mercoledì 1 gennaio 2014

Ma quando impareranno a fare le cose con il consenso della gente: hanno proprio il cervello devastato.

MIRA
«Fermeremo la Romea Commerciale con azioni di protesta, se necessario bloccando anche l’attuale Romea con manifestazioni come in Val di Susa. Faremo ricorsi legali, cercheremo in tutti i modi di fermare questo mostro che divorerà il territorio veneto e che non ha alcuna ragione di esistere. Siamo pronti ad un flashmob sulla statale 309 già il 16 novembre». È la dichiarazione di guerra che fanno i comitati Opzione Zero alla notizia che il Cipe ha approvato il progetto preliminare della Romea Commerciale. I sindaci dei Comuni della Riviera interessati ai due possibili tracciati invece si dividono. L’opera, che dovrebbe partire proprio da questo tratto, dovrebbe cominciare con la posa della prima pietra nel 2015. Per i comitati è un’opera inutile voluta dall’assessore Renato Chisso e che non serve a un bel niente, visto che i dati del traffico commerciale dal 2008 con la crisi sono crollati del 30%. «È incredibile», spiegano per i comitati Mattia Donadel, Rebecca Ruvoletto e Lisa Causin, «come l’approvazione del progetto preliminare della Orte-Mestre arrivi proprio a pochi mesi dall’approvazione da parte della Commissione Europea del nuovo Corridoio Baltico-Adriatico, una connessione che dovrebbe mettere in relazione via ferrovia i porti dell’Alto Adriatico con il nord Europa, seguendo la linea Ravenna, Bologna, Padova, Venezia, Trieste. Un progetto per il quale sono previsti ingenti finanziamenti europei e che seppellisce definitivamente ogni marginale utilità della Romea Commerciale. Che la Orte-Mestre faccia parte delle reti paneuropee è falso. Con l’approvazione del progetto preliminare della Orte-Mestre Zaia e Chisso si rendono corresponsabili, con il ministro Maurizio Lupi e il presidente del Consiglio Enrico Letta, non solo della devastazione ambientale di quattro regioni, ma anche di un’operazione pericolosa per i conti pubblici: oltre al miliardo e mezzo di sconto fiscale, anche gli altri 8,5 miliardi che la Gefip Holding, società proponente capitanata dall’europarlamentare del Pdl Vito Bonsignore, dovrebbe anticipare, finiranno per essere pagati dai cittadini. Lo dimostra il fatto che ad oggi non esiste un piano economico-finanziario che attesti la sostenibilità dell’opera, e pure le stime sui flussi di traffico previste appaiono inattendibili e sovrastimati. Quindi se i pedaggi (inevitabilmente elevatissimi) non saranno in grado di garantire il rientro degli investimenti sarà lo Stato a dover restituire i soldi alle banche tassando i cittadini e tagliando servizi essenziali».
I comitati “Opzione Zero” sono pronti a dare battaglia sia con mobilitazioni popolari e azioni di disturbo che puntano a rallentare i lavori sia con azioni legali: «Opzione Zero», dice Donadel, «ha chiesto l’immediata convocazione di una riunione della Rete Nazionale Stop Orte-Mestre per coordinare le iniziative di protesta lungo il tracciato e per approntare il ricorso al Tar. Il modello di protesta a cui ci ispiriamo è quello della Val di Susa, anche se le differenze con quel territorio sono tantissime».

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