martedì 8 luglio 2014

La mancanza sospetta delle privatizzazioni

 Le vere riforme si attuano se si ha il coraggio di fermare gli sprechi e i privilegi, costantemente sostenuti e pagati dalla “gente”; perché politica e incapaci gestori, ad esempio nel trasporto pubblico, si sono consociati. Così la dirigenza di queste abbondanti società è nominata dalla politica e gli inevitabili poco capaci gestori permettono che le proteste dei tranvieri inibiscano, ad esempio, le privatizzazioni. Peraltro questi tacciono sugli sperperi dei loro amministratori che inevitabilmente conoscono. Record di perdite annue negative, per queste società, e coperte sempre dalla solita “gente” per Roma, Venezia e Genova, mentre Torino, Firenze e Milano (privatizzate) sono in utile. In Italia si contano 1.140 società di trasporti pubblici con relativi 1.140 consigli di amministrazione di nomina politica, che globalmente portano a un costo ormai insostenibile. Il costo del salvataggio pubblico di queste “dementi gestioni” è di 5 miliardi di euro l’anno.  Alle gestioni allegre di queste società si è concesso di tutto. A Roma si è permesso di perdere nel 2012 oltre 157 milioni di euro. Questo non sarebbe stato possibile se non si fosse acconsentito di incassare (a una organizzazione ancora sconosciuta!?!?) molti soldi di biglietti clonati e venduti. In Francia operano solo una decina di società di trasporti pubblici con un risparmio (rispetto all’ Italia) del costo di 1.130  consigli di amministrazioni in meno e le nomine sono influenzate dalla esperienza dei manager, e ai politici non è permesso il privilegio della nomina amicale. Se questi nostri signori non porranno rimedio a simili disastri, gli eventi, prima o dopo, si interesseranno a loro.     

Nessun commento: