lunedì 29 febbraio 2016

Non regaliamo i nostri confini.

L'accordo di Caen, che modifica palesemente i confini marittimi a vantaggio della Francia, è per noi dannoso; nessuno è stato in grado di spiegare, con parole normali, quali siano i vantaggi dell'Italia. Questo accordo è stato firmato il 21 marzo 2015. Per fortuna tutta la normativa è sottoposta, per la sua validità, anche alla ratifica parlamentare, pertanto non è ancora valida. Il fatto che la guardia costiera francese abbia sequestrato e multato il nostro peschereccio ci fa presupporre che quello sia il modo con il quale i francesi intendevano tutelare i loro confini, in quanto convinti della perfezione del contratto. Questo comportamento autoritario e lesivo dei diritti dei nostri pescatori ha palesato la volontà francese, molto più chiara e determinata di quella italiana. Ora dire che si sono scusati e che non lo faranno più, è un po' poco! Di sicuro chi ha sviluppato questo accordo da parte francese ha le idee più chiare di quelle dei negoziatori italiani. Per fortuna la gherminella si è palesata per colpa dei francesi; sfruttiamola e difendiamo i nostri attuali confini. A maggior ragione se io fossi il Ministro Gentiloni direi: "Lasciamo le cose come stavano prima dell'accordo di Caen, perché su una figuraccia così si perdono le elezioni; se stavate zitti le cose andavano come sono sempre andate ma dopo lo zelo della vostra guardia costiera il colpevole è chi perfeziona l'accordo". 

martedì 23 febbraio 2016

Visione di un quasi disastro.

Dopo la seconda guerra mondiale, le costruzioni abitative erano caratterizzate da una domanda numericamente superiore all'offerta. Quindi si costruiva molto e male con risparmi
​, nella sicurezza collettiva,​
 vergognosi
​ ​trasformando
  i nostri torrenti in terrori. Finito il periodo fortemente speculativo si costruiva anche valutando il risultato 
​con​
 indagini di mercato, per stimare se il costo del costruito era coperto dal ricavato della domanda. Ora si costruisce a prescindere, ovunque sia possibile: vedi i due grattaceli vetrati neri che si possono osservare verso la fine della Sopraelevata lato ponente, materialmente non abitati, in via Boccadasse le bellissime costruzioni che hanno costruito dove era ubicato il vecchio deposito degli autobus,sostanzialmente saranno occupate per 
​il 2​
% al massimo. Come pure il più bel palazzo di via Rossetti a Priaruggia ultimato da anni e ancora non abitato. Per non parlare della moria di negozi percepibile da tutti, dove si può il negozio diventa box, altrimenti 
​dotato di 
un cartello arricchito da uno speranzoso "affittasi". A Genova, negli ultimi 12 anni, dal 2002 al 2014, i decessi sono stati quasi sempre il doppio delle nascite (da 6000 nascite a 12000 decessi annui) se non si avverte palesemente la conseguenza di questa decrescita è per la forte immigrazione che non la fanno percepire nella sua enormità. Il 10% della popolazione straniera in particolare la Sud Americana, 
 questi, purtroppo per loro consumano lo stretto necessario, perché hanno inviato nella loro Patria i soldi guadagnati, alle quali Patrie molti stanno pensando di  ritornare avendo queste un PIL a due cifre. 
​Naturalmente lasceranno i loro figli che spessissimo sono turbolenti. 
Nonostante questa situazione ho letto sul Secolo XIX  "Il Palasport rinasce con 15 mila metri quadrati  
di negozi" Vorrei che qualcuno ci spiegasse, esclusi naturalmente i costruttori, come può accadere tutto questo senza un probabile bagno economico che se previsto potrebbe essere meno disastroso!

venerdì 19 febbraio 2016

Processo Bassolino: bruciare tutto
Posted By antoniodipietro On 24 aprile 2009 @ 15:55 In Processo Bassolino | 126 Comments

Pubblico il video ed il testo del servizio del nostro inviato all’udienza del processo Impregilo-Bassolino di mercoledì 22 aprile.
Testo dell’intervento
All’udienza odierna del processo Bassolino hanno deposto due teste: Arturo Rigillo, ex presidente comitato 212 che ebbe il compito di approvare i progetti della Fibe, dare idoneità ai siti di stoccaggio e l’ingegner Paolo Rabitti, perito della Procura di Napoli sui rifiuti campani, che nel suo libro Ecoballe ha denunciato il disastro ambientale per la violazione dell’ordinanza risalente al marzo ’98 dell’allora Ministro degli interni Giorgio Napolitano, che prescriveva il raggiungimento del 35% di raccolta differenziata; l’affidamento per 10 anni della gestione di tutti i rifiuti campani a valle della raccolta differenziata; la realizzazione entro il ’99 degli impianti e entro il 2000, di due inceneritori per il trattamento della frazione secca del rifiuto indifferenziato tramite il raggiungimento del potere calorifico adatto.
L’elettricità prodotta dagli inceneritori da questo processo, per 8 anni avrebbe goduto degli incentivi Cip6 ad un prezzo di 4 volte superiore al costo di produzione di un normale impianto termoelettrico.
Ebbene come già detto, il decreto Napolitano fu disattesto in toto, fin dal bando di gara indetto dalla commissione straordinaria ai rifiuti presieduta dall’allora Presidente della Campania Antonio Rastrelli.
Il bando prevedeva il trattamento di tutti i rifiuti, non solo dei residui della raccolta differenziata; le prescrizioni del capitolato d’oneri riguardavano solo l’inceneritore, senza alcun riguardo per gli impianti di selezione e trattamento a monte dell’incenerimento; nemmeno una parola sugli impianti di compostaggio, senza i quali la raccolta differenziata dei rifiuti non ha senso.
Insomma, la decisione della giunta Rastrelli di bruciare tutto, anche i materiali inerti, fu confermata anche dalle successive giunte Bassolino.
La seconda violazione è stata l’aggiudicazione del progetto a Fisia-Impregilo, nonostante la stessa commissione lo giudicò il peggiore tra quelli presentati, senza preoccuparsi del fatto che nessun compost sarebbe mai stato prodotto senza fare la raccolta differenziata della frazione organica.
Secondo Paolo Rabitti bastava una sommaria visione del progetto per bocciarlo. Invece è parso evidente che la giunta campana non abbia inteso né produrre compost, né stabilizzare – cioè rendere inoffensiva – la frazione «umida» del rifiuto indifferenziato; ma solo chiamare compost tutto lo scarto del rifiuto combustibile per l’inceneritore.
Se ci aggiungiamo che Impregilo voleva subordinare la validità della sua offerta all’accettazione tramite una nota del tutto illegale dell’Abi che «mette al bando» la raccolta differenziata di plastica e carta – gli unici materiali combustibili che possono alimentare un inceneritore – la frittata pare fatta.
I comuni avrebbero dovuto pagare a Impregilo la tariffa della raccolta differenziata anche se questa non è mai stata fatta. Il solo scopo, secondo Rabitti, era quello di massimizzare gli incassi con l’equazione più rifiuti, più guadagni.
La terza violazione del decreto Napolitano si è verificata con la cancellazione delle clausole che obbligavano Impregilo a bruciare i rifiuti in altri impianti fino al completamento dell’inceneritore e quelle che limitano il materiale da bruciare alla metà dei rifiuti prodotti in regione. Clausole che avrebbero obbligato Impregilo a pagare altri operatori, perdendo gli incentivi Cip6.
Ecco allora la soluzione di impacchettare tutto in migliaia di «ecoballe», in attesa di poterle bruciare nel proprio forno. Forno che come sapete non è mai entrato in funzione, ma che ha trasformato le ecoballe in oro, tanto che le banche dell’Abi le hanno accettate a garanzia dei prestiti concessi a Impregilo, come fossero tanti barili di petrolio.
Stoccaggi che dopo un anno, per legge, sono diventati illeciti trasformandosi in discariche, per le quali erano necessari presidi ambientali mai realizzati per gli elevati costi a carico del Commissario, cioè delle tasche degli italiani.
La quarta violazione del decreto: una porta spalancata alla camorra che ha affittato i camion per portare le ecoballe in giro per tutta la Campania e i terreni dove accumularle.
Quinta violazione: per produrre più ecoballe si sono fatti lavorare i Cdr oltre le loro capacità, sospendendo la manutenzione e mettendoli fuori uso.
Un ragionamento logico suggerirebbe che rovinando i propri impianti i titolari dell’appaltato, cioè Impregilo, abbia danneggiato se stessa; in realtà con gli impianti fuori uso e le discariche piene, i rifiuti si sono accumulati per le strade assieme all’emergenza ambientale. Che ha giustificato l’autorizzazione a produrre compost che non è compost e Cdr che non è Cdr. E nuovi impianti con enormi incentivi: non più un solo inceneritore e nemmeno 2, ma 4; e tutti con gli incentivi Cip6, aboliti nel resto dell’Italia e fuorilegge secondo la Commissione europea.
«Da diverse conversazioni intercettate – ha scritto Rabitti – emerge il sistematico ricorso al blocco della ricezione dei rifiuti come strumento di pressione per avere le autorizzazioni agli stoccaggi e per giustificare i provvedimenti». Ecco spiegata l’emergenza rifiuti secondo la deposizione dell’ingeger Rabitti.
Poi toccherà alle controparti, adesso qualche intervista.
Inviato Idv: C’è una responsabilità dei comuni secondo lei, che non si sono abbastanza attivati per diffondere la cultura della raccolta differenziata?
Avv.Enzelmi: La responsabilità dei comuni è marginale perché come sappiamo bene la legge sulla raccolta differenziata è stata introdotta recentemente. Quindi non c’era la cultura di poter individuare, quindi di poter differenziare questo materiale, per agevolare la stabilizzazione di questo materiale. La cosa più importante è che però una serie di procedure non sono state operate in modo efficiente, e quindi per questo siamo oggi in tribunale a discuterne, e io penso che si avrà un esito conclusivo su questo.
Inviato Idv: Dalla deposizione dell’ingegner Rabitti emerge che la Commissione regionale ha approvato un progetto che sapeva non essere in regola.
Avv.Garaventa: Emergono delle valutazioni del professore ecco, poi bisogna vedere se corrispondono alla realtà! Noi diciamo che non corrispondono alla realtà. E’ una sua valutazione, non è ancora terminata, siamo convinti che la realtà sia ben diversa da quella che è emersa, in parte nella giornata odierna, o perlomeno che non è emersa ma che viene valutata come tale dal professore.
Inviato Idv: Erano previste 160 slide ne hanno proiettate 88.
Avv.Garaventa: Siamo a 80 – 85, siamo ancora a meno di metà della strada
Inviato Idv: Ci vorranno almeno tre o quattro udienze soltanto per le slide.
Avv.Garaventa: Tre udienze, poi toccherà alle nostre
Inviato Idv: Un gruppo di donne vestite di nero qui al processo Bassolino.
V.Petrellese: No no non siamo vestite di nero… Ci siamo costituite in un comitato per non dimenticare la giornata del 29 agosto del 2004, quando la Polizia e la popolazione, che dimostrava pacificamente contro l’inceneritore di Acerra che è stato imposto con la forza senza partecipazione, c’è stato questo scontro fra la Polizia e la popolazione, quindi noi portiamo il ricordo di quella giornata e portiamo avanti la nostra battaglia contro l’insediamento di questo inceneritore.
Inviato Idv: Perciò che senso ha la vostra presenza in aula oggi?
V.Petrellese: Finalmente si cerca di fare giustizia, cioè dicendo tutta la verità su quello che sono state le scelte operate dalla Commissione che ha approvato un progetto della Fibe, che come abbiamo sentito stamattina non sarebbe mai dovuto essere stato approvato, e invece lo hanno approvato nonostante le lacune, le incompletezze e tutte le varie cose di cui ha parlato il professor Rabitti. Quindi speriamo che attraverso questo processo si faccia giustizia di tutte le cose che noi da anni andiamo dicendo.
Perché noi non siamo i comitati del no. Noi siamo i comitati per un sistema di smaltimento rifiuti che non sia impostato solo sull’incenerimento. Perché fino ad ora si è parlato solo di incenerimento. Di raccolta differenziata, ad esempio, non si fa nulla. E quindi la nostra protesta è propositiva, non certamente del no.

mercoledì 17 febbraio 2016

Il coraggio di uno può portare al miglioramento di tutti.

> E' a tutti evidente che dopo la rivelazione della colossale truffa (2005/2008) perpetrata dalle più importanti banche europee con la manipolazione dei tassi Euribor, la Commissione Europea ha deciso di evitare il risarcimento della grande rapina sui mutui! Tacere per non rendere pubblici i mutui truccati, significa che la C.E. è complice di disonesti banchieri e quindi perde il diritto di dare "compiti a casa" a chicchessia. Se questa colossale truffa fosse servita a raggiungere un obiettivo di pubblico interesse, migliorare la vita alla gente, fare quello che dovrebbe fare la
​normale
 politica,  potrebbe essere comprensibile anche se non condivisibile. Ma purtroppo questa somma su cui si è speculato è di 400 mila miliardi di euro!! Il danno che hanno percepito e subito le famiglie italiane  che hanno scelto il mutuo a tasso variabile è di circa 30 miliardi di euro! Gli autori di questa rapina sono stati selezionati da incapaci politici la cui responsabilità è sempre pari allo zero assoluto. 
​Necessariamente​
 i​
 componenti di questa Europa, che hanno permesso questo disastro, devono andare tutti a casa. Questa è l'Europa dei furbi, non dei Popoli. Se, come sostiene Il Sole 24 ore, questa truffa è su una percentuale di 400 mila miliardi di euro (200 volte il D.P. italiano), chi si è messo in tasca questa montagna di soldi senza pagare una lira di tasse? Forse non ci saranno più conflitti militari come la seconda guerra mondiale, ma uomini capaci di combinare disastri peggiori senza rischiare nulla, e che renderanno la vita invivibile alla maggioranza degli abitanti del pianeta, sì! Grande rispetto al vicepresidente della Commissione Joaquìn Almunia che nel 2013 urlo:" La cosa scioccante dello scandalo Euribor non è solo la manipolazione degli indici, ma anche la predisposizione di veri e propri cartelli fra un certo numero di attori della finanza. Vogliamo trasmettere chiaramente il messaggio che la Commissione  è determinata a combattere e a multare questi cartelli del settore finanziario." Dal giorno dopo Bruxelles ha sempre taciuto.  Anche se sicuramente il comportamento di Almunia contribuirà  a cambiare in meglio questa nostra Europa, se non ora 
​sicuramente​
 nel futuro.

martedì 9 febbraio 2016

Questa nostra eterna ed avvilente soggezione nei confronti della politica americana.


Ho avuto il piacere di leggere sul nostro XIX il sevizio sul risanamento della Cattedrale di San Lorenzo e le fotografie dei ponteggi del cantiere sospeso e fasciato da fogli di robustissima e candida plastica.
Leggo anche che l'intervento urgente durerà 18 mesi e il costo sarà di poco superiore al milione di euro. Quasi conclusa la fase preparatoria. Non posso non pensare alla differenza di produttività fra due società: questa e quella che doveva ripristinare il mercato di Corso Sardegna. L'esponente politico che ha firmato quest'ultimo contratto di appalto ha permesso a questa società di pretendere dieci milioni di risarcimento danni, accontentandosi subito dopo di poco più di due, per non aver potuto fare il lavoro. Sicuramente per colpa del comune di Genova per non aver previsto questa sua colpa endemica, relativa all'incapacità di difendere i nostri soldi. Il Comune avrebbe potuto rivolgersi a studenti di ingegneria e architettura, i quali con la possibilità di essere premiati con 1000 euro avrebbero inondato il Comune di giovani e appassionate tesi senza il costosissimo risarcimento. Costo dell'operazione 6000 euro, 3000 a ingegneria per le tre più interessanti tesi e idem par architettura. E' chiaro che se dovessi elargire un finanziamento pubblico con una offerta, preferirei un lavoro con la sovrintendenza del nostro Cardinale che non dei nostri politici.  

venerdì 5 febbraio 2016

Il vero scandalo è la signora Ilva!

Il vero scandalo è la sora Ilva. Il suo stipendio.

 30 gennaio 2016 7
Dopo giorni di chiacchiera sulle statue coperte per la visita di Rohuani, svapora lo “scandalo”, e la signora Ilva Sapora resta al suo posto. La capessa del cerimoniale.  Col suo stipendio da 179 mila euro annui e con la sua conoscenza dell’inglese “elementare” (cioè nulla): ecco il vero scandalo. Permanente, inamovibile per legge, strapotente, insopportabile. Si dice che la sora Ilva, 179 mila euro, c’entri qualcosa anche nella zuffa per i Rolex in cui s’è lanciata la delegazione italiana nel palazzo reale di Ryad, disgustosa;   che si debba a lei se il cibo servito a Casina Valadier al re e regina di Giordania fosse così scadente, da far arrabbiare e vergognare Renzi; che sia lei la causa di un episodio che poteva costare un contatto miliardario: “Al pranzo di onore con il primo ministro del Kuwait dove si festeggiava l’acquisto dei caccia Eurofighter, venne escluso il generale kuwaitiano che aveva firmato il contratto miliardario. Uno sgarbo che rischiò di far saltare la commessa”, scrive La Stampa.
Dunque la sora Ilva è la tipica rappresentante dell’alta dirigenza statale: non solo strapagata, ma del tutto incompetente. Ce ne sono decine di migliaia come lei; tutti stipendiatissimi e potentissimi perché hanno in mano le leve reali del potere, quelle tecniche e burocratico-giuridiche; tutti a carico di noi contribuenti, e ostacolo allo sviluppo del Paese per la loro   stupidità incompetente. Fosse solo strapagata, sarebbe ancora il minor male; ma il peggio è che è questa casta che “governa”. E’ a questa casta che si deve il declino del Paese, illuminato dall’ultimo numero dell’Economist: dai “tempi lunghissimi per aprire un’impresa”, contrariamente a tutti i nostri concorrenti in Europa e fuori (perché il compito che si dà la Casta è “controllare”, ossia ostacolare chi produce, in cui vede nient’altro che un evasore potenziale) fino alle “dimensioni troppo piccole delle imprese”: un nanismo per sopravvivere alle avide e incompetenti, persecutorie attenzioni della Casta parassitaria , che ci penalizza sul mercato mondiale. Incompetenti i ricchissimi marpioni di Bankitalia, che lasciano saccheggiare il risparmio del paese agli stranieri (o addirittura gli tengono il sacco); fancazzista ed arbitraria la magistratura delle procure, che accumula arretrati e incertezze del diritto; inutili e dannose le Belle Arti, che hanno lasciato bruttare le coste di tutte le isole e poi impediscono la ricostruzione di un ponte del 900, perché “primo esempio di ponte in cemento armato”, e dunque “parimonio da proteggere”.

E’ il  primo problema politico

La liberazione del Paese da questa casta è il problema politico primario dell’Italia, e il più urgente. Ma è quasi impossibile. I politici sono quello che sono, ma è esagerato dar loro troppe responsabilità nel malgoverno; vanno e vengono; questi invece sono inamovibili perché “hanno vinto o’ concuorzo”. I politici, quando vanno ad assumere cariche di governo, dipendono completamente da loro,dai direttori generali, dai “segretari” e simile genìa:   perché non conoscono la macchina dello stato, e quelli la conoscono a perfezione – perché sono stati loro a crearla, e renderla complicata e piena di trabocchetti apposta per perpetuare il loro potere.
I politici sono costretti ad ingraziarseli; essi stanno sotto ricatto della Casta, alla mercé dei loro trucchi e delle loro resistenze occulte, anche passive. Corrado Passera ha raccontato che, appena ministro delle infrastrutture, ha chiesto ai “suoi uffici” di avere l’elenco del personale alle sue dipendenze: non è mai riuscito ad averlo.
Le inchieste che ne rivelano la scandalosa incapacità, corruzione, rozzezza e disonestà, non producono alcun effetto. I pochi tentativi di disciplinarli vanno regolarmente a vuoto.   Vi ricordate il “tetto di 240 mila euro annui” agli stipendi della casta pubblica di cui Renzi s’è vantato (come sempre)? Ebbene: sono riusciti a vanificarlo, prendono quel che vogliono come prima a forza di indennità aggiuntive occultamente. La sola forza che ci ha provato è, bisogna riconoscerlo, il 5 Stelle: risultati zero. Ed ogni proposta dei loro parlamentari di mettere in qualche modo in riga i prepotenti incapaci è stata accompagnata da sperticati elogi verso di loro, perché guai a inimicarseli, e mettere a rischio i loro mostruosamente indebiti emolumenti: ti fanno la guerra intestina, ti distruggono politicamente.
Nei tentativi, si è scoperto che queste caste, sempre più affollate ed avide, si sono accaparrate prerogative che dovrebbero appartenere solo ai più alti organi ostituzonali: l’autodichìa e l’auto-crinia. Parole greche e difficili che significano:   sono loro che si giudicano da sé, e si danno gli stipendi  e  gli aumenti  che vogliono, senza controllo di alcun organo esterno (autodichia). L’autocrinia è “produzione della norma giuridica da parte del soggetto che ne è il destinatario”: insomma, le leggi che riguardano l’interesse della Casta come corpo, se le fa’ a Casta stessa. Ovviamente è la violazione principe del principio di separazione dei poteri; originariamente, autodichia eautocrinia erano prerogative dei sovrani di diritto divino.
Oggi siamo sotto la sovranità per diritto divino della sora Ilva e delle decine di migliaia come lei.
Del sovrano ci si può liberare, è uno solo. Questi sono – come i demoni infestanti – Legione.
Ripulire questa stalla di Augia che è l’apparato dello Stato, non è una cosa che   possa fare un partito o una maggioranza; occorrerebbe un accordo tra maggioranza e opposizione, non dare sponde a questi marpioni. Forse il Patto del Nazareno poteva avere questa giustificazione; non ha funzionato, ovvio, e la stalla resta piena di merde secche pagatissime e strapotenti. E ci porta a fondo.
Una riforma moderata e ideale dovrebbe legare i loro stipendi – in aumento perpetuo – almeno all’andamento del prodotto interno lordo: così si farebbe entrare in qualche modo nelle loro teste durissime una qualche relazione di responsabilità verso il paese che governano e devastano. Per il fatto che i loro stipendi sarebbero diminuiti con la crisi economica che dura da 9 anni, magari avrebbero cominciato ad occuparsi di rendere la burocrazia più snella e competitiva. Ovviamente non è una riforma che vedrà mai la luce.
L’Economist e gli altri stranieri che ci deridono, non additano però   la vera natura del nostro male, non la sanno definire.   Perché il nostro male non è qualcosa di occidentale, che si possa riconoscere. Bisogna ricorrere alla storia ottomana: vedere nella Casta i nostri Giannizzeri.

il ricchissimo capo il ricchissimo capo  dei Gannizzeri

La riforma dei Giannizzeri

Originariamente il corpo d’elite, guardia di palazzo del Sultano, pretoriani  i Giannizzeri era diventati una casta corrotta e sediziosa, arricchita da donativi, che pretendeva continui aumenti di stipendio, che occupava gli apparati dello Stato, pretendeva mazzette dalla gente e dal bazar, riusciva a far cadere i sultani e a deciderne la nomina.   Inoltre (leggo da Wikipedia) “La progressiva inettitudine dei comandanti militari giannizzeri e il rifiuto di aggiornare il proprio equipaggiamento e le proprie tecniche di battaglia resero le truppe ottomane facile bersaglio degli eserciti delle nazioni europee”.   Non si può dire esattamente lo stesso elle nostre Caste parassitarie statali e regionali, dalla diplomazia alle procure, dalla università al “personale” della Camera o del Quirinale? inettitudine, non volontà di aggiornarsi, difesa ottusa e dannosa dei propri privilegi.
janissaire3
Contrariamente ai nostri politici che vanno e vengono e cedono al loro ricatto, i Sultani però avevano chiaro il problema. Molti di loro cercarono anche di disciplinare o sciogliere i Giannizzeri, mettendoci la faccia e rischiandoci il trono o la vita. Cosa fecero? Provarono a creare reggimenti di soldati arruolati nelle campagne, addestrati modernamente e fedeli al sovrano; reparti che furono letteralmente e più volte sterminati dai Giannizzeri, che vi vedevano ragione dei pericolosi concorrenti alla loro inettitudine. Però lasciarono sopravvivere reparti moderni di artiglieria: arretrati com’erano, non pensavano che quest’arma fosse tale da minacciare il loro potere.
Il sultano riformatore, Mahmud IIIl sultano “riformatore “
Nel 1826, il sultano Mahmud II fondò un corpo di fanteria nuovo, e invitò pubblicamente i Giannizzeri a sciogliersi in questo reparto; come aveva previsto, questi si rivoltarono apertamente. Il sultano colse l’occasione, fece alzare lo stendardo del Profeta, e   ordinò all’artiglieria di sedare la sedizione. Almeno ottomila Giannizzeri morirono nelle loro caserme bombardate e incendiate.
La cosa bella e civile, fu che il popolo di Costantinopoli si unì al repulisti: Giannizzeri furono inseguiti, braccati e sgozzati per le strade; i superstiti, radunati nel romano ippodromo di Costantinopoli, furono passati per le armi. Il numero dei morti non è ben stabilito: chi dice 30 mila, chi addirittura 120 mila ammazzati dalla giustizia sultana e da quella popolare.
Per adottare un detto staliniano, “I parassiti i furono sterminati come classe”
La politica seria, a volte, periodicamente richiede il sangue dei tiranni e degli oppressori. In Italia questi tempi non verranno mai. Ci teniamo la sora Ilva e le migliaia di Giannizzeri strapagati. Che ci succhiano il sangue mentre ci trascinano a fondo.

Il migliore di tutti: Chicco Forte.

Fra non molto l'America ci imporrà di andare a combattere in Libia, sia ben chiaro; ha già detto che quella regione è conosciutissima da noi, e volete che noi un simile complimento lo buttiamo via? Ogni soldato americano di stanza in Italia, qualunque marachella combini, verrà giudicato in America. Ci buttano giù la cabinovia del Cermis con venti morti... Una ragazzata di piloti esuberanti, in fin dei conti cercavano di passare sotto la funivia e filmare il paesaggio invernale, quale pilota non sarebbe tentato da un simile giochino? Saranno giudicati in America senza fare un giorno di carcere!  Altre ragazzate, di militari americani a base di violenze carnali;  giudicate naturalmente sempre in America e sempre risolte senza un giorno di galera! Dall'ambasciata Usa in Roma partono cablogrammi al quartier generale di Washington richiedenti pressioni Usa sul Governo Italiano, per non rendere pubblico il coinvolgimento degli agenti CIA nell'inchiesta  italiana sul poco pulito sequestro di Abu Omar. Ci hanno imposto di comperare un quantitativo esagerato di aerei da combattimento costosissimi e pericolosissimi! Ma è possibile che a nessuno è mai venuto in mente di fare un poco pesare la  vergognose situazione di Chicco Forti, che ha subito un processo al limite della civiltà, per chi ha letto le carte! In 26 giorni gli è stato elargito un ergastolo! Unica via di uscita, secondo la magistratura americana, fare domanda di grazia! Si commenta da sola questa indecente richiesta ad una persona che dopo 16 anni di carcere la rifiuta. C'è da avere vergogna ad essere italiani! Ma un politico che avesse nella sua vita incontrato la dignità e ne fosse rimasto anche minimamente contaminato, si sarebbe fatto in quattro per far cessare questi privilegi ad americani che normalmente delinquono in Italia e sono sistematicamente giudicati dalla generosa magistratura della loro patria. Di sicuro non siamo attrezzati come loro al punto da comminare un ergastolo in 26 giorni. Basterebbe che qualche politico, degno di questo nome, ricordasse al presidente americano: "Guarda che gli aerei da comperare sono molto pericolosi, troppi e cari; inoltre noi la Libia la conoscevamo molto meglio prima che voi e i francesi la bombardaste . Vorrei ricordarti che in merito alla disgrazia del Cermis non ci avete mai ringraziato per la figuraccia di m.... che abbiamo dovuto fare pur di rendere la vita facile ai vostri poco professionali piloti. ​E poi vorremmo, magari a questo punto in modo amichevole, che ti interessassi un poco alla revisione del processo del nostro Chicco Forti..." E magari che questo ipotetico politico, rimanesse per una volta serio, e non felicemente sorridente e scodinzolante come un cagnolino!​ E poi magari, prima di congedarsi, dicesse: "Chicco Forti, Chicco Forti...quello che non ha voluto firmare la domanda di grazia dopo 16 anni di carcere"

martedì 2 febbraio 2016

La fiducia è una cosa seria.

La fiducia dei consumatori può essere ampliata dalla perdita di fiducia per il risparmio? Di cero il risparmio superiore ai 100.000 euro non è più sicuro come quello di prima. "A partire dal 1° Gennaio 2016, l'eventuale crisi di una banca verrà risolta con il nuovo meccanismo detto "Bail-in". Il salvataggio dell'istituto di credito non avverrà più con soldi pubblici dello Stato, ma qualora servissero si attuerebbero delle riduzioni del credito nei confronti dei correntisti per la parte che eccede i 100.000 euro e per la percentuale necessaria."  Allora questa eccedenza la spendo! Ma non è per la fiducia nei consumi, come alcuni sostengono, ma per la sfiducia nel risparmio!  Quale italiano ha capito quello che ha detto, per tranquillizzarci, il ministro Padoan? Ma sopra tutto quale italiano si è rassicurato?
Il ministro ha parlato di accordo sulle Bad bank raggiunto a Bruxelles che ha sistemato tutto; quasi come avesse ricevuto un mandato da tutti noi di fare quell'accordo! Perché non si spiegano? Cosa significa? Forse che il risultato di tutte le incompetenze e furberie degli amministratori è la somma di tutte le porcheria di tutte le banche messe in una banca super sporca (Bad bank)? E chi sono questi sacerdoti che faranno la felicità di tutti noi? Forse saranno dei furbacchioni che valuteranno quella sporcizia in modo molto più sporco? Ma anche l'opposizione non sa cosa fare...Tutti sappiamo che loro non hanno fatto nulla per arrivare dove siamo arrivati... però vorremmo sapere come loro intenderebbero uscirne!  Ci vorrebbe una persona che avesse il coraggio di dire: Signori, c'è stato una attacco di ladroni, alla ricchezza della Nazione. E' stata una guerra... Non sono cadute case... ma anzi ne hanno costruite troppe (anche questo un viatico per rubare) e non ci sono stati morti... o meglio, quei pochi tutti suicidi. Per tornare alla normalità occorrerebbe... chissà? Ancora non si sente nulla.