lunedì 12 gennaio 2009

Risposta al signor Ruffolo.

Egregio signor Ruffolo,
leggendo il suo chiaro articolo del12/01/2009 su la Repubblica, mi sono convinto che se non si considera reato il trasferimento nel futuro, di un qualunque debito sociale al solo scopo di trarne un vantaggio presente, e sapendo che la situazione a divenire sara' comunque aggravata dall'indebito vantaggio presente più e costi esagerati di dette operazioni.
Esempio, una regione ha 1000 di debito, il suo presidente tratta con un amico che è dirigente in una banca che opera nel settore della " finanza creativa".
Per intenderci "le colpevoli, secondo me assieme ai loro clienti della crisi globale" ed arrivano ad un accordo.Tu funzionario, amico, a volte figlio, che operi per conto di detta banca, mi versi 500 e porti il debito della mia regione a 1500. E' chiaro che la restituzione avverrà con rate amiche, sopportabili per i primi anni, che sono poi quelli che io governerò ancora, dopo di che le rate si trasformeranno in un castigo per i futuri governanti e cittadini.
E' questo che è successo, ed è questo che deve essere considerato reato, almeno per il futuro.
Si aggiunga che gli artefici di simili operazioni hanno guadagni che sono percentuali di cifre enormi.Marco grasso

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