giovedì 15 settembre 2016

A queste condizioni se ne può parlare...

Se avessi l'opportunità di dare un consiglio al Sindaco di Roma, suggerirei queste cose: mai dire no alle Olimpiadi, ma vincolare il sì a queste condizioni: 1) il Comune si deve tutelare per contratto e quindi, finiti i giochi, devono essere finite le spese per i cittadini romani; 2) questo implica sul nascere abolire e combattere l'orgia di costruzioni di cui per il passato si sapeva con assoluta certezza che non si sarebbero mai ultimate; 3) sostituzione della clausola del "Massimo ribasso" con una penale certa al risarcimento totale o parziale dell'opera non ultimata o sbagliata. Basta ricordare l'ultimo episodio legato ad un evento sportivo (CAMPIONATO DEL MONDO) in cui una piscina non è stata utilizzata perché più lunga di oltre un metro rispetto alle misure regolamentari. In questo caso il committente deve risarcire alla capitale, e quindi ai romani, il danno patito. Chi prende tantissimi lavori e poi li elargisce in subappalto deve essere responsabile dei danni causati dai subappaltanti;  4) bisogna quantificare il costo della sicurezza che, benché non se ne parli, è uno dei più alti e non viene mai contabilizzato. Basta dare fiducia a chi non fa i conti, perché sa che quelli veri fanno paura e sono insostenibili! 
La signora Raggi deve ambire a sottoscrivere un progetto totalmente esatto. Non devono essere presenti opere inutili o dannose, con gli investimenti sottostimati per gli impianti o con omissioni che saranno pesantissime per i romani. Il costo dell'urbanizzazione dovrà essere a carico dell'evento, non dei romani. La signora Raggi deve dire sì alle olimpiadi se saranno soddisfatte, per contratto, queste esigenze, perché il Comune di Roma, e quindi i romani, hanno un debito storico superiore a 11 miliardi di euro.

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