lunedì 13 febbraio 2012

Anatocismo e interessi composti


Equitalia, "emendamenti su casa e rate non risolvono il problema: agire sulle cause dello strozzinaggio"


Nuove norme per la vendita all'asta dell'abitazione o dell'azienda del contribuente moroso ipotecata da Equitalia: la cessione potrà avvenire per mano dello stesso debitore al prezzo di mercato. Possibilità di rinegoziare il piano di rateizzazione della somma scaduta e richiesta dall'esattore. E ancora gli aggi, finora concessi a priori e in quota fissa (4,65 per cento se il pagamento avviene entro 60 giorni e 9 per cento solo oltre questo termine), che saranno commisurati agli effettivi costi sostenuti dall'agenzia di riscossione. Sono queste le tre misure contenute in altrettanti emendamenti alla manovra finanziaria presentati e approvati nelle commissioni parlamentari che, salvo ripensamenti in Aula, andranno a modificare il tanto contestato sistema di recupero dei crediti dell'Agenzia delle entrate e dell'Inps. Dopo mesi e mesi di proteste di cittadini, azioni da parte di avvocati appassionati e inchieste giornalistiche, i tre emendamenti presentati alla Camera sono ciò che la politica ha prodotto per mettere la parola fine sulle "vessazioni" targate Equitalia, peraltro difese a spada tratta dallo Stato (8,8 miliardi di euro recuperati nel 2010 ndr). La soluzione tanto attesa è dunque a portata di mano?

"Se queste misure fossero state prese cinque anni fa, forse avrebbero potuto cominciare ad arginare un fenomeno davvero drammatico", è l'opinione di Bettina Pitzurra, militante indipendentista sarda e una delle sette "pasionarie" che per alcune settimane hanno inscenato uno sciopero della fame davanti alla  sede della Regione a Cagliari. "Abbiamo ottenuto un'iniziativa di modifica costituzionale affinché si separi la riscossione fiscale in Sardegna da quella dello Stato", spiega la donna. Ma la strada costituzionale è lunga e nell'isola la parola d'ordine è "urgenza". Perché lì, vista la grande incidenza di cartelle esattoriali, cui si aggiungono gli effetti di una legge regionale di finanziamento per l'agricoltura poi cassata dall'Ue, la questione sembra essere più grave che altrove: il rischio è mettere in ginocchio qualcosa come 80mila piccole aziende.

E le misure contenute negli emendamenti non risolvono il problema. Perché il il piccolo artigiano, imprenditore o lavoratore autonomo dotato di partita Iva che per le cause più disparate (crisi del settore imprenditoriale, mancati pagamenti da parte dello Stato per servizi forniti o anche impossibilità a pagare per impedimenti fisici o malattie) si è trovato a non poter più onorare i debiti nei confronti dello Stato è vittima di un sistema che si trasforma velocemente in una vera piaga sociale. "E infatti - dice la Pitzurra - noi stiamo lottando per dei provvedimenti che mettano fine ai casi di usura conclamata: abbiamo presentato ai prefetti un documento composto da 12 punti nel quale si chiede 'la soppressione delle attuali facoltà ricattatorie a favore di Equitalia in relazione alle sanzioni, alle ganasce fiscali e agli interessi sugli interessi legittimati dallo Stato, poiché in palese contraddizione con la normativa anti usura'".

Secondo l'indipendentista, insomma, "bisogna andare a cercare l'origine del dramma e lavorare su quello  e non sull'effetto". Cioè: le cartelle di Equitalia hanno insito un sistema di interessi e loro capitalizzazione che fa raddoppiare o triplicare una somma dovuta nel giro di pochi anni. "Perché tutto questo? Si lavori sulle cause", dice Pitzurra. In Sardegna, spiega ancora, oltre i casi di Equitalia, "le banche hanno preso negli ultimi anni indebitamente 60 miliardi tra massimo scoperto e anatocismo". E questo ha creato casi eclatanti di "pignoramento della prima casa: come si può fare una mostruosità del genere?", si chiede la donna. "Il rammendo di questo calzino è una tragedia peggio del calzino che ormai non sarà più rammendabile", conclude sul filo della metafora. "E' inutile proporre politiche tappabuchi su danni giganteschi, facendo finta di non vedere il danno provocato dalle banche e da Equitalia".

Curare le cause più che effetti. E' la stessa considerazione fatta da Alberto Goffi, consigliere regionale Udc in Piemonte e avvocato da anni in lotta contro le vessazioni firmate Equitalia. "Sono contento da una parte che gli emendamenti siano trasversali - spiega - a dimostrazione che la questione è diventata esigenza comune, ma intervengono in una fase quella esecutiva che non è il vero problema". Per Goffi "il vero problema" generato alle famiglie e alle imprese dal sistema Equitalia è "la moltiplicazione delle sanzioni e degli interessi". Su questo tema l'intervento è monco. "Manca, tanto per cominciare - dice Goffi -, una preventiva compensazione tra debiti e crediti e questo risolverebbe il problema di molte aziende che hanno sì un debito con Equitalia ma anche un credito nei confronti dello Stato, per Iva o per lavori svolti verso la Pubblica amministrazione". E lo Stato italiano, secondo i dati della Cgia di Mestre, è il peggior pagatore d'Europa: ammontano a 70 miliardi di euro i debiti dovuti per servizi.


E non è tutto, aggiunge Goffi: mettere sullo stesso piano evasori e persone in difficoltà è "completamente sbagliato. Serve - spiega - un trattamento di vantaggio per coloro che dimostrano di aver fatto regolare dichiarazione di Inps, Iva, cioè non si sono nascosti al fisco, ma hanno una oggettiva difficoltà a versare quanto chiarato". Lo Stato insomma secondo l'avvocato non può non tenere conto delle difficoltà nelle quali possono incappare i suoi cittadini più leali. "Gli si permetta quindi di spiegare le ragioni oggettive che gli impediscono di onorare i pagamenti, come il calo di fatturato, la richiesta di cassa integrazione per i loro dipendenti o i mancati pagamenti da parte dello Stato o situazioni di malattia invalidanti come tumore o Sla che hanno effetti devastanti sulle imprese. In questi casi gli interessi e le sanzioni devono essere ridotti. Poi si discuta pure della fase esecutiva, ma il problema reale sta prima di quella fase". E poi, conclude, "si elimini quel devastante moltiplicatore di interessi che fa lievitare le somme in maniera esponenziale nel giro di pochissimo tempo". 


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