domenica 21 novembre 2010

Il mercato é cambiato, bisogna adeguarsi.

La Fiat perde in ottobre il 39,5% delle immatricolazioni, le altre marche europee con produzione all' interno delle proprie nazioni, perdono poco più della metà, il 22,9%. Per la metà di questo disastro, la colpa é sicuramente della crisi dell'auto, che io credo strutturale, cioè che il mercato europeo non possa più seguire le fantasie dei produttori di automobili, a meno di sconti pagati dai soliti contribuenti, mentre per l' altra metà, vuol dire che le altre marche europee sono più brave della Fiat. Due considerazioni mi sembrano doverose:
La prima, tutte le industrie automobilistiche dovrebbero aver capito che la produzioni di autovetture, è sana solo la quantità richiesta dal mercato, questo giusto ridimensionamento necessario per soddisfare la vera domanda del mercato, rende dette industrie automobilistiche autosufficienti, anche se in misura diversa fra industria e industria. Non è più accettabile che la crisi gravi costantemente, nonostante lo sforzo attuato sempre con deludenti risultati, sulle tasse pagate da tutti gli italiani.
La seconda, che se interventi pubblici devono esserci, questi devono essere indirizzati per la riqualificazione degli operai trasferendoli eventualmente in settori che possano avere un futuro, quali, ad esempio, le industrie relative alle energie alternative, eolico e fotovoltaico, cercando di combattere la nuova corruzione come ha detto il ministro Tremonti esistere in questo settore.

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