giovedì 4 gennaio 2018

E' semplicemente vergognoso che nessun politico si sia distinto su questo argomento.

Alla fine siamo riusciti a conoscere dati scientifici dimostranti che le faglie sotto lo stretto di Messina si stanno allontanando. Tale conoscenza è dovuta a studiosi competenti, non certo ai politici i quali, per legge non scritta ma ben nota, sono senza responsabilità e non si occupano di certe cose. Il fenomeno (quello delle faglie, non dei politici) porterebbe nel tempo all'allontanamento anche dei due punti sulla terraferma, rispettivamente in Calabria e in Sicilia, dove dovrebbero essere posizionati i due piloni del ponte. La struttura morfologica presa in esame ha evidenziato il rischio di spaccature profonde e di terremoti. Come possono i politici degli ultimi venti anni continuare a dichiararsi favorevoli a tale sfortunata costruzione? Perché non prendono il toro per le corna (più precisamente sarebbe la bufala) e cancellano una volta per sempre la vergognosa e costosa Commissione che ci costa poco mene di due milioni di euro l'anno? La Corte dei Conti sostiene che dal 1982 al 2005 sono stati sostenuti costi per 128.597.000 euro. Ricordiamo anche che per l'opera in questione (di nessun interesse per l'U.E.) non è possibile alcun intervento finanziario europeo. Nel 2014 la Società del Ponte è riuscita a farsi liquidare 9 milioni e 600 mila euro; è inoltre rimasto aperto un contenzioso di 700 milioni di euro a favore di quelle società che hanno vinto l'appalto (le uniche forse a sapere che non si sarebbe mai fatto, ma comunque un grosso affare parteciparvi). La Società si è opposta ma alla fine ci sarà un accordo (comunque sempre meglio della costruzione) e sarà una gran festa per tutti.  Come si può non affrontare il problema almeno subito dopo le elezioni? E chi lo dice che i votanti pro Ponte siano più di quelli che sono, silenziosamente, contrari?

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