lunedì 25 gennaio 2021

C'è da sperare che l'Unione Europea ci imponga un cambiamento.

Relativamente al disastro del ponte Morandi, perché a suo tempo non si è scelta una gestione pubblica invece che privata? I vantaggi sarebbero stati enormi: 1) l' amministrazione pubblica, nonostante la non facile gestione, è molto più controllabile della conduzione privata. 2) Le perdite sarebbero state praticamente impossibili, dato il forte sviluppo economico delle autostrade e la mancanza di un limite di prezzo ai pedaggi, che infatti sono aumentati costantemente negli ultimi decenni. Invece ci troviamo senza soldi, finiti in tasca a pochi privati, e con le autostrade che crollano. I perché dell'impossibilità di trarre vantaggio pubblico da questo affare sono facilmente riassumbili: In mani private, i costi di manutenzione sono sempre stati affidati, senza troppi vincoli, a società completamente controllate da Autostrade o di loro proprietà, che hanno attuato i più sfrenati risparmi, coadiuvati da incontrollabili "prezzi". Alla gestione pubblica questo non sarebbe stato permesso. In più, le più disastrose opere sono state attuate solo per arricchirsi. Basti pensare ai demenziali risparmi effettuati nella costruzione e messa in opera dei pannelli antirumore, comparsi all'improvviso e dilaganti ovunque perché erano realizzati, diciamo, "in economia". La diminuzione dei costi di gestione nei pagamenti, dovuta all'automatismo dei pedaggi, ha diminuito enormemente il numero dei dipendenti; di conseguenza il costo del lavoro più basso ha favorito sempre la proprietà e mai gli utenti. Questi ultimi, infatti, hanno sempre subito gli aumenti mentre nel resto d'Europa i pedaggi o non si pagano o si pagano pochissimo. Infine, quando la politica aveva bisogno di sostegno, elargiva in modo ingiustificato ulteriori anni di gestione straordinariamente redditizia. Così è stato fatto poco prima della disgrazia Morandi, quando sono stati regalati, non si capisce perché, ancora cinque anni di lucrosa gestione ad Autostrade. Ma cosa deve succedere ancora perché cambi questa concezione dannosa della "cosa pubblica"?

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