venerdì 23 agosto 2013

Ora state proprio esagerando.

La nostra è una nazione in tempo di crisi gestita da una classe dirigente nominata che, oltre a manipolarla, riesce anche ad avere l' ardire e il coraggio di sopportare in modo impassibile che qualcuno ne riveli, raccontandole, le realtà più inaccettabili per un paese appena civile. In Italia, dove le pensioni normali incominciano ad essere un sogno, se non un incubo per tutti i giovani lavoratori, si può assistere, in un giorno come un altro, al tam tam di notizie mediatiche che riportano verità sconvolgenti. Ad esempio questa: le "pensioni d'oro" non solo sono considerate intoccabili dalla nostra Corte Costituzionale, ma sono accompagnate da retribuzioni sontuose che moltiplicano se stesse per imperscrutabili (ma inappellabili) giochetti giuridico-matematici. Persino Bruno Tabacci, con qualche suo amico, si è sentito in dovere di proporre, mediante una lettera al Corriere, che ai pensionati d'oro che intascano anche stipendi pubblici imbarazzanti, si debba imporre la scelta fra stipendio e pensione (come accade in fin dei conti per noi comuni mortali, che non potremmo mai percepire retribuzioni di una "relativa" consistenza senza vederci decurtata la pensione - purché sia essa misera, beninteso). Evidentemente si è trattato di una soglia di vergogna insopportabile, che deve avere in qualche modo colpito persino chi è solitamente in grado di esibirla con disinvoltura. Certo, prima bisogna sentire la Corte Costituzionale, è naturale! E in effetti sono ancora troppe le pensioni da migliaia e migliaia di euro al mese pagate in Italia che non hanno alcun nesso economico con i versamenti effettuati. La deputata Giorgia Meloni, anche lei probabilmente colta da vergogna compulsiva, propone da tempo di fissare un tetto all'importo delle «pensioni d'oro», oltre il quale andare solo se nel tempo si sono pagati contributi che giustifichino tale importo. In questo modo si potrebbero risparmiare molti miliardi di euro. Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha già risposto alla sollecitazione appena assunto l'incarico, osservando che il tema è giusto ma che i governi che in passato hanno provato a intervenire, anche fissando un semplice contributo di solidarietà, si sono scontrati con la Corte Costituzionale e col principio dei diritti acquisiti. Si può cambiare la Costituzione? Di solito, quando a lorsignori interessa, pare di sì. E in questo caso? Chi oggi lavora da una ventina di anni in molti casi spera di morire appena prima di andare in pensione per non subire l'umiliazione di una vecchiaia di stenti. Ecco, si potrebbe augurare la stessa sorte a questi signori che hanno permesso l'attuale disastro nazionale sulle spalle dei nostri ragazzi. Forse sarebbe l'unico modo per risparmiare qualche soldo. Si tratta solo di speranza. E la presente valga come malocchio ! dieci agosto duemilatredici

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