mercoledì 6 marzo 2013

Bisogna incominciare a cambiare questo sistema insostenibile.

Come sostiene un comunicato sindacale del Corriere della Sera: La buonuscita di Maurizio Romiti: 17 milioni di euro, dopo un paio d'anni al timone della Rcs. "Quando quella liquidazione monstre venne pagata, lo stesso presidente della Rcs, Guido Roberto Vitale (anch'egli allora in uscita), ammise: «Certi tipi di remunerazione sono giustificabili solo in presenza di risultati estremamente positivi».(1) Facendo capire che non era quello il caso. Non è ammissibile che continui questa giostra milionaria che arricchisce manager e dirigenti, indipendentemente dalla qualità professionale. In un momento come questo dovrebbe essere il primo solenne impegno dell'azienda". E anche della nuova politica che dovrebbe incominciare ad interessarsi a riduzioni di emolumenti della classe dirigente, spesso in concomitanza con situazioni economiche della società stessa disastrose! Quando l' anziano presidente delle Generali, (86 anni) pretese e ottenne una pensione di 1,5 milioni all' anno di pensione (4.100 euro al giorno), oltre alla liquidazione sicuramente adeguata, pretese che in caso di sua morte, alla sua signora andasse una reversibilità del 60% cioè un milione all' anno. Sarebbe interessante sapere per quanti anni la signora percepirà il suo milioncino. Anche se non c' entra l' INPS, possibile che nessuno al morituro potesse dire che almeno nella reversibiltà stava esagerando se non nella quantità, sicuramente nel principio! Che nel futuro si sarebbero tagliate pensioni sotto i mille euro, anche se nessuno poteva immaginarlo. Ma pensare che qualcuno per il futuro possa tassare, per causa di forza maggiore, per aiutare la nostra Nazione le pensioni superiori ai 10.000 euro, colpire l' eccedenza con una aliquota del 90%, potrebbe essere auspicabile! Ma pare che le aziende oltre a non prendere in considerazione di dare normali stipendi e comprensive buone uscite ai suoi dirigenti, stiano applicando un nuovo criterio di "buona entrata" che sta entrando in uso per dare il benvenuto ai nuovi manager. Sarebbe auspicabile che la nuova classe dirigente da poco eletta prendesse in considerazione di non permettere simili offese a chi lavora seriamente e specialmente a chi lavoro non ha, ma i giornali li legge. (1) Comunicato sindacale del Corriere della Sera del 25.2.2013 La crisi Rcs e gli stipendi dei manager.

Qualcosa sulle quote latte.

Ma se vi guardate il REPORT della Gabanelli sulle quote latte capite dove è l’ inghippo. Il fatto è che ci sono parecchi furbacchioni che hanno preso la sovvenzione europea senza avere avuto le mucche dichiarate a migliaia. Per simili quantitativi di mucche, diceva un contadino nella intervista, non esistono al momento stalle capaci di tenerle. Basterebbe andare a visitare le mucche di quelli che prendono le fette più corpose delle quote latte per risolvere il problema. Che poi sono quelli che oltre a prendere i finanziamenti delle quote latte, comperano il latte in polvere rovinando il prezzo degli sfortunati allevatori di pochi capi di bestiame, e forniscono di latte le più importanti centrali. Insomma tutti sanno tutto, quasi un paio di miliardi gli abbiamo pagati noi contribuenti, e giustamente la lega se la prende per gli sprechi in Sicilia, ma noi che siamo a conoscenza di queste cose, speriamo che qualcuno neutralizzi questi incapaci. -- La questione delle quote latte è complessa e intricata: la quota è un limite di produzione introdotta dalla Ue per sostenere il prezzo del latte. Dall’88 ad oggi l’Italia ha già pagato alla Ue 4 miliardi e 407 milioni di multe, di cui 1 miliardo e 870 milioni si li è presi in carico lo Stato, cioè tutti i contribuenti, mentre il resto avrebbe dovuto essere recuperato presso i produttori splafonatori. Infatti Bruxelles impose che l’Italia facesse pagare le multe agli allevatori e così nel 2003 fu varata la legge n. 119 detta Alemanno (dal nome del ministro dell’Agricoltura dell’epoca), che prevedeva la rateizzazione in 14 anni del cosiddetto “prelievo supplementare” (definizione tecnica delle multe), a cui aderirono 15.385 produttori.

lunedì 4 marzo 2013

Prima di morire vorrei passare sul ponte di messina!

