giovedì 31 marzo 2016

Alcune cose da sapere...

Ricordiamo il disastro ambientale iniziato il 20 aprile del 2010 dalla piattaforma della B.P. e continuato per 106 giorni con milioni di barili di petrolio che ancora sono presenti, a causa del guasto della piattaforma, nei mari e sulle spiagge di fronte a Louisiana, Mississippi, Alabama e Florida; ricordiamo che Legambiente sostiene che le attività delle piattaforme possono rilasciare sostanze inquinanti e che il metodo delle esplosioni di aria compressa (airgun) può generare una diminuzione del pescato fino al 50%. Aggiungiamo che se dovesse succedere quello che è capitato in America noi non avremmo un oceano con il quale condividere il disastro. Il nostro mare è chiuso! Inoltre la subsidenza (l'abbassamento del suolo dovuto all'estrazione del gas o del petrolio), genera un abbassamento della superficie circostante. Secondo dati Arpal e Legambiente, "l'abbassamento nei dintorni del fiume Po e sulla costa adriatica in alcuni punti ha superato il metro, provocando una perdita di 100 milioni di metri cubi di sabbia, per un danno stimato di 1,3 miliardi di euro, contro un guadagno dalle estrazioni di 7,5 milioni di euro. Un danno pubblico di 174 volte superiore alle Royalties delle compagnie petrolifere".    
E' molto difficile non tenere conto di questi dati quando si andrà a votare!​

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