giovedì 29 marzo 2018

Caro Pansa ogni tanto si mette in contatto con vere cazzate.

 Non siamo ancora riusciti a storicizzare il terrorismo! Questo è dimostrato dal fatto che la Terrorista Balzerani possa dire alla figlia di Aldo Moro che come mestiere fa la vittima, avendo così il monopolio della parola...Allora proprio non ci siamo!



Scrive Giampaolo Pansa: "Riconosco che di Aldo Moro non m'importava granché. Anche come uomo, Moro mi piaceva poco. Un giorno mi era capitato di salire con lui su un ascensore di Montecitorio. Lo avevo salutato, ricevendo come risposta un borbottio flebile e incomprensibile. Restammo fermi a causa di un guasto una decina di minuti e lui, con gli occhi persi nel vuoto, non mi rivolse né uno sguardo né una parola. In seguito quando venne rapito dalle brigate rosse non mi commossi." 
Caro Pansa, io ricordo di Aldo Moro la diversità dagli altri politici, la sua differenza nel comportarsi senza nessuna volontà di voler piacere per forza. Lui era semplicemente così: onesto intellettualmente. 
E non era in grado di recitare, viveva nel suo mondo dove doveva portare a termine quelli che per lui erano miglioramenti sociali. ​
Tutti sentivano spudoratamente che un personaggio così poteva dare solo fastidio, e che tutti avevano da guadagnare dalla sua morte. Nessuna trattativa con le Brigate Rosse; piuttosto muoia Aldo Moro! Sapremo resistere al dolore... Ricordo che alcuni geni, democristianamente sostennero che le lettere del loro leader erano chiaramente false, non potevano essere le sue! Hanno sempre avuto la certezza di poter dire tutto quello che volevano, perché sapevano che sarebbe sicuramente morto. Lei ricorda, caro Pansa, che sull'ascensore Moro, nonostante il blocco dovuto alla mancanza di corrente non parlò per spocchia, suppongo. Bene, io credo che Moro non parlò semplicemente perché era timido e forse imbarazzato, quindi preferì tacere. L'unico che ebbe il coraggio di rispettare la vita di Aldo Moro fu Bettino Craxi, praticamente
>  solo e​
 contro tutti; sappiamo che era disposto ad uno scambio politico con carcerati delle B.R. purché non avessero commesso omicidi. Anche questa possibilità fu vista da tutti gli onorevoli come... disonorevole. Moro doveva morire, perché la solita incompetenza e malafede di quei tempi esigeva il suo sacrificio. Di essere un uomo politico diverso (nel senso di migliore) Craxi lo dimostrò quando non si sottomise agli ordini degli americani a Sigonella. Come pure lo dimostrò ancora in Parlamento quando parlò di corruzione facendo un solo grande errore, forse per mancanza di coraggio: non fare i nomi dei suoi colleghi capi di partito. L'Italia era arrivata al punto di poter cambiare in meglio. Ma senza accorgersene li sputtanò quando disse: "
> Tutti sanno che buona parte del finanziamento politico ai partiti è irregolare o illegale. Nessuno in quest'aula potrebbe giurare che ciò che ho detto non è vero. I fatti si incaricherebbero di sbugiardarlo​
." Un profondo silenzio avvolse il parlamento, e mentre tutti si guardavano le scarpe, lui era l'unico a guardare in facci tutti. 
> Queste due persone, Moro e Craxi, sono gli unici ad essere usciti da questa vicenda a testa alta. ​


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