venerdì 22 novembre 2013

Per i 600 milioni divorati dalla politica e dalla dirigenza AMT, nessuno ha mai fatto nulla!

Leggo su un appunto di qualche anno fa quanto segue: " Il 4 ottobre 2006 il Secolo XIX informava che la rimessa di Boccadasse era stata ceduta, previa regolare gara d' appalto, per la cifra di 33,5 milioni di euro ad un pool di cooperative. L'AMI ipotizzava di "occupare" la struttura ancora per tre anni e cioè fino all' Ottobre 2009. Si segnalava, sempre in quel articolo, che non era nota l' entità  del canone d' affitto annuo da corrispondere al nuovo proprietario. Con l' insediamento a Tursi della giunta di Marta Vincenzi si sottoponeva ad una attenta radiografia la privatizzazione del trasporto pubblico con la difficile situazione in cui "navigava" AMI.
Si evidenziava così l' enorme carico finanziario dell' affitto della rimessa (160.000 euro al mese, pari a 1.920.000 euro annui come riportato da Repubblica il 28 Giugno 2008 e il XIX del 5 Febbraio 2008),  di qui  la necessità di fare rientrare AMI in AMT (al massimo entro la fine del 2008). Sempre sullo stesso giornale, il 21 Ottobre, si legge che AMI avrebbe pagato un canone annuo di 350.000 euro.
Balza agli occhi davvero enorme la differenza tra i due canoni d' affitto, e non si capisce come prima i quindici e poi i quattro concorrenti rimasti in gara per l' acquisizione della rimessa, abbiano potuto valutare l' immobile senza poter considerare il canone d' affitto, enormemente vantaggioso per l' acquirente, in quanto la differenza tra i due canoni è addirittura di 4.710.000.00 euro (in tre anni ) pari al 13% del valore dell' immobile. Un caso davvero anomalo, quando gare del genere di solito si vincono o si perdono per pochi decimali".
Chiunque si chiederebbe: "Quando l' affitto è stato concordato, prima o dopo la gara d' appalto?" E' ancora evidente che è stata solo una gran festa per tutte le parti in causa eccetto che per le finanze genovesi, gli utenti e i lavoratori dipendenti di AMT! E così praticamente da quando la mano pubblica si è interessata alla gestione dell' AMT. Per non parlare di operazioni "una tantum" leggi "festa" come la vendita della diga del Brugneto e di altri pezzi dell' acquedotto del valore di 29 milioni euro; Vendita anche del patrimonio edilizio pubblico case popolari di Begato; E di vendite ne sono state effettuate moltissime come i finanziamenti ad un vero e proprio spreco voluto e mantenuto dalla politica; Ma purtroppo è sempre stata una gran feste pagata e subita dai cittadini di Genova. 
Solo una sana legge sulla corruzione renderebbe meno sfacciati e dannosi simili comportamenti!.
Marco Emilio Grasso.

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