giovedì 22 marzo 2012

Riconoscimento ai NoTav.

Gliela vogliamo dare la soddisfazione ai No-Tav che ci hanno fatto risparmiare un sacco di miliardi di euro con la loro protesta facendo diminuire l' iniziale famelicità dei costruttori, aumentando un poco il controllo sulla disinvoltura del faraonico progetto iniziale, a causa delle loro rumorose obiezioni. favorendo il secondo e più umano progetto, che pare costi la metà del lussurioso primo, ed anche molto meno ambientalmente invasivo. Almeno è sperabile che costruendo la Torino/Lione non si usi il sistema "project-financing" che avrebbe dovuto non far gravare oneri finanziari per la pubblica amministrazione nella costruzione della super velocità ferroviaria Torino/Milano /Napoli. In realtà il sistema "p-f" è stato un "pacco" di 10 miliardi e 950 milioni di euro per lo Stato che ha dovuto iscrivere a bilancio per coprire i debiti di questo lavoro. Un tesoretto che ha arricchito sempre gli stessi, gravando, alla rovescia, sulle teste sempre dei medesimi. Ma che nessuno dei No-Tav, come contro partita chieda al Governo, e noi le saremmo ancora una volta riconoscenti, data la grande somma di denaro pubblico che si sta spendendo, di approvare la legge sulla corruzione. Che è poi il più importante motivo per il quale nessun sano investimento approda in Italia. Insomma dopo le retate trasversali e tri parti san della Milano da legare, in questi giorni, cosa deve ancora succedere perché qualche parte sana di questa sfortunata Nazione imponga quello che la maggioranza sana silenziosa e non corrotta vorrebbe! Un poco di legalità, come fa a mancare ancora una analisi costi e benefici, esponendo prima le idee ed orientarne la precedenza come ha preteso il Ministro Profumo per la costruzione degli Erzelli pochi giorni or sono a Genova. Si potrà dire di tutto, per la Torino/Lione, tranne che è mancato il tempo! Amenoché non si sostenga apertamente che questo sistema confuso e agitato di produrre, senza controlli sulla correttezza amministrativa, sia lo unico modo con il quale le nostre società e la nostra politica sappia operare.




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Marco Grasso
http://marcograsso.blogspot.com/

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