sabato 15 gennaio 2011

Marchionne l' egiziano.

Molti anni fa, ho avuto la fortuna di andare in Egitto con un amico che stava girando una pellicola. Ricordo che siamo stati un paio di mesi al Cairo, e nella pause e al sabato e la domenica andavamo a fare i turisti. Io avevo una paga settimanale come tutti gli attori, ma i soldi praticamente non servivano se non per comperare ricordini e cianfrusaglie, restituirli non aveva un gran senso, cambiarli al nostro rientro in Italia neppure, dare le mance, dare le mancie dava soddisfazione, perché gli egiziani erano particolarmente riconoscenti, ed era bello vederli nelle loro performance del ringraziamento. Fu così che una volta la domenica mattina ci avviammo verso la piramide di Cheope, che distava da nostro bellissimo albergo (Mena Hause Oberoi de piramid) poche centinaia di metri. Entrammo con un numero notevole di turisti di tutte le razze, e iniziammo il percorso di avvicinamento del luogo dove aveva riposato per qualche millennio il faraone. Arrivai per primo, c'era un assiatente che era deputato a che la gente rispettasse il luogo del lungo riposo del faraone e sopratutto che nessuno facesse fotografie. Dissi con la lingua dei gesti che stavo aspettando un amico, e dato che mi sembrava particolarmente attento mi rovistai in tasca e col più completo disprezzo di quella cartaccia regalai lui due biglietti. In quel momento entro Giuse e io dissi che era arrivato il mio amico, fu a quel punto che l' egiziano tirò un urlo e sempre a gesti fece tornare indietro tutti, poi prese una mia mano e quella di Giuse, e ci sposto in modo che dallo stretto corridoio non ci potessero vedere tutti quelli che erano stati da lui fermati. Poi con gran sorriso e fervore di una felicità incontenibile ci disse confusamente ma in modo inequivocabile che se volevamo potevamo fotografare ( anche se pensavo che un flash non potesse di sicuro compromettere una tale massiccia costruzione). Fotografammo un po e poi andammo via giù da quel corridoio ora in discesa, ma finché non svoltammo continuava a salutarci. Appena svoltato il corridoi Giuse mi disse: - ma quanto gli hai dato???????- In effetti era molto felice, e io ancora oggi non so cosa gli ho dato. Quando vidi Obama che trattava in un modo così felicemente amichevole il dottor Marchionne mi venne da pensare: - Ma cosa gli avrà detto-. Ora si incomincia a capire.

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