lunedì 7 luglio 2014

È uno dei temi: gente così priva di scrupoli magari ha tirato un bidone anche sul Mose vero e proprio... «No. È il meglio della tecnologia esistente. Il meglio del meglio rispetto a quanto richiesto. Qual è semmai, il problema? Non è previsto nulla sul “dopo”. Quando sarà finito». Ma perché mai dopo quello che è successo i cittadini italiani dovrebbero fidarsi a lasciar finire i lavori al Consorzio? Meglio cambiare idraulico, magari prendendolo sul mercato internazionale così capiremmo anche se i lavori sono stati fatti bene o no... «Non servirebbe a niente. È colpa nostra, sia chiaro, se ci siamo messi nelle condizioni di sputtanare non solo i nostri rapporti con la politica ma anche i lavori fatti. Posso giurare però che i cantieri sono un’altra cosa. Sono eccellenti. Non è cambiando le imprese che si risolve il problema. Va cambiato il contratto. Vale anche per l’Expo. Tutte queste chiacchiere sulle procedure... No, deve essere cambiato il contratto: non ti do un solo centesimo finché i lavori non sono finiti. Ti pago solo se finisci l’opera e funziona come da contratto. Se l’opera non è finita  o se la piscina assegnata è più lunga di un metro come a Roma vale zero». Per questo ci vogliono società con le spalle larghe capaci di sopportare simili contratti.

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