domenica 17 aprile 2011

La globalizzazione.

Marco Grasso a Secolo
mostra dettagli 6 apr (11 giorni fa)

La globalizzazione favorisce il continuo arricchimento di pochi, permettendo di vendere a molti quantità enormi di merci e derrate a prezzi bassi, prodotti della esasperata produttività dei paesi più ricchi del mondo a paesi in via di sviluppo. Esempio, il grano elargito nei paesi del nord Africa, specialmente in Egitto che aveva quasi raggiunto l' autosufficenza con la propria produzione di grano verso il 1960, ma i globalizzatori finanziarono forniture di grano a basso costo spostando solo nel tempo il problema delle rivolte, che stanno interessando ora quelle zone, ingigantendole, perché, con questi che sembravano favoritismi, hanno danneggiato irrimediabilmente l' agricoltura locale che abbandonando la coltura del grano ha immiserito le popolazioni con la dissocupazione. Favorendo rivolte, che sono ora sotto gli occhi di tutti. (Le guerre del pane.) I globalizzatori con alchimie finanziarie mediante investimenti sul grano, sono diventati dei monopolisti ed hanno ottenuto, il previsto mercato rigido del grano che di fatto, permetterà loro di diventare ancora più potenti. Queste enormi ricchezze, daranno la possibilità di intervenire massicciamente su altre sane produzioni, in qualunque parte del mondo, che lungi da portare miglioramenti sociali, li renderanno sempre più ricchi, e via cosi. Anche l' esempio europeo delle quote latte, ha un qualcosa che conviene a tutti gli inventori del sistema, a non essere mai chiari. Prima hanno finanziato stalle automatizzate, dotate di una eccellente produttività, poi pretendono di far ridurre la produzione del latte, consegnando quote latte inferiori alle singole capacità produttive , inoltre moltissime quote sono state date a chi commercia latte non italiano senza avere neppure una stalla? Prerogativa del diritto alle quote latte era essere produttori italiani. Questi signori se non riescono con la legge, a ridurre la produzione del latte, mediante la dismissione di stalle nuove, o con molte vertiginose, ci riescono dopando il mercato del latte, vendendolo a prezzo impossibile e in polvere, (produzione questa vietata in Italia, perché potrebbe risolvere il problema degli esuberi di fabbricazione) proveniente da produzioni sicuramente non italiana, avendo una confezione del latte favorite da norme molto poco costose a questo tipo di gestione. Provate a chiedere ai contadini sulla strada di Bargagli Scofferra e Torriglia, quanto viene loro pagato il latte. Poi finalmente si riuscirà a demolire parte più o meno cospicua di stalle moderne da relativamente poco tempo ultimate. Inevitabilmente, l' aumento della popolazione, il latte fa bene, quasi tutti sono convinti della genuinità di quello che mangiano.... La produzione italiana sarà insufficiente, le stalle hanno appena fatto la fine del superbacino del porto di Genova, meno male che ci saranno quelli che avendo favorito tutto questo gioco, saranno fatalmente pronti.

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