venerdì 5 febbraio 2010

I limiti della cassa integrazione.

La protezione, sia pur temporanea, della cassa integrazione dovrebbe essere a tutela del lavoratore, e non secondo a quale tipo di impresa appartiene, così facendo la cassa integrazione è a tutela di una tipologia specifica di impresa.
L' Italia è l' unico paese dell' Europa Unita, nella quale la tutela contro la disoccupazione involontaria è particolarista.
Tutti sono concordi che nei momenti di grande crisi si cresce (come Nazione) perché si prende coscienza, si evidenziano aspetti che in periodo normali nessuno vuole trattare, e le norme che si attuano in questi particolari momenti, regoleranno la vita futura portando giovamento alla collettività. Compito della politica è fare diventare la cassa integrazione universalistica come il resto d' Europa che ha già da molto tempo attuato.
Se si ottenesse l' estensione della cassa a tutti i settori e alle imprese di tutte le dimensioni, le grandi imprese si sarebbero ridimensionate, e altri operai avrebbero potuto utilizzarla come nel resto d' Europa non sentendosi fortemente discriminati. Rimane quindi una grande differenza fra gli operai: Quelli tutelati e quelli no. Questo i sindacati non avrebbero dovuto permetterlo. Perché fra qualche anno, speriamo non in crisi, saremo chiamati tutti a fare dei sacrifici per ridurre il debito pubblico dall' uso eccezionale della cassa integrazione di questo periodo. Mi sembra giusto che chi non ne ha mai usufruito si possa sentire socialmente truffato, non essendo protetto nella partecipazione per ridurre il debito, che si manifesterà subendo la riduzione di servizi statali che verranno per questo motivo sacrificati. E avranno ragione. Però chi ci rimetterà sarà la nostra nazione Italia sempre meno coesa, e più partigiana nel senso deleterio del termine.
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