sabato 19 ottobre 2013

lettera a "il Fatto Quotidiano" il più indipendente giornale italiano.

Caro Padellaro, lei ha l' onore di dirigere l' unico giornale
 italiano che può e dice quello che vuole, perché oltre alla vostra
 formazione culturale, nessuno a voi può dire: "A fine anno niente
 contributi." Perché allora non insistete in modo più efficace, ripetitivo e
 potente, come un mantra sulla eccessiva libertà che la
 corruzione ha di "lavorare" nel nostro Paese? Perché non si parla
 più di legge contro la corruzione? Perché nelle trasmissioni dove i
 suoi validi giornalisti intervengono, non lo "menano mai" sulla corruzione quando
 hanno modo di parlare ai rappresentanti delle larghe intese? Intendiamoci,
 nessuno vuole la testa di nessuno. Ma ladri conclamati che si sono
 fatti le budella d' oro con il terremoto in Abruzzo, tanto per fare un esempio  avvilente, e in modo ancora più esagerato in Irpinia, oltre ad  essere
 immuni per sempre e stanno finendo la loro esistenza politica nel Parlamento
 Europeo!  Perché non mandate i vostri educati giornalisti ad
 intervistare i giudici della Corte Costituzionale e chiedere loro, in bel
 modo, se non hanno vergogna ad essere tutti d' accordo nel
 nominare il Presidente emerito non il più capace, ma il prossimo che
 andrà in pensione? Così di fatto tutti vanno in pensione con
 l'autista e la macchina fino alla fine dei loro giorni. Direttore
 state facendo moltissimo, specialmente Travaglio, Gomez e altri che
 ora non ricordo; ma a volte sembra che quando si parla di corruzione
 si senta subito l' esigenza di cambiare argomento anche per voi!
 L' Italia cambierà solo quando quelli che hanno rubato si faranno
 qualche mese di galera, non anni, non teste mozzate, 
ma  gli si imporrà di restituire il mal tolto! Se questo
non avverrà anche voi fra qualche anno avrete dei grossi rimpianti.

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