domenica 20 ottobre 2013

ALLA NOSTRA STAMPA.

Cari direttori, perché  non insistete in modo più ripetitivo e
  più potente, come un mantra, sulla eccessiva libertà che la
  corruzione ha di "lavorare" nel nostro Paese? Perché non si parla
  più di legge contro la corruzione? Perché nelle trasmissioni
 dove 
  validi giornalisti intervengono, non lo "menano mai" sulla
 corruzione quando
  hanno modo di parlare ai rappresentanti delle larghe intese?
 Intendiamoci,
  nessuno vuole la testa di nessuno. Ma ladri conclamati che si sono
  fatti le budella d' oro con il terremoto in Abruzzo, tanto per
 fare un esempio  avvilente, e in modo ancora più esagerato in
 Irpinia, possono essere  immuni per sempre e stanno finendo la loro
 esistenza politica nel Parlamento
  europeo!  Perché non mandate i vostri educati giornalisti ad
  intervistare i giudici della Corte Costituzionale e chiedere loro,
 in bel
  modo, se non hanno vergogna ad essere tutti d' accordo nel
  nominare il Presidente emerito non il più capace, ma il prossimo
 che
  andrà in pensione? Così di fatto tutti vanno in pensione con
  l'autista e la macchina fino alla fine dei loro giorni,
 interamente pagata da noi. Alcuni di voi e altri che ora non ricordo
 stanno facendo un normale lavoro; ma a volte sembra che quando si
 parla di corruzione si senta subito l' esigenza di cambiare
 argomento!  L' Italia cambierà solo quando quelli che hanno
 rubato si faranno
  qualche mese di galera e gli si imporrà di restituire il mal
 tolto! Nessuno vuole vedere teste mozzate!  Ma  se questo non
 avverrà è anche perché voi, che dovreste fare parte della stampa
 libera, non denunciate mai nulla con una insistenza superiore ai due
 giorni. Lo sapete che una stampa sana dovrebbe essere il vero
 guardiano della democrazia? Fra qualche anno avrete dei grossi
 rimpianti, e qualcuno vi vedrà più come collusi che come incapaci.

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