martedì 7 aprile 2015

Non si può amministrare la giustizia senza responsabilità.

Leggo sul Secolo di sabato 4 aprile:" Il tribunale accoglie la richiesta dei difensori". E' sufficiente controllare bene i movimenti, non lo farà più." killer scarcerato dopo quattro mesi: "Basta il braccialetto." Concessi i domiciliari al ventenne che uccise un coetaneo fuori dalla discoteca, tentando di sgozzare anche un amico. Motivo: "Quelli avevano molestato una ragazzina di diciasette anni, la fidanzata di un mio amico. E gliela volevo far pagare." A me pare che di questo garantismo ne sentano il bisogno solo l'omicida e i suoi avvocati. Forse se esistesse un responsabilità da parte di chi è preposto a tutelare "la gente" sono certo che ciò non accadrebbe quantomeno con questa frequenza. Come non sarebbe accaduto che Angelo Izzo, uno degli assasini della banda del Circeo, abbia potuto uccidere la moglie e la figlia di un suo compagno di cella dopo che a lui era stata concessa la libertà. Come pure fu concessa la libertà a Maurizio Minghella di poche ore al gorno, comunque sufficienti per poter continuare ad uccidere delle povere prostitute. E' certo che se queste leggerezze fossero risarcibili, anche in minima parte, da chi ha permesso che accadessero, sarebbero molto meno frequenti. Non è accettabile che un lavoro importante come l'amministrazione della giustizia sia completamente privo di responsabilità.

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