domenica 2 marzo 2014

Purtroppo è accaduto.

Non eravamo nel medio evo, io ero ragazzo, e sentivo "i grandi" che quando si parlava della Stoppani, con il cipiglio di chi le cose le sa, sostenevano...se si continua cosi, prima o poi il signor Stoppani si stanca e se ne va.....Non è proprio successo questo, ma la nostra politica del tempo ha dato una immagine di se veramente devastante.                                                                 Situazione Area ex Stoppani alla data del 12/10/2011 PDFStampaE-mail

Scritto da Salvatore Muscatello
Mercoledì 12 Ottobre 2011 21:03

E' nostra intenzione tenere aggiornati i Cittadini
sull'evoluzione del sito ex Stoppani.
Pertanto tutti i documenti ed informazioni utili
supportate da riscontri oggettivi saranno
pubblicati periodicamente sul nostro sito.
Sul confine dei due comuni tra Arenzano e Cogoleto, dove scorre il torrente Lerone, fu insediato nei primi anni del ‘900 lo stabilimento chimico Stoppani, avviando una produzione rilevante di sali di cromo, prevalentemente destinati alle concerie.
I problemi di inquinamento ambientale cominciano ad affacciarsi in modo clamoroso nei primi anni settanta, dove nelle colture della Val Lerone, la vallata in cui si trova lo stabilimento Stoppani, vengono trovate tracce di metalli pesanti tra cui il cromo.
La Capitaneria del Porto di Genova tenta di eliminare lo scarico dei residui al cromo sulla spiaggia di Cogoleto, emanando una ordinanza di divieto in base alla legge Merli. La Stoppani ricorre immediatamente contro tale atto, minacciando la chiusura e chiedendo tre anni di tempo per adeguarsi alle normative.
Il Tar Ligure, però, nel gennaio 1978 accoglie il ricorso e annulla l’ordinanza della Capitaneria di Porto.
La Stoppani riprende così a scaricare i fanghi sulla battigia, lasciando al mare il compito di smaltirli. I risultati si vedranno qualche anno dopo. Alcuni chilometri di litorale saranno interdetti alla balneazione e alla pesca, con danni di milioni di euro soprattutto alle attività turistiche.
Arriviamo al febbraio 1982 quando il Pretore di Genova-Voltri blocca la produzione dello stabilimento e sequestra gli impianti, avendo rilevato ripetute violazioni della legge Merli. Ancora una volta, di fronte alla minaccia di chiusura dello stabilimento, affiora per la prima volta l’idea di gettare i fanghi in mare. Dopo dieci giorni, il Pretore revoca il sequestro dietro la presentazione di un progetto aziendale che prevede lo stoccaggio dei residui tossici nell’area di riempimento del nuovo porto di Genova–Voltri. E così nel settembre 1983 inizia lo scarico dei rifiuti in mare.
Questa situazione di inquinamento ambientale si protrae ancora per diversi anni, tra le proteste della associazioni ambientaliste, dei sindacati, della cittadinanza, dei medici del lavoro che denunciano una grave situazione di inquinamento da cromo ed evidenziando i possibili effetti dovuti ad inalazione dei veleni prodotti dalla fabbrica.
Fra processi, ricorsi,denunce, continua la “storia infinita” del disastro ambientale provocato dai reflui di lavorazione della Stoppani fino al riciclaggio dei rifiuti industriali, disciolti nelle acque acide.
Nel 2003 lo stabilimento cessa finalmente la produzione, lasciando un territorio devastato da un disastro ambientale di enormi dimensioni che saranno poi i periti a quantificare, finalmente nella loro imparzialità. I danni ambientali, che sono stati quantificati per un importo al disopra del miliardo di Euro, non sono mai stati risarciti né dai diretti responsabili, né dallo Stato che a tutt’oggi finanzia la messa in sicurezza con il conta gocce e non ha ancora preso nessun impegno per la bonifica del territorio. Le parti direttamente danneggiate, alle quali spetta di diritto il risarcimento, sono le due cittadine di Cogoleto e Arenzano, i lavoratori della ex Stoppani, dei quali molti di loro hanno perso il lavoro, altri hanno gravi problemi di salute ed alcuni hanno perso anche la vita. Tutto documentato!
Con una nota del 9 novembre 2006 il Ministro dell’ambiente, del territorio e del mare chiede la dichiarazione dello stato di emergenza, al fine di risolvere, con i necessari provvedimenti straordinari, la grave situazione di inquinamento in cui versa l’area industriale Ex Stoppani.
Il 23 novembre 2006 viene decretato lo Stato di emergenza per il sito d’interesse nazionale “Cogoleto – Stoppani” e successivamente viene nominato un Commissario delegato attribuendo allo stesso poteri straordinari per consentire il superamento dell’emergenza stessa”.
Dopo quattordici anni la Corte dei conti con sentenza 112/2011 condanna al risarcimento dei danni all’erario due dirigenti della Stoppani di Cogoleto e tre funzionari regionali complici del disastro ambientale.
Attualmente la messa in sicurezza del sito deve essere ancora terminata, sono stati spesi già 40 milioni di Euro e non è stato ancora chiarito a quanto ammonta la spesa complessiva e se i fondi saranno mai disponibili. Poi inizierà la bonifica ed anche in questa fase si parla di 500 – 800 milioni di Euro, a seconda del tipo di intervento legato alla destinazione dell’area. Nessuno ancora ha sviluppato un’idea sul futuro del sito Ex Stoppani e soprattutto sul futuro degli ex operai che a tutt’oggi 11 di loro non hanno ancora ottenuto una nuova collocazione.

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