Uno dei motivi, unico e sufficiente per non votare PDL è la dichiarazione di Berlusconi di non molti giorni or sono: "Prima di morire sono sicuro di passare sul Ponte di Messina". Mentre abbiamo una miriade di coste e città a rischio (alluvioni smottamenti e frane) che ogni anno presentano un conto salatissimo a causa dello scempio che è stato posto in essere nelle costruzioni irresponsabili dei decenni precedenti. L' investimento in questa nostra carenza in ordine di priorità, porterebbe sicuri vantaggi. Bisognerebbe sapere quanto è costato a noi italiani fino ad ora il disturbo dei potenziali costruttori del per loro gioioso ponte sullo stretto di Messina, per toccare con mano con quanta leggerezza e disprezzo vengano gestiti miliardi di euro e di sacrifici degli impotenti tartassati elettori! Genova 16 Febbraio 2013.

Più si avicinano le elezioni più la corruzione lavora.

FUNSAI spolpata dai Ligresti, BPM soffocata dalla politica, ALITALIA se non arriva Air France questa volta riesce a spolpare i contribuenti definitivamente, EXOR la cassazione ha annullato le assoluzioni per Franzo Grande Stevens e Gianluca Gabetti che permisero alla famiglia Agnelli di mantenere il controllo della Fiat. Gruppo Banco Desio: Riciclaggio. RCS mediagrup, Gruppo SAI FONDIARIA, false comunicazioni. Gruppi nei guai Telecom Italia: Truffa. ILVA: Disastro ambientale. MONTE DEI PASCHI DI SIENA: Aggiotaggio. Banca Intesa; Riciclaggio. Stadio Cagliari, arrestati Cellino, sindaco e assessore di Quartu. Mps, fermato il maneger Baldassari; Era "dominus" delle operazioni sui derivati. Il "bancomat di Stato" che alimenta la politica: Indagini su Guarguaglino, Filone su Scajola, la nomina di Orsi voluta da Tremonti, tutti reati nel colosso della difesa. Ma dove li mettiamo? in galera non c'è più posto! Forse è per questo che erano tutti contro la corruzione!

Quello di cui non si è mai parlato.

Ricevo da un amico e volentieri metto a disposizione. 1. E GRILLO “STREGÒ” L’AMBASCIATORE USA IN ITALIA: “INTERLOCUTORE POLITICO CREDIBILE” - 2. ALLE 11,12 DEL 4 APRILE 2008 DALL’AMBASCIATA AMERICANA A ROMA PARTE IL TELEGRAMMA INTITOLATO “PRANZO CON L’ATTIVISTA ITALIANO BEPPE GRILLO: “NESSUNA SPERANZA PER L’ITALIA”. L’OSSESSIONE DELLA CORRUZIONE”. A FIRMARLO È RONALD SPOGLI, AMBASCIATORE A ROMA, E IL DESTINATARIO È IL SEGRETARIO DI STATO, CONDOLEEZZA RICE - 3. “GRILLO, 59 ANNI, HA UNA CAPIGLIATURA SELVAGGIA E UN ASPETTO QUASI DA PORTUALE MA LA SUA UNICA MISCELA DI HUMOUR AGGRESSIVO SOSTENUTO DA STATISTICHE E RICERCHE GIUSTE, NE FA UN INTERLOCUTORE CREDIBILE SUL SISTEMA POLITICO ITALIANO” - 4. IN CINQUE PAGINE SPOGLI SPIEGA CHE GRILLO “È BENE INFORMATO, COMPETENTE SULLA TECNOLOGIA, PROVOCATORIO E GRANDE INTRATTENITORE, GRILLO È UNICO, VOCE SOLITARIA NEL PANORAMA ITALIANO SU CORRUZIONE E TEMI ECONOMICI (PARMALAT)” - -

L' editoria ringrazia le famiglie no.

A proposito di conflitto di interesse, qualche conduttore televisivo che avrà l' opportunità di intervistare il patron di Mondadori Silvio Berlusconi, chieda lui se non sa nulla della silenziosa leggina che il 6 dicembre ha fatto un regalino niente male a tutte case editrici che continueranno ad incassare ancora per 5 anni ben 800 milioni di euro dalle tasche delle famiglie dei genitori di tutti gli studenti italiani. Il professor Monti era d' accordo, così come pure il professor Profumo, riconosciuto sostenitore del digitale sembrava fatta: L' Italia stava per entrare nel novero delle nazioni normali almeno nella digitalizzazione. Si doveva approvare la versione mista del 2013/2014 digitale/cartaceo e poi via..solo digitale! Finalmente! Invece si vede che siamo stati cattivi e il 6 dicembre un signor nessuno assieme ad un gruppo di nominati hanno fatto saltare tutto, e l' editoria per ancora 5 anni si infilerà in tasca 800 milioni di euro. L' editoria ringrazia! Genova 11 Febbraio 2013

domenica 3 marzo 2013

Anche i corrotti a volte possono avere ragione.

