giovedì 17 marzo 2016

Craxi, furbacchione come tutti ma con qualche numero in più

Vi ricordate quando Craxi si oppose all'atteggiamento della prepotente America che voleva imporre la sua volontà, squalificandoci per sempre, come Nazione libera e indipendente, cercando di sottrarci i terroristi prigionieri che assaltarono l'Achille Lauro uccidendo un americano ebreo disabile? L'incubo di quei fatti si dissolse con la mediazione dell'Olp, La nave rientro a porto Said, in Egitto e gli ostaggi vennero liberati. I quattro dirottatori con due negoziatori palestinesi nominati da Arafat salirono su un aereo egiziano per la Tunisia. Vengono intercettati da caccia americani e costretti ad atterrare nella base NATO di Sigonella. ​L'America avrebbe preteso che fossero consegnati alla loro giustizia.  Craxi si comportò da statista, non consegno il gruppo atterrato in suolo italiano: rischiò e vinse sul piano della dignità, del coraggio e della politica. Questo non gli fu mai perdonato e quando finì sotto processo l'America offrì, tramite il proprio consolato a Milano, la sua disponibilità a chi sarebbe stato in grado di "cancellare" chi osò non ossequiare il Presidente Regan​ ai tempi di Sigonella. ​Da  statista si dimostrò anche quando fece quel dignitoso discorso in Parlamento dove per la prima volta in Italia si parlava dei nostri mali relativi alla corruzione e al finanziamento dei partiti, con una veridicità impressionante! Nessun parlamentare e nessun partito era esente da colpe. Tutti i presenti a quella seduta non sapevano dove guardare; mai si era visto un tale imbarazzo in Parlamento! Dopo quel discorso si poteva sperare che forze sane si potessero mettere  al lavoro per risanare la nostra Italia.  Vi erano tutti i presupposti per far nascere un periodo più decoroso nel nostro Paese, ma la mancanza di rispetto della nazione più potente al mondo, si impose. Il processo del 1993, dove si capisce perfettamente che la maxitangente Enimont, come del resto tutte le altre, fu suddivisa fra tutti i partiti secondo la loro importanza, lega compresa. Di Pietro riesce a fare venire la bava alla bocca a Forlani, mentre subisce molto la personalità e dimostra soggezione nei confronti di Craxi. Forse si sarebbe potuto cambiare il modo di fare politica, prendendo atto delle scorrettezze di tutti i partiti; ma poi c'erano da vendere agli amici degli amici tutte le società italiane, quelle che aumenteranno il numero dei miliardari (a scapito della ricchezza comune) per far crescere le opportunità di intrallazzi finanziari da parte della classe politica. Craxi forse avrebbe potuto cambiare le cose, se avesse potuto contare ancora sulla disponibilità della magistratura; ma l'America, mentre si chiedeva a gran voce la sua testa, fece finta di niente, perché tutto tornasse piano piano come prima, anzi, peggio di prima... Perché un governo in confusione lo si prende per un orecchio e gli si fa acquistare dei costosissimi e poco sicuri aerei e gli si può anche dire dove andare in guerra.... Senza che nessuno possa ad esempio parlare di Chicco Forti!

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