domenica 17 novembre 2019

Per molto tempo purtroppo andremo avanti così.

Perché in merito all'importante problema relativo alla devastante chiusura dell'Ilva si parla sempre e solo della società di controparte, Arceral-Mittel, e mai del suo silenzioso e tacito socio, che è la Francia di Macron? 
Che vantaggi può avere la Francia da una chiusura della produzione dell'acciaio italiano?
Perché l'U.E. tace su questo argomento come se la cosa non le interessasse?
Se poi pensiamo che nella U.E. esistano stabilimenti siderurgici come l'Ilva che operano vicino alle città senza inquinare è chiaro che a questa situazione si è arrivati dopo decenni di frenetica attività politica che ha combattuto e vinto l'inquinamento. Questo vuol dire solo una cosa, che in Europa, dove si raggiunti simili risultati, se ne sono interessati veri politici con lunghi programmi...I nostri purtroppo non hanno la cultura per attuare risultati che si raggiungerebbero superando il periodo legislativo.  Il Mose insegna.  
Purtroppo s'intravvede una oggettiva situazione: che non siamo maturi per una vera U.E. Molti stati dell'Unione hanno cercato di trarre solo vantaggio, specialmente economico: il Lussemburgo ad esempio è diventato il secondo Stato più ricco al mondo, prima dell'U.E. non era nemmeno nella classifica mondiale. Come è possibile accettare che società appartenenti all'Unione possano cambiare con l'iscrizione in un altro Stato dell'U.E. pagando pochissime tasse? Il tutto a vantaggio della società e dello stato che le ospita. Così come ora la Francia di Macron non viene neppure disturbata mentre il suo socio (ArcelorMittal) può contare sull'appoggio di consigli francesi che determinano una certa sicurezza!

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