Sono perfettamente convinto che dovremo abbandonare l' euro, e che più tempo impiegheremo a prendere coscienza dell' impossibilità di andare avanti con questa moneta, più ci impoveriremo. Fra una decina di anni forse sarà possibile riunificare le monete, ma occorrerà avere gli standard di tassazione, di corruzione, di fedeltà fiscale con differenze accettabili. Sono sicuro che solo una minoranza lo potrà capire, e forse potrebbe essere la minoranza più corrotta! A volte gli stronzi hanno ragione, non me ne voliate. Anche Berlusconi è contrario, ma lui per divertirsi a stampare monete e portare il debito pubblico per italiano pari a metà di quello che lui paga giornalmente alla sua signore, cioè 100.000 euro. Marco Grasso E' perfettamente noto a tutti che l’Euro sarebbe stato un esperimento fallimentare proprio perché mancava alla sua base una unità politica e in particolare una unità nel campo della politica fiscale, questo voglio ricordarvelo è una cosa di dominio pubblico, i fondatori dell’ Europa sapevano benissimo che imporre una moneta unica a paesi diversi e con un sistema fiscale profondamente scollegato, avrebbe condotto a una crisi. Quindi i problemi che fossero noti, lo dobbiamo dare per scontato." Alberto Bagnai Intervento di Alberto Bagnai, professore di politica economica all’università Gabriele D’Annunzio di Pescara "Buongiorno agli amici del Blog di Beppe Grillo, sono Alberto Bagnai, insegno politica economica all’università Gabriele D’Annunzio di Pescara, sono di ruolo nell’università dal 1996 e nella mia attività di ricerca mi sono occupato soprattutto di debito pubblico e di debito estero, principalmente nei paesi in via di sviluppo. Poi è arrivata la crisi e sono stato costretto a occuparmi del mio paese e dell’Europa, nella mia attività scientifica e anche di divulgazione, che si è sviluppato soprattutto in questo ultimo anno, con la aggravarsi della crisi. Volevo fare delle riflessioni con voi sulla sostenibilità dell’ Euro e sulla sostenibilità delle attuali regole economiche. Partendo da una notizia piuttosto interessante, che mi è stata segnalata da uno dei lettori del mio blog, mi ha mostrato un video, che circola, credo che sia stato girato da una televisione tedesca, in cui si vedono due politici tedeschi, presidenti di alcune regioni del sud, che si lamentano del fatto che sono stanchi di raccogliere imposte dai loro cittadini per trasferirle ai cittadini di altre regioni tedesche. Questo forse vi ricorderà qualche cosa che sta succedendo in Italia, che una parte del dibattito politico, anche nel corso della campagna elettorale, verte sul fatto che alcune regioni del nord sostengono di essere stanche di finanziare con le proprie imposte i bisogni strutturali di regioni del sud. Ecco, in Italia la parte sviluppata è al nord, in Germania quella sviluppata è a sud, come in anche in Inghilterra del resto. Che cosa c’entra questa storia con l’Europa? Un po’ c’entra, perché non so se ci avete fatto caso, ma la crisi europea presenta dei caratteri di asimmetria e molto spesso si sente dire, però, che si potrà risolvere questa crisi nel momento in cui si aggiungerà a questa unione monetaria una fiscale, e che cosa dovrebbe essere? Un meccanismo che sostanzialmente oltre a garantire rigore, incorruttibilità, etc., tutte queste belle cose e parole, molto moralistiche, però poi in soldoni dovrebbe permettere alle regioni più forti di aiutare quelle più deboli economica mente con meccanismi automatici di trasferimento. Perché un’idea di questo tipo? Perché si sa benissimo che l’altra unione monetaria grande, che conosciamo e che funziona, che è quella degli Stati Uniti, che ha più di un secolo di vita, ricordiamolo, che e è passata anche attraverso una guerra di secessione, ricordiamolo, funziona esattamente così? C’è una sola moneta in tutti gli Stati Uniti, che è il dollaro, e però c’è un bilancio federale. Questo significa che una parte, non trascurabile, delle imposte che i cittadini pagano va non al bilancio dello Stato in cui risiedono, ma al bilancio dell’unione di questi Stati, appunto gli Stati Uniti, e questo che vantaggi ha? Diversi, tra cui il più banale è che se in un singolo Stato c’è un problema, dico l’Alabama, come per esempio in Europa c’è un problema in Grecia, automaticamente il bilancio federale, è stato calcolato da studiosi negli anni 90, compensa 40 centesimi per ogni dollaro di reddito che il cittadino dello Stato in crisi ha perso perché automaticamente deve pagare meno tasse al bilancio federale e riceve anche sussidi di vario tipo, di disoccupazione. Quindi c’è un meccanismo cuscinetto che è abbastanza rilevante, perché copre tra un 40 e un 30 per cento degli shock che riceve il reddito del cittadino dello Stato svantaggiato, e poi è automatico: non c’è bisogno di andare ogni volta a Washington per litigare, semplicemente le regole sono queste. Ecco, in Europa se ci fosse una cosa di questo tipo è indubbio che staremmo molto meglio e la domanda è perché in Europa non c’è una cosa di questo tipo? Non sapevamo forse che non si può avere una moneta unica senza avere un bilancio pubblico unico? E qui purtroppo casca l’asino, cioè casca l’ Euro, perché intanto è perfettamente noto a tutti che l’Euro sarebbe stato un esperimento fallimentare proprio perché mancava alla sua base una unità politica e in particolare una unità nel campo della politica fiscale, questo voglio ricordarvelo, lo hanno ricordato anche altri blogger, Messora, è una cosa di dominio pubblico, i fondatori dell’ Europa sapevano benissimo che imporre una moneta unica a paesi diversi e con un sistema fiscale profondamente scollegato, avrebbe condotto a una crisi, lo ha detto per esempio il presidente Prodi al Financial Times nel 2001, lo hanno ripetuto anche tante altre persone, al punto che Luigi Zingales, un noto economista, un collega con un curriculum 67 volte più brillante del mio, ha palesemente detto che la crisi europea era premeditata e che l’Euro in questo senso era un disegno criminale, era una sua intervista rilasciata, la trovate sul web. Quindi i problemi che fossero noti, lo dobbiamo dare per scontato. Perché è estremamente improbabile che si trovi una soluzione? Qui torniamo all’ inizio della nostra chiacchierata: a voi sembra probabile che dei bavaresi che non vogliono più dare soldi a dei sassoni, per dire un’ altra regione tedesca, abbiano invece voglia di darli a dei napoletani, calabresi o ateniesi? A me sinceramente no! Cioè di fatto questa unione monetaria per sopravvivere ha bisogno di trasferimenti che sono gli stessi trasferimenti che noi riteniamo politicamente improponibili a livello locale. Ora questa cosa non ve la sto dicendo solo io, che appunto vengo da una università della east Coast italiana, questa cosa è nota a tantissimi economisti. O mentono sapendo di mentire o sono disinformati. Vi posso dire che per esempio Paolo Manasse, dell’ università di Bologna, un altro stimatissimo collega, a dicembre ha pubblicato un articolo nel suo blog in cui dice: “Ho una visione molto pessimistica dell’Euro perché purtroppo i trasferimenti che sono necessari per mantenerlo insieme, per tenere insieme i vari Stati, sono troppo ingenti”. C’è anche un altro economista che leggo spesso che si chiama Jacqes Sapir che ha fatto un conto, si chiama “Il costo del federalismo” il suo articolo (art. originale). Secondo Jacq Sapir il totale di questi trasferimenti sarebbe pari a un ammontare di 257 miliardi di Euro esclusi i fondi che normalmente viaggiano tra un paese europeo e l’altro per la cosiddetta coesione e quindi per rimediare i problemi strutturali dei paesi in difficoltà. Somme di queste tipo sono assolutamente improponibili sotto il profilo politico e ne è prova il fatto che un mese fa le trattative sul bilancio federale dell’Unione Europea si sono arenate completamente su delle somme molto inferiori, dell’ordine di grandezza dei decimi di punto percentuale di Pil europeo. Quindi vi rifaccio tutto il discorso: paesi che litigano per non trasferire al loro interno soldi dal nord al sud, paesi che hanno fatto ostracismo al bilancio della commissione europea, su somme tutto sommato ridicole, dovrebbero poi trasferire 475 miliardi dal nord al sud per favorire lo sviluppo strutturale delle sud e la convergenza, ma perché? È assolutamente improponibile! Quindi è chiaro che chi propone una uscita dalla crisi in termini di "più Europa", diciamo lo possiamo classificare in due categorie, o mente sapendo di mentire o è disinformato. E questa però, purtroppo sembra essere una visione molto molto diffusa, se non addirittura la visione unanime nella classe politica che vi trovate di fronte. E direi che sotto questo profilo non si può che essere d’accordo con certi atteggiamenti che dicono che i politici attuali dovrebbero tutti andarsene a casa. Dal mio punto di vista, fino a che continuano a raccontare la storiella del "più Europa" effettivamente dovrebbero farlo! Si trae una conclusione inevitabile, che essendo politicamente improponibile fare sopravvivere le economie più deboli con trasferimenti dal nord bisognerà fare quello che la teoria economica dice che si deve fare quando delle economie non hanno i requisiti per stare insieme: semplicemente separarle. Questo sarà l’ esito inevitabile della situazione che stiamo vivendo e dobbiamo essere informati e consapevoli del fatto che l’esito sarà questo, dobbiamo essere consapevoli che non è un esito disastroso, perché abbiamo molti precedenti storici di unioni monetarie che si sono dissolte e non sono arrivate le cavallette e neanche la pioggia di fuoco, ci sono delle criticità che devono essere capite e gestite. Ci deve essere una classe politica che si deve prendere le proprie responsabilità e soprattutto bisogna capire che se si è commesso un errore, rimediare a questo non è andare indietro, ma crescere, cioè andare avanti."

Ne parleremo fra qualche mese.

Il nostro paese, con una vocazione di sinistra così ampia in qualunque posizione si fosse trovato il partito di riferimento, (PD governo o opposizione) non doveva permettere questo sfascio. Questo è successo perché si è seduto sempre al tavolo. Entrando nel club dei ricattabili, per intrallazzi meno gravi sicuramente delle caste idrovore che inibiscono al fiume delle tasse di farlo arrivare al mare della dignità amministrativa, ma pur sempre ricattabili! Hanno taciuto su cose importanti come i fatti dell' Ilva di Taranto, accadimenti che al partito di sinistra di qualche decennio fa, non sarebbero sfuggiti. Questo PD non li ha notati! Su tipici concetti della sinistra si sono giustamente impossessati populisti e qualunquisti, ma purtroppo per i professionisti della politica, onesti e non corrotti. Non interessa a nessuno che i piccoli nuovi partitini possono creare l' ingovernabilità di chi non ha saputo e voluto (governo e opposizione) fornire il cambiamento sulla legge elettorale, e varare una legge sulla corruzione che rende felici solo i corrotti. E se la destra ha la colpa di non essersi nemmeno accorta dello sberleffo europeo, subito da tutti gli italiani normali, la colpa della sinistra è quella di non averlo mai contrastato, o ancora più grave, di non essersene neppure accorta. Solo degli isolati mentali, degli incalliti pensatori senza contraddittorio, potevano pensare ad una alternanza così improponibile per il loro trascorso regime. E ora inevitabilmente ci sarà una sana ingovernabilità, sperando in un futuro prossimo, con una civile legge elettorale, sperando in molte assenze delle attuali presenze!

Il problema AMT non lo si è mai voluto risolvere.

Se fossimo andati sempre a piedi a Genova saremmo meno poveri. La municipalizzata del trasporto pubblico è stata sempre gestita dalla politica come posti di lavoro per dirigenti trombati, personale amministrativi costante mente superfluo e quindi naturale bacino elettorale, con un sistema ciclico di acquisti dissennati di materiali ormai obsoleti e mai utilizzati ma rigorosamente portati a bilancio da dirigenti incompetenti e senza nessuna responsabilità. Il comune (nella dirigenza dei suoi soliti burocrati....vendere e comperare è bello!) si leggeva sul Secolo XIX che in una prossima delibera avrebbe proposto la vendita di quote azionarie della municipalizzata AMT e tanto per rendere appetibile questa vendita sarebbe disposto ad aggiungere la cessione di Genova Parcheggi detentrice del monopolio di tutti i parcheggi della nostra città. Una delle poche municipalizzate che rendono utili al Comune, l' ultimo Sindaco di Genova ebbe a dire che con i tagli del Governo la nostra società di parcheggi aveva elargito due milioni l' ultimo anno per fa fronte ai servizi sociali. Questa società, al tempo della sua costituzione, doveva anche aiutare gli esuberi dell' AMT attuati in minima parte. E se l' operazione di vendita andrà in porto (le operazioni di vendita vanno sempre in porto!) dovremmo fare a meno dei due milioni annui per i servizi sociali? L' AMT è sempre stata un disastro dove sono evaporate vere e proprie fortune di proprietà della nostra città. Vanno ricordati i disastrosi bilanci di AMT, per i quali nessun politico si è voluto fare carico di portare trasparenza ed efficienza in questa società, tutte le amministrazione politiche della città, dico tutte, hanno venduto delle perle che erano nostre, dei genovesi, per non concludere mai niente ma mettendole a disposizione dello sperpero amministrativo sistematico riuscendo solo a rendere i dirigenti di AMT solo terribilmente permalosi se uno li indica come responsabili di ripetuti disastri. Come non si può non ricordare quello che è stato costretto ad alienare il Comune di Genova in passato per non fare fallire questa società: La Diga del Brugneto con annessa la strada, i quattro piani del parcheggio di Piccapietra, la rimessa di via F. Cavallotti, la rimessa Gulielminetti, e anche la struttura per ampliare il Crematorio di Stalieno, creando l' abbandono di fatto del nostro cimitero monumentale; per non risolvere mai, mai il problema! L' ultima beffa è l' investimento, di 4 o 6 miliardi, delle biglietterie elettroniche a bordo dei mezzi, che peraltro ho visto magnificamente funzionare a Lisbona su tram che avranno 70 anni, ma a Genova nessuno parla di questo investimento, e nessuno si sente obbligato di spiegare alla cittadinanza come mai si sprecano così tante risorse. La democrazia è partecipazione e la partecipazione per chi è abituato a fare tutto in sordina è invivibile. Ma ci viene in soccorso per capire certe sistematiche deficienze quello che ha detto il Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino alla inaugurazione di questo anno giudiziario, nella indifferenza generale di quasi tutti gli italiani: In Italia la corruzione ha assunto una "natura sistemica" che "oltre al prestigio, alla imparzialità e al buon andamento della pubblica amministrazione pregiudica l' economia della nazione". 6 Febbraio 2013

Se si deve parlare di corruzione, si parli prima di quella vera e solo dopo di camice e biancheria impropriamente acquistata

Il lider di Italia Futura Luca Cordero di Montezemolo, è passato dalla nostra Liguria per sostenere Scelta Civica di Monti. Parla anche dei gruppi consiliari che "ci fanno correre dietro i loro eccessi; Dovevamo parlare di logistica e porti e finiamo per parlare di biancheria intima impropriamente acquistata". (Somme modeste che mi auguro vengano tutte restituite, rispetto a tutto il resto) Di questa corruzione ne possono parlare tutti senza paura, e Montezemolo con il giusto disgusto! Un poco più di attenzione si fa su stipendi e pensioni che non hanno confronto in nessun paese del mondo moderno. Mentre cominciamo ad avere gli affamati quelli veri. D'altronde lo stesso Montezemolo potrebbe essere imbarazzato se qualcuno chiedesse conto dei due miliardi di euro dell' avvocato Agnelli trovati nella sicura Svizzera della cui conoscenza tutti abbiamo saputo perché frutto di una lite in famiglia per i soliti due miliardi di €. I due miliardi di euro che erano in Svizzera, e non sarebbero potuti rientrare in Italia per due santissime ragioni valide per tutti noi italiani: 1) perché era scaduto il tempo massimo per poter usufruire della scudo del 5%, 2) perché lo Stato suo malgrado era dovuto intervenire perché della ricerca se ne erano interessati anche i giornali; e quando c'è una lite con l' erario la procedura è obbligata. Invece i due miliardi vennero fatti rientrare e restituiti alla famiglia meno il 5%. Gli organi preposti si spostarono e la famiglia visse più ricca e più felice. I nostri consiglieri hanno sbagliato, ma sono molto meno corrotti di tutti quelli con la "r" moscia, se poi dovessero restituire l' ammontare dovuto, potremmo chiedere se il Dottor Luca Cordero di Montezemolo si interessasse presso Torino per analoga restituzione. Chissà perché ora si parla di un solo miliardo! Genova 4 Febbraio 2013