lunedì 27 febbraio 2017

Non sempre gli immigrati sono una risorsa.

> Alcuni di noi leggono sul XIX con abituata rassegnazione: "Allarme sicurezza nel centro storico: ancora un agguato alle forze dell'ordine. Un gruppo di spacciatori senegalesi cerca di "liberare" uno di loro arrestato: due poliziotti accerchiati e picchiati." La casta parlamentare più pagata del pianeta non è, fortuna per lei, neppure sfiorata dall'esigenza di promulgare leggi restrittive per simili comportamenti! Ad uno straniero che si presenta ai nostri confini dicendo di essere perseguitato basterebbe imporre un contratto: se preso a delinquere, verrà espulso, previo accordo con il paese di provenienza affinché ciò avvenga in modo rapido e costruttivo. Potrebbe essere un'idea rispetto al completo menefreghismo politico. Invece l'evidente incapacità "castale", assieme alla corruzione, alla burocrazia di convenienza della lobby della gestione degli immigrati, di quelle del gioco d'azzardo e della gestione di grandi opere senza fine e senza utilità, preferiscono trincerarsi dietro la frase che "gli stranieri sono una risorsa". Se tale concetto è verissimo nella maggioranza dei casi, applicarlo a tutti indiscriminatamente, oltre a suonare retorico, porta a chiedersi: in certi casi negativi, per chi sono una risorsa? 

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