lunedì 5 gennaio 2015

Il teologo e il parroco di campagna.

> Come sono diverse le belle persone dai nostri politici! Facciamo l'esempio degli ultimi due Papi. Ratzinger si è reso subito conto del serpaio formato da una parte della casta porporata, che lo stava avvolgendo, convinta che il timido Papa si sarebbe bevuta ogni cosa; infatti sostennero con estrema sicurezza che tutte le critiche erano false e frutto di invidie, che uno Stato deve avere una banca e che... certe cose devono rimanere segrete. Capì, il nostro Papa Ratzinger, che non avrebbe potuto più sopportare quei "personaggi" che si erano formati durante la loro romana maturità per manipolare e lubrificare questi lucrosi equilibri. Fece un passo indietro, imprevisto e inaudito, e lo scettro passò ad un gesuita che forza, coraggio, idee chiare e cristiane le aveva tutte: Papa Francesco!  Quando si è onesti in un modo così determinato, quando gli obiettivi del cambiamento sono così fortemente voluti, gli avversari su questo terreno perdono la loro forza; per la prima volta hanno avvertito il terrore della parola "povertà" pronunciata da Papa Francesco. Gli unici sentimenti che ora avvertono sono quelli che provengono dal "di dentro", il più violento dei quali è probabilmente la vergogna (se sono ancora capaci di provarla), unitamente ad una forte indisposizione ad operare con questo nuovo valore che è la povertà bergogliana, un concetto mai conosciuto prima.
> A noi in politica manca un Ratzinger che ci segnali un Bergoglio, anche se Papa Francesco incomincia a fare vergognare non poco la parte peggiore della nostra politica.    

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