venerdì 7 dicembre 2012

Sostiene con una sua chiara lettera il signor Enrico Filai, che l' Ilva è stata praticamente regalata al signor Riva e che non era per niente decotta, perché a Taranto l' anno prima della regalia ha avuto una capacità produttiva di 900 miliardi di lire, e che era al top della tecnologia raggiunta con i nostri soldi. Tale utile fu lasciato alla famiglia Riva scalandolo praticamente dal già basso prezzo, in più tutti gli altri centri fra cui Cornigliano, Novi Ligure con i laminatoi a freddo (i più moderni d' Europa) aggiunti in regalo come fanno i venditori di piatti . L' imprenditore trattenne circa la metà del prezzo pattuito impegnandosi affinché l' impianto per il futuro non ammazzasse più nessuno. Il signor E.B. sostiene invece che i magistrati (questi sì sul territorio) gente con gli "occhialini abituati a sbarellare fra leggi e leggine e codicilli, nuovi azzeccagarbugli" sono riusciti a bloccare lo stipendio per 20.000 persone, e poi si dilunga che l' emergenza salute c'è ma che tutto ha un costo. Sostenendo infine che la via era semplice: Una serie di ordinanze e l' obbligo per i Riva di sanare tutto. E sarebbero tutti vissuti felici e contenti. Poi, il signor E.B. si mette nei panni dell'industriale e dice: Come fa un imprenditore a spendere miliardi senza avere neanche la possibilità di lavorare! Non sa che nel 1995 Riva compra tutto, anche l’Ilva di Taranto. Con effetti impressionanti per quanto riguarda la capacità produttiva del gruppo. Passa da 6 milioni a 14,6 milioni di tonnellate di acciaio prodotto. Il fatturato da tremila miliardi di lire a 9 mila trecento miliardi. L’utile netto da 112 dodici a 145 miliardi”. "Riva per questa brillante operazione avrebbe pagato 1460 miliardi di lire, cifra irrisoria per molti osservatori. " E anche quei miliardi si riducono perché Riva apre immediatamente un contenzioso, paga una prima rata e poi non paga quasi più niente. E col balzo in avanti nei profitti si rifà immediatamente delle spese d’acquisto”. Cominciano così i drammi ambientali che ora sappiamo. Vorrei dire che l' Ilva non è mai stata chiamata alle sue più che sopportabili obbligazioni ambientali perché in quel periodo i guadagni erano enormi, la Cina si era presentata sul mercato internazionale dell' acciaio con richieste mai viste prima; ma quelli che dovevano controllare quello che sostiene il signor E.B. erano stati oggetti di gradevoli attenzioni da parte degli amministratori dell' Ilva. Così come pure erano stati favoriti da premurose attenzioni i partiti radicati sul territorio. Non pensa che se questi azzeccagarbugli fossero stati zitti, invece di tirare fuori il coraggio di esporsi al pubblico ludibrio, avrebbero sicuramente vissuto meglio? Perché non capisce il signor E. B. che se sono stati zitti per questo decennio, sia la classe politica e chi doveva controllare è perché sono stati beneficiati dall' Ilva e saremmo ancora fermi e immobili! E che se una soluzione ci sarà questo avverrà perché gli azzeccagarbugli Tarantini hanno tirato fuori le palle dalla disperazione e hanno fatto muovere la nostra disinteressata politica che si sta giustificando con una penosità di ragionamenti da farci stare male. Però almeno ora le cose le sistemeranno, magari con i nostri soldi, perché un sano imprenditore non deve perdere mai! Anche se qualcuno con Warren Buffett si è montato la testa.

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