domenica 9 marzo 2014

Nucleare, questo sconosciuto.

Solo ora si capisce quale sia il costo, e quale l'incoscienza politica necessaria, per smaltire e nascondere i rifiuti tossici e radioattivi. A La Spezia si è capito che il valzer del plutonio avanti e indietro finirà nel 2035. E l' Italia ha smesso il "nucleare" con il referendum del 1987 che ha fatto registrare il seguente esito: contro 70.4%; a favore 16.9%; schede bianche 8.5%; nulle 4.2%. Quindi quasi tutti convinti di pagare l'energia non nucleare molto di più, però più tranquilli!  Ma forse non abbiamo considerato i costi "omessi", come quelli che abbiamo ancora da sostenere, nonostante da venti anni non siamo più "nucleari"; fino al 2012 Sogin ha speso 2.1 miliardi di euro e ne occorrono ancora 3.8. Più il costo della realizzazione di un "buco deposito", che nessuno vuole, del valore di circa un altro miliardo! E se avessimo continuato con il nucleare, quanto dovremmo ancora pagare per la  corrente a basso costo proposta dalla lobby di allora, per smaltire la produzione dei rifiuti nucleari di questi ultimi 20 anni? Non possiamo credere al signor Casale (ex Amiu) quando afferma che chi ospiterà il buco farà un affare! Sopratutto da quando se metti panelli solari che (e questo solo da due mesi) superano i tre chilowatt pagherai più tasse sulla costruzione che li ospita! A volte si ha la sensazione che a risolvere i problemi seri abbiano incaricato dei "disinvoltoni"!   

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