessuno possa intervenire, se non transennando l’area e rendendola inagibile per lunghissimo tempo; passato tale tempo (altri anni) la dirigenza cimiteriale “inizierà ad aspettare” il notevole finanziamento, necessario per il lavoro di messa in sicurezza e di ripristino dell’area in oggetto, sfoggiando il comodo atteggiamento attendista di chi non può intervenire in questioni che non investono la propria diretta competenza.
Purtroppo però nessuno potrà mai dimostrare che la squadra Cialli, Egidio e Bazzurro, con il tapullo di un pomeriggio di lavoro effettuato a tempo debito, avrebbe rimandato quel costosissimo intervento di parecchi anni.
Il tapullo è il figlio legittimo della manutenzione ed interviene quando questa non ce la fa più a reggere da sola un problema sulle proprie spalle. Se nessuno andrà più a controllare e a pulire un tetto appena rifatto, la sua durata efficiente verrà come minimo dimezzata, e da qui si può calcolare il valore, occulto ai più, della manutenzione. Teniamo presente che tutti i tetti delle gallerie dei cimiteri sono sovrastati da alberi per decine di metri, e con l' humus che queste piante depositano sui tetti, se essi non vengono puliti, dopo pochi anni vi nasceranno resistenti arbusti dotati di una capacità penetrativa devastatrice e avvilente per chi la percepisce. In altre parole mancano sia il tapullo (inviso alle nuove, rigorosissime leggi) che la manutenzione (evidentemente non gradita da formalismi normativi sempre più cervellottici), attività non conosciute da politici e dirigenti, poiché questi ormai conoscono solo il linguaggio e la tecnica della burocrazia di interventi onerosi e complessi.

Il mercato é cambiato, bisogna adeguarsi.

La Fiat perde in ottobre il 39,5% delle immatricolazioni, le altre marche europee con produzione all' interno delle proprie nazioni, perdono poco più della metà, il 22,9%. Per la metà di questo disastro, la colpa é sicuramente della crisi dell'auto, che io credo strutturale, cioè che il mercato europeo non possa più seguire le fantasie dei produttori di automobili, a meno di sconti pagati dai soliti contribuenti, mentre per l' altra metà, vuol dire che le altre marche europee sono più brave della Fiat. Due considerazioni mi sembrano doverose:
La prima, tutte le industrie automobilistiche dovrebbero aver capito che la produzioni di autovetture, è sana solo la quantità richiesta dal mercato, questo giusto ridimensionamento necessario per soddisfare la vera domanda del mercato, rende dette industrie automobilistiche autosufficienti, anche se in misura diversa fra industria e industria. Non è più accettabile che la crisi gravi costantemente, nonostante lo sforzo attuato sempre con deludenti risultati, sulle tasse pagate da tutti gli italiani.
La seconda, che se interventi pubblici devono esserci, questi devono essere indirizzati per la riqualificazione degli operai trasferendoli eventualmente in settori che possano avere un futuro, quali, ad esempio, le industrie relative alle energie alternative, eolico e fotovoltaico, cercando di combattere la nuova corruzione come ha detto il ministro Tremonti esistere in questo settore.

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Corrotti e corruttori.

L' Italia scende sempre più in basso nella classifica dei paesi corrotti e si attesta al 67° posto mondiale; posizione avvilente, battuta anche dal Ruanda, paese con tradizioni storico-culturali molto diverse dal nostro.
Leggiamo sui giornali che il vero lavoro degli imprenditori affermati è crearsi fondi neri ("per poter lavorare") da distribuire a chi comanda. Naturalmente i loro concorrenti che non sono addentro alla corruzione vivono una crisi insostenibile.
Si aggiunga che le imprese "sane" a livello mondiale scartano sempre i paesi ad alto livello corruttivo. La Corte dei conti asserisce che la corruzione ha un costo sociale nella nostra Italia di 60 miliardi annui di euro.
Ora, se non è realistico pensare che si possa eliminare questo tumore, dovrebbe essere speranzoso ridurlo, esempio della metà.
Ecco una semplificazione della classifica:
1° posto Danimarca punti 9.3
15° " Austria Germania " 7.9
30° " Israele- Spagna " 6.1
-- 45° " Capo Verde " 5.1 5.1
60° " Slovakia " 4.3
66° " Ruanda " 4.0
67° " ITALIA " 3.9
69° e ultimo Brasile " 3.7
In questa situazione il nostro governo non è mai riuscito, o non ha mai voluto sottoscrivere il ddl anti corruzione (SOTTO SCRITTO DA TUTTA EUROPA) che dovrebbe fortemente inibire l' eterna gioia di corrotti e corruttori, comportandosi sempre come se il problema non esistesse e che i veri problema sono altri, e poi segue una sfilza di questioni senza mai nominare la corruzione.
Bisogna purtroppo prendere atto che nessun sindacato, nessuna associazione nessun partito, eccetto deboli eccezioni, ha mai mostrato palese e continuativa sofferenza o ha mai organizzato manifestazioni contro la corruzione.
E' evidente che è necessaria una presa di coscienza da parte delle forze sane del nostro Paese relativamente alla pulizia e ristrutturazione del nostro sistema produttivo a cui come cosa prioritaria dovrebbe essere la sottoscrizione immediata del ddl anticorruzione. Evidenziando quindi i partiti politici che non hanno questo problema che sta soffocando tutto, dando la possibilità all'elettore, forse fra poco , di scegliere.

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Marco Grasso
http://marcograsso.blogspot.com/

Minzolini, uno qualunque.

mostra dettagli 10:46 (3 ore fa)
In una Italia, impoverita come non mai, in parte per la colpa della crisi mondiale, ed in parte per colpa del Governo che doveva affrontarla. Essersi dimenticati ad esempio, (come viene evidenziato oggi) dell' aiuto ai cantieri navali, tutela avvenuta in tutta l' Europa portuale, alle piccole imprese, alla lotta alla evasione, al non riconoscere e quindi non contrastare la corruzione. Ci siamo abituati ad osservare il più totale disprezzo nell' uso dei soldi pubblici da parte di chi ne ha la possibilità. Mi riferisco al dottor Minzolini che iI controllo dei costi di rappresentanza per 66mila euro pagati con la carta aziendale sarà da lui visto con la veste del martire. Perché è vero, così fan tanti. Ma quanti Minzolini ci sono in questa nostra Italia allo sfascio. Ma come si può pretendere di salvarla con il solo rigore di chi paga veramente le tasse, aumentando sempre i tagli su quello che costoro oserebbero pretendere dal normale utilizzo delle stesse. Le uniche tasche non violate sono quelle dei milionari, proprio come ha fatto Bush in America. Ma come possiamo pensare che chi dovrebbe capire le esigenze di tutti noi, abbia una causa di divorzio per la quale gli vengono richiesti tre milioni e mezzo di euro al mese! Anche i reali inglesi sarebbero in difficoltà. Fatto 100 la somma di tasse versate, quanto viene effettivamente speso per spese socialmente produttive al prezzo non gonfiato?

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Marco Grasso

Il nuovo PD.

Marco Grasso a Secolo
mostra dettagli 17 nov (4 giorni fa)

L' evidente mancanza di radici nel PD, dopo la sconfitta alle elezioni primarie per la candidatura del Sindaco di Milano dovrebbe essere supplita con decisioni più coraggiose. Prima di tutto prendere per oro colato il suggerimento di Michele Serra: Da ora in avanti, il PD, dovrà appoggiare solo il vincitore delle primarie, rispettando così la volontà dei suoi elettori, e considerare il suo unico e vero candidato solo quello che vince la competizione, evitando così di perdere prima ancora che inizino le elezioni vere. Inoltre i dirigenti di partito dovrebbero sentirsi all' alba di un nuovo giorno, dovo il rispetto lo si deve meritare e non lo si può più pretendere solo perché si appartiene al secondo partito. Questi sono i tempi che le ideologie sono state battute dalla gestione dei fatti, solo la bravura di queste gestioni dettermina la vera capacità. Ora bisogna dire come ci si comporterà davanti ai nuovi fatti se si verrà eletti. Posizioni chiare su; Corruzione. Evasione. Giustizia, con una chiara spiegazione dei risultati da raggiungere. Acqua pubblica, e spiegare perché si è a favore della decisione presa. Istruzione, tenendo presente che occorre fare ricorso in modo assoluto alla meritocrazia, e stare attenti a non considerare la scuola come un potenziale serbatoio di voti. Rendersi conto che il vero rispetto per la democrazia è la partecipazione, e la sola partecipazione evidente é l' elezione dei propri candidati, perché il nominarli vuole dire trasformarli in tanti servi ben pagati disposti a qualunque compromesso con la propria dignità. Mentre se eletti, certe scelte devono essere comunque spiegate ai propri elettori dei singoli eletti. Tenere presente che bisogna riformare i costi della politica, ridimensionare i privilegi dei parlamentari, inibire l' elezione di parlamentari con carichi pendenti, semplicemente perché si preferisce persone non inquisite.

Saviani Maroni perché non collaborazione?

Viviamo in un periodo storico talmente arido che se venissero al mondo dei Michelangelo o dei Raffaello, potrebbero benissimo non essere riconosciuti, o comunque non avrebbero di sicuro il successo che hanno avuto al loro tempo.
Ma nello stesso tempo è il momento, per fortuna, che ci è dato possibile percepire su quale personale grandezza abbiano dovuto contare uomini come Falcone e Borsellino, per farci capire quale difficoltà hanno dovuto superare, nella suddetta aridità, per renderci edotti di quale aggressione silente sta subendo dalla malavita organizzata la nostra bella Italia.
Ma non abbiamo capito, o non siamo a conoscenza , di quale prezzo abbiano pagato per raggiungere questo obiettivo, prima di aver saldato il tutto col totale sacrificio.
Ora noi spettatori al sicuro, ci rattrista che un Saviano debba scontrarsi con l' ottimo Maroni, e le partigianerie di ambo le parti si punzecchino prima dell' incontro.
Avremmo tutti da guadagnare se l' incontro si trasformasse in una onesta chiarificazione, semplicemente perché i due contenti hanno lo stesso nemico, e quindi si potrebbe anche sperare in una fattiva collaborazione, il che significherebbe che i tempi stanno cambiando in meglio.