domenica 15 giugno 2014

La gente.

Questo termine rappresenta il concetto più devastato, più rovinato e in nome del quale si perpetrano errori immensi commessi e permessi da quasi tutti, inclusa buona parte della "gente" stessa: tanto da sembrare che nessuno quando ne parla ambisca a farvi parte. Spesso si nota un innato disprezzo per la "gente", quasi non la si riesca che a concepire come categoria, compagnia, gruppi e colleghi di lavoro ma mai come "gente". Anzi, per questo termine si avverte il più completo disinteresse, se non addirittura disprezzo. La "gente" è percepita come gruppo di persone che non contano e spessissimo la si invoca per denigrarla. La gente "non capisce, è tutta uguale, non è riconoscente"! Invece è l'errore più ignorante che si possa commettere. Bisognerebbe, in nome della "gente", catalizzare il più alto e grande degli impegni, sia esso politico sociale o religioso. Per la "gente" dovrebbero essere spese tutte le risorse di un Paese civile. Qualora si operasse per in vantaggio della "gente", il risultato sarebbe il più alto e proficuo, semplicemente perché rivolto ai più tanti e quindi il più giusto. Inoltre la "gente" avverte in modo confuso il vantaggio di appartenere ad una moltitudine; questa confusione esiste perché la "gente" è maliziosamente convinta di rimetterci se non usufruisce di vantaggi che dovrebbero invece essere eliminati nel caso di una decente amministrazione democratica. Va ricordato che la corruzione, l'evasione e il consociativismo sono spalmati su tutta la gente che non appartiene a caste o sotto caste!